mercoledì 20 novembre 2013


Ancora Macogna. Berlingo, Rovato e Travagliato: ricorso congiunto. La nota della Federazione della Sinistra.

ricorso tar macognaAncora sulla vicenda della discarica Macogna tra Rovato, Cazzago San Martino, Berlingo e Travagliato.
I Comuni di Berlingo (capofila), Rovato e Travagliato, riporta oggi la stampa locale, hanno raggiunto un accordo per un ricorso congiunto contro l’autorizzazione provinciale alla discarica, che insisterebbe sul territorio di Cazzago San Martino (Pedrocca).
Il ricorso dovrebbe essere presentato entro il 13 novembre, data che – secondo il sindaco di Berlingo Cristina Bellini – rappresenta il termine ultimo per contestare l’autorizzazione provinciale.
Anche Cazzago annuncia un ricorso, separato: sulle date, in questo caso, non c’è concordanza, dato che i legali consultati dall’Amministrazione cazzaghese sostengono che i tempi sarebbero più lunghi, essendo il 13 novembre la scadenza per “terzi” e non i diretti interessati, come appunto risulta essere Cazzago, sul cui territorio si svilupperà materialmente la discarica Drr da 100mila metri quadrati e un milione e 350mila metri cubi di rifiuti tecnicamente catalogati come “inerti”.
In attesa di vedere, nero su bianco, il ricorso, noi riceviamo e pubblichiamo da Cazzago questa nota, della locale Federazione della Sinistra, firmata da Andrea Sciotti, che è anche segretario del circolo di Rifondazione comunista di Rovato.
Ricordiamo che il contatto per inviarci comunicati e note è semprerovatopuntoorg@gmail.com:
DISCARICA DRR
I Cittadini di Cazzago S.M. ed in particolare gli abitanti della Pedrocca d’ora in poi sapranno chi ringraziare per l’ennesimo scempio sul loro territorio: l’Amministrazione PDL / LEGA del Sindaco Mossini.
Dopo aver sbandierato continuamente in campagna elettorale la loro contrarietà a qualsiasi tipo di discarica, la Giunta Mossini impone al nostro territorio già ampiamente dissestato un regalo di Natale anticipato:una mega discarica che smaltirà un milione e 350 mila metri cubi di rifiuti inerti o inertizzati!
Non facciamoci però ingannare dal nome perché inerti non sono: avremo scarti di fonderia, scorie non trattate, rifiuti dal trattamento di scorie, residui lavorazione marmi e altre porcherie.
Mentivano in campagna elettorale e mentono oggi affermando che il loro parere favorevole era relativo solo al progetto di viabilità dell’area (per la discarica).
Nell’atto di autorizzazione del progetto da parte della Provincia si dice esplicitamente in modo estremamente chiaro che “l’adeguamento stradale costituisce un presupposto essenzialealla realizzazione dell’impianto di smaltimento rifiuti.
Quindi l’apertura della discarica è subordinata all’adeguamento della strada; senza adeguamento della strada non ci sarebbe discarica!
Quindi se sei favorevole al nuovo progetto di viabilità, Assessore Capoferri, sei favorevole anche alla discarica!
Non contenti i nostri Amministratori confermano anche il proprio ruolo di capofila per l’attuazione di quanto sopra.
Per non volere veramente la discarica bisognava seguire l’esempio dei Comuni di Travagliato e di Berlingo: votare contro i lavori della nuova viabilità.
C’è anche un’altra cosa che lascia l’amaro in bocca ed è il fatto che il Sindaco Mossini , l’Assessore Capoferri e la Giunta erano al corrente di questo già da 8 mesi in quanto la Conferenza dei Servizi in cui si da il via libera alla discarica è datata 5 Aprile 2013……..e i Cittadini non si informano??!
Adesso si parla di ricorso al TAR; ben venga ! ma come prenderà in considerazione il Tribunale il ricorso fatto da chi ha creato il danno? Ricorrere contro un proprio parere ha decisamente del ridicolo.
Probabilmente dopo un anno e mezzo pressoché di immobilismo, la Giunta Mossini ha inteso fare qualcosa: un disastro.
La Federazione della Sinistra di Cazzago S.M. sosterrà tutte le iniziative che andranno nella direzione di una forte tutela del territorio e quindi contro ogni apertura di cave e discariche.
Suggeriamo ai quattro Comuni interessati di rinnovare un forte impegno verso l’attivazione del PLIS , insistendo e sollecitando la Provincia affinché lo faccia proprio, salvaguardando in questo modo l’intera area verde sovraccomunale.


                                                                                  Andrea Sciotti -      Federazione della Sinistra Cazzago S.M.

sabato 16 novembre 2013

SVENDOLA...ECCOLA LA VERA FACCIA DEL GOVERNATORE DELLA PUGLIA

Ci sono tanti modi per finire una carriera politica. Quello che la sorte ha riservato a Nichi Vendola è uno dei peggiori, proprio perché Nichi Vendola non era tra i politici peggiori. Aveva iniziato bene, con un impegno sincero contro le mafie e l’illegalità. Aveva pagato dei prezzi, ancor più cari di quelli che si pagano di solito mettendosi contro certi poteri, perché faceva politica da gay dichiarato in un paese sostanzialmente omofobo e da uomo di estrema sinistra in una regione sostanzialmente di destra. Ancora nel 2005, quando vinse per la prima volta le primarie del centrosinistra e poi le elezioni regionali in Puglia, attirava vastissimi consensi e altrettanti entusiasmi e speranze. E forse li meritava davvero.
Poi però è accaduto qualcosa: forse il potere gli ha dato alla testa, forse la coda di paglia dell’ex giovane comunista ha avuto il sopravvento, o forse quel delirio di onnipotenza che talvolta obnubila le menti degli onesti l’ha portato a pensare che ogni compromesso al ribasso gli fosse lecito, perché lui era Nichi Vendola. S’è messo al fianco, come assessore alla Sanità (il più importante di ogni giunta regionale) un personaggio in palese e quasi dichiarato conflitto d’interessi, come Alberto Tedesco. S’è lasciato imporre come vicepresidente un dalemiano come Alberto Frisullo, poi finito nella Bicamerale del sesso di Gianpi Tarantini, a mezzadria con Berlusconi. Ha appaltato al gruppo Marcegaglia l’intero ciclo dei rifiuti, gratificato da imbarazzanti elogi del Sole 24 Ore quando la signora Emma ne era l’editore. (…)
Ha stretto un patto col diavolo del San Raffaele, il famigerato e non compianto don Luigi Verzé, consegnandogli le chiavi di un nuovo ospedale a Taranto da centinaia di milioni. E si è genuflesso dinanzi al potere sconfinato della famiglia Riva, chiudendo un occhio o forse tutti e due sulle stragi dell’Ilva. Il fatto che, come ripete con troppa enfasi, non abbia mai preso un soldo dai Riva (…), non è un’attenuante, anzi un’aggravante. Non c’è una sola ragione plausibile che giustifichi il rapporto di complicità “pappa e ciccia” che emerge dalla telefonata pubblicata sul sito del Fatto fra lui e lo spicciafaccende-tuttofare dei Riva: quell’Archinà che tutti sapevano essere un grande corruttore di politici, giornalisti, funzionari, persino prelati. Un signore che non si faceva scrupoli di mettere le mani addosso ai pochi giornalisti non asserviti.
In quella telefonata gratuitamente volgare, fatta dal governatore per complimentarsi ridacchiando con il faccendiere della bravata contro il cronista importuno, non c’è nulla di istituzionale: nemmeno nel senso più deteriore del termine, nel più vieto luogo comune del politico scafato che deve tener conto dei poteri forti e delle esigenze occupazionali. C’è solo un rapporto ancillare e servile fra l’ex rivoluzionario che si è finalmente seduto a tavola e il potente che a tavola ha sempre seduto e spadroneggia nel vuoto della politica e dei controlli indipendenti, addomesticati a suon di mazzette.
(…) La telefonata con Archinà è peggio di qualunque avviso di garanzia, persino di un’eventuale condanna. Perché offende centinaia di migliaia di elettori che ci avevano creduto, migliaia di vittime dell’Ilva e i pochi politici che hanno pagato prezzi altissimi per combattere quel potere malavitoso. Perché cancella quello che di buono (capirai, in otto anni) è stato fatto in Puglia. Perché diffonde il qualunquismo del “sono tutti uguali”. Perché smaschera la doppia faccia di Nichi. Perché chi ha due facce non ce l’ha più, una faccia.
Marco Travaglio, il fatto Quotidiano, 16 novembre 2013
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venerdì 15 novembre 2013

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA'?

Ilva, la telefonata choc di Vendola: risate al telefono per le domande sui tumori

Nel luglio del 2010 il leader di Sel viene intercettato con Girolamo Archinà, il pr della famiglia Riva. "Dica che non mi sono defilato". E dà della 'faccia da provocatore' a chi chiedeva spiegazioni sui morti. Per tutta la giornata di ieri non ha risposto al Fatto

Vendola

E’ il 19 novembre 2009. La conferenza stampa di presentazione del “Rapporto ambiente e sicurezza” dell’Ilva è appena terminata. Luigi Abbate, giornalista dell’emittente tarantina Blustar Tv, si avvicina a Emilio Riva, 87enne ex patron dell’acciaio e gli chiede: “La realtà non è così rosea visti i tanti morti per tumore…”. Riva non è abituato a domande scomode. Abbozza una risposta bofonchiando: “Ve li siete inventati” e si salva grazie all’intervento del suo addetto alle relazioni istituzionali Girolamo Archinà, che strappa letteralmente il microfono dalle mani del giornalista. Il video finisce su Youtube e comincia a fare il giro d’Italia. Diversi mesi più tardi, nel luglio del 2010, appena tornato da un viaggio in Cina anche Nichi Vendola lo vede. A mostrarglielo sono stati “degli amici di Roma”, in quei giorni interessati al caso Ilva perché in quei giorni l’azienda era tornata sulle pagine dei giornali a causa della diffusione dei dati dell’Arpa sui livelli allarmanti di benzo(a)pirene a Taranto. Il video della conferenza stampa sarà al centro di una telefonata tra il governatore della Puglia e Archinà, considerato dai pm la “longa manus” dei Riva. 
Nell’intercettazione, il governatore di Puglia ride di gusto dicendo ad Archinà di aver apprezzato “lo scatto felino”. Confessa di essersi divertito insieme al suo capo di gabinetto. Definisce una “scena fantastica” l’immagine di Archinà che impedisce al giornalista di intervistare Emilio Riva. Il leader di Sel, ridendo, rivolge anche i suoi “complimenti” ad Archinà. Non solo. Riferendosi al giornalista lo definisce una “faccia di provocatore”. Vendola, che afferma di aver fatto davvero le battaglie a difesa della vita e della salute, suggerisce di “stringere i denti” di fronte a questi improvvisatori “senza arte né parte”. E aggiunge: “Dite a Riva che il presidente non si è defilato”.
Oggi Nichi Vendola è tra i 53 indagati dell’inchiesta “Ambiente svenduto”. Per la procura di Taranto, che ha coordinato l’attività investigativa della Guardia di finanza, il leader di Sinistra ecologia e libertà ha fatto pressioni sul direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, perché ammorbidisse il suo atteggiamento nei confronti dell’Ilva. Concussione. Girolamo Archinà, invece, è finito in carcere il 27 novembre 2012. Associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. Sono le ipotesi di reato da cui dovrà difendersi l’ex pr dell’Ilva insieme a Emilio, Fabio e Nicola Riva, all’ex direttore della fabbrica Luigi Capogrosso. Ma non è tutto. Archinà, infatti, è accusato anche di corruzione in atti giudiziari per aver versato una tangente di diecimila euro a Lorenzo Liberti, ex consulente della procura, incaricato di svolgere una perizia sulle emissioni nocive dello stabilimento siderurgico. Nel corso dell’inchiesta è anche emerso come molti cronisti locali (e alcune testate) fossero di fatto a libro paga di Archinà. Soldi per nascondere lo scandalo inquinamento e, soprattutto, per non fare domande. 
Per tutta la giornata di giovedì 14 novembre i cronisti de Il Fatto Quotidiano hanno provato a contattare telefonicamente Vendola e i suoi collaboratori. Il cellulare del governatore ha sempre suonato a vuoto. E nonostante l’invio di sms, il leader di Sel non ha mai risposto nè richiamato. 
di Francesco Casula e Lorenzo Galeazzimontaggio di Samuele Orini 
Ascolta la telefonata integrale

lunedì 11 novembre 2013

Comunicato stampa del Centro Sociale 28 maggio di Rovato, del Partito della Rifondazione Comunista e dei Cittadini per la Costituzione di San Vigilio – Concesio

COMUNICATO STAMPA

Sabato 9 novembre 2013 si è svolto il presidio sotto la Prefettura organizzato dal Centro Sociale 28 maggio di Rovato, dal Partito della Rifondazione Comunista e dai Cittadini per la Costituzione di San Vigilio – Concesio.
Abbiamo presentato un esposto al Prefetto per chiedere la chiusura di tutti i covi fascisti sul nostro territorio dopo: il “Sabato Fascista” organizzato da Casa Pound a San Vigilio, il presidio di Forza Nuova per “festeggiare” a suo modo le 363 vittime della strage di Lampedusa al crocevia di Sarezzo, i gravi attentati alla sede di Rifondazione Comunista di Lonato e al Centro Sociale 28 maggio di Rovato, le ripetute provocazioni al quartiere Carmine di Brescia.
Il clima di tensione latente si è accentuato quando abbiamo pubblicizzato il presidio su facebook; sui social network sono infatti comparse ripetute minacce, insulti e inviti ai camerati alla partecipazione al nostro presidio con i sampietrini.
Nella notte antecedente il presidio sono comparsi nel quartiere Carmine e nei pressi del luogo del presidio volantini oltraggiosi sempre riconducibili ai fascisti, tutto questo a dimostrazione che l’allerta che abbiamo voluto lanciare con il nostro esposto al Prefetto è legittima e oltremodo urgente.
Questo clima di tensione evidente avrebbe dovuto allertare le forze dell’ordine, che invece non sono state in grado di gestire le ripetute provocazioni dei nazifascisti presenti da ore nelle vicinanze del luogo del presidio e durante il suo svolgimento.
La questura non ha pensato che fosse utile isolare questi soggetti per renderli inoffensivi, creando i presupposti di una provocazione che ha generato un contatto che poteva essere evitato.
L’intervento tardivo e inefficiente della Celere ancora una volta si è scatenato contro i compagni e le compagne del presidio che tentavano di evitare un inasprimento della situazione.
Una nostra compagna è stata brutalmente manganellata sulla fronte, riportando un grosso ematoma e la rottura degli occhiali che fortunatamente non le ha lesionato gli occhi.
L’impressione che abbiamo è che lo scontro, chiaramente prevedibile, era auspicato per mettere in ombra e ridurre mediaticamente la nostra azione politica antifascista, azione che con l’esposto al Prefetto chiede un’urgente presa di posizione della massima autorità di Governo del territorio sul tema del rispetto della nostra Costituzione “senza se e senza ma”, come scritto nella copertina dell’esposto stesso:
Brescia, mortalmente colpita con la strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974, chiede ancora che ai suoi morti venga data verità e giustizia. Pertanto non possiamo tollerare che formazioni di chiara ispirazione fascista siano presenti sul nostro territorio promuovendo come da sempre POLITICHE DELL’ODIO NEI PERIODI DI CRISI!
A BRESCIA : IN FONDO A DESTRA dobbiamo avere solo serrande chiuse!!!
Brescia, 10 novembre 2013
                                                                                  Centro Sociale 28 maggio
                                                                                  Rifondazione Comunista
                                               Cittadini per la Costituzione di S.Vigilio-Concesio

mercoledì 6 novembre 2013

ECCO IL REGALO DI NATALE DELLA GIUNTA MOSSINI AI CITTADINI DI CAZZAGO S.M.

Discarica DRR approvata alla Macogna - 10 anni di ricorsi buttati dalla finestra!



(uno dei disegni premiati al concorso di idee istituito dalle amministrazioni comunali in carica nel 2010-2011 per sentire anche dai ragazzi del territorio come volevano veder riqualificata la zona della Macogna)


Gentili cittadini,
desideriamo esprimere la nostra posizione sull’autorizzazione di una discarica di inerti presso il bacino estrattivo della Macogna a ridosso della frazione Duomo, cogliendo l’occasione per fornire le informazioni necessarie affinchè ciascuno si formi un’opinione da solo.
Un amaro grazie alle amministrazioni comunali di Rovato e di Cazzago S.M. che, lo scorso 5 aprile 2013, hanno rilasciato un parere favorevole alla discarica di inerti della ditta DRR nel bacino della Macogna azzerando quasi 10 anni di ricorsi, contrariamente ai Comuni di Berlingo e Travagliato.
 
Un altrettanto amaro grazie alla Provincia di Brescia che lo scorso 10 Luglio (con notizia ricevuta dai Comuni solo qualche giorno fa), nonostante vi siano nel bresciano discariche di inerti costrette a ricercare materiale anche fuori Regione, ha autorizzato l’ennesima discarica di inerti mettendo quasi definitivamente sulla via della bocciatura  il progetto di PLIS che da anni le amministrazioni comunali chiedevano venisse riconosciuto dalla Provincia.
Le promesse elettorali dei sindaci di Rovato e Cazzago S.M. sono evaporate: a meno di un anno dalla loro elezione ottenuta anche grazie alla loro dichiarata opposizione a qualunque progetto di nuove cave o discariche nella zona si sono permessi di rilasciare un parere favorevole che ha aperto le porte non solo alla discarica DRR ma a ovvie richieste di autorizzazione che i proprietari dei lotti limitrofi formuleranno. E questi Comuni e la Provincia di Brescia con che faccia diranno di no a iniziative identiche a quella della DRR?
Questa situazione è insopportabile, come è insopportabile che l’amministrazione comunale di Rovato, sollecitata più e più volte sul tema sia in consiglio comunale che da cittadini durante assemblee pubbliche (l’ultima lo scorso Settembre a Duomo, la frazione rovatese affacciata alla Macogna durante una “giunta itinerante”) non abbia reso pubblico il parere positivo alla discarica lasciato agli atti in Provincia fin da aprile. Auspichiamo che, quantomeno le amministrazioni di Berlingo (che ha il pozzo comunale a poche centinaia di metri) e Travagliato facciano il loro dovere ricorrendo contro questa autorizzazione e rimanendo coerenti, almeno loro, alla posizione di contrarietà alle discariche nella Macogna.
Le amministrazioni di Rovato e Cazzago S.M. risponderanno ai loro cittadini di questo loro comportamento scandaloso, non troviamo altro aggettivo per definirlo. Sempre in attesa che Regione Lombardia si degni di modificare prima o poi la legge regionale che norma il settore estrattivo, rendendo la proprietà del fondo cava comunale. Ricordiamo che la proposta di legge avanzata dalle vecchie amministrazioni rovatese e cazzaghese è chiusa nei cassetti della Regione Lombardia dal 2004. Restiamo a disposizione di chiunque volesse ulteriori spiegazioni sulla vicenda.

Circolo PD Rovato”






Allegati:
Segnaliamo anche gli stralci dei documenti che certificano quanto da noi reso pubblico e che sbugiardano clamorosamente l’infantile tentativo dei sindaci di Rovato e Cazzago di mettere una pezza.
DOCUMENTO A:  Verbale conferenza dei servizi del 05/04/2013 in Provincia di Brescia reperibile in rete all’indirizzohttp://www.indiretta.info/rovato/files/2013/11/494921.pdf               
A pag. 4 di 6 si legge:
"....I comuni hanno espresso le seguenti valutazioni tecniche del progetto di discarica:
·         il Comune di Cazzago S.M. esprime parere positivo
·         Il Comune di Rovato esprime parere positivo   
Si legge inoltre:
"....Ritiene conclusa l'attività istruttoria le cui risultanze sono favorevoli al rilascio dell'autorizzazione anche in considerazione del parere favorevole del Comune interessato territorialmente ed alla VIA positiva..


DOCUMENTO B: 
L’atto amministrativo conseguente è stata l’autorizzazione provinciale del 10/07/2013 alla discarica di inerti della ditta DRR il cui testo è reperibile in rete all’indirizzo:
A pagina 8 di 30 si legge:
….RICHIAMATE a tutti gli effetti, anche motivazionali, i verbali delle riunioni della conferenza di servizi del 17/07/2012, 06f09/2012, 07711/2012, 29/01/2013, 05/04/2013 (verbali in atti), nonche' le risultanze della riunione conclusiva svoltasi in data 05/04/2013, nel corso della quale gli enti e gli  convenuti (Comune di Cazzago S. Martino, Comune di Rovato, Comune di Travagliato, Comune di Berlingo, ASL) hanno espresso i seguenti pareri:                                            
·         parere favorevole all‘accoglimento dell’istanza di approvazione del progetto e realizzazione della discarica in oggetto da parte del Comune di Cazzago S. Martino e del Comune di Rovato….

Nell’autorizzazione (che ha validità DECENNALE) si evidenziano anche quali rifiuti potranno entrare pag 21-22 di 30. Sono ben 43 tipologie diverse di rifiuti tra cui anime di fonderia, fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque dolci, terre derivate dalla lavorazione delle barbabietole, fanghi prodotti dai processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta, rifiuti del trattamento delle scorie, scorie non trattate ecc. Non proprio margherite.

Dal Blog di Angelo Bergomi http://angelobergomi.blogspot.it/