mercoledì 29 dicembre 2010

FIAT: 28 gennaio sciopero generale delle tute blu della CGIL



Secondo quanto affermato dal Segretario Generale della FIOM CGIL, Maurizio Landini, è in atto, da parte della FIAT il tentativo di cancellare il sindacato e “noi reagiremo chiamando a raccolta tutti i lavoratori metalmeccanici perché, se passa questo imbarbarimento generale vengono lesi i diritti di tutti”. Così il segretario della FIOM CGIL, Maurizio Landini, annuncia la mobilitazione dei metalmeccanici per il 28 gennaio.

Landini. nel suo intervento durante la conferenza stampa di oggi (29 dicembre), a seguito della riunione del Comitato Centrale della FIOM CGIL, parla di “un atto antisindacale, antidemocratico e autoritario”, da parte della casa automobilistica torinese, e si rivolge “a tutte le forze autenticamente democratiche perché siano vicine ai lavoratori”.Inoltre, aggiunge il leader delle tute blu della CGIL, “lanceremo una raccolta di firme in tutte le fabbriche del paese, incontreremo le forze politiche e chiederemo di parlare nelle assemblee elettive perché questo è un attacco senza precedenti ai diritti”. “La FIOM CGIL - ha concluso Landini - non la cancella la FIAT con un accordo separato. Questa è una pia illusione”.

Sulla vicenda, alle parole della FIOM CGIL, si sono aggiunte quelle del Segretario Confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, che ha sottolineato come “l'accordo di Mirafiori nasconde una natura politica che mira a cancellare la FIOM, non è quindi quest'ultima l'anomalia ma è la FIAT a fare politica'”. L'accordo separato siglato il 23 dicembre, ha aggiunto il dirigente sindacale denota ”da parte di FIAT una scelta di carattere autoritario dettata da una visione subalterna alla crisi per cui vanno messi in discussione i diritti dei lavoratori per fare gli investimenti: non è vero che tutto ciò è imposto dalla 'globalizzazione'”.

Leggendo bene bene l'accordo, ha spiegato Scudiere, “oltre le questioni di natura sindacale, emerge con forza il suo carattere politico, ovvero la decisione di escludere la FIOM CGIL”. Le stesse organizzazioni sindacali firmatarie di quell'accordo, ha fatto notare Scudiere, “stanno pericolosamente sottovalutando la portata di quell'accordo che, per dirla brutalmente, butta via la FIOM CGIL. Anche perché siamo in una condizione per cui non é vero che quello che si concede oggi si riconquista domani”.

Nave La «Stefana» in Consiglio

DAL GIORNALE DI BRESCIA 28/12/2010

Il Consiglio comunale di Nave è stato unanime nell'approvare un ordine del giorno del gruppo di opposizione L'Ulivo-Insieme per Nave che chiedeva l'attuazione di iniziative concrete a favore dei lavoratori del gruppo «Stefana SpA», da un anno in cassa integrazione ordinaria e straordinaria con prospettive non certo rosee.
Il documento, come da regolamento, doveva essere incluso nel prossimo Consiglio ma il sindaco Corsini ha detto «di condividerne lo spirito e di aprire subito la discussione». Gli interventi di Marco Bassolini (Ln), Marco Archetti (Gruppo Misto), Cesare Frati (Pdl), Rosanna Novaglio (Udc), Fabio Ravasio e Riccardo Frati (Ulivo) sono stati ispirati a una sostanziale condivisione. La minoranza ha chiesto al sindaco «di farsi portatore di sentimenti di solidarietà verso gli operai, colpiti dalla crisi e dal massiccio ricorso alla cassa integrazione. Inoltre, di sentire le parti sulla difficile situazione aziendale per ribadire le preoccupazioni per la situazione produttiva di un'azienda che tanto rappresenta per l'occupazione e la crescita economica della comunità». Il sindaco si è impegnato «a ricercare un dialogo tra le parti per arrivare ad un accordo condiviso, non sottacendo anche la difficoltà dell'impresa».

Trovate qui L'ordine del giorno presentato in Consiglio Comunale a Nave

Accordo di Mirafiori, Cremaschi: “Ritorno al fascismo.

Così l’Italia perde la democrazia e non conquista il lavoro” (AUDIO)

Ascolta il commento di Giorgio Cremaschi

Per il presidente del comitato centrale della Fiom "bisogna risalire al fascismo per trovare un accordo di tale gravità e portata antidemocratica come quello sottoscritto da Cisl, Uil e Fiat per Mirafiori. Oltre a distruggere le condizioni di lavoro, cancella non solo il diritto allo sciopero ma il diritto dei lavoratori ad avere una rappresentanza democratica eletta. Un fatto senza precendenti nella storia della democrazia italiana".

domenica 26 dicembre 2010

SCIOPERO GENERALE..... E LA CAMUSSO SI ADEGUI.

Giorgio Cremaschi - Liberazione 24 dicembre 2010
Susanna Camusso ha detto agli studenti che non ci sono le condizioni per lo sciopero generale. E' una risposta assolutamente infelice e totalmente sbagliata, almeno per due ragioni di fondo. In primo luogo, se per mancanza di condizioni si intende l'assenza di motivi sufficienti per scioperare, siamo all'assurdo. Cosa deve succedere ancora? La crisi economica avanza e con essa un disegno delle caste dominanti in Italia e in Europa che propone una catastrofe sociale senza precedenti. Non c'è la ripresa e chi lavora viene costretto agli straordinari, chi ha perso il lavoro viene lasciato nella disoccupazione, cresce la precarietà soprattutto dei giovani, mentre si distrugge ciò che resta dello stato sociale. Questa è la ricetta greca che si vuole applicare un po' alla volta in tutta Europa, non basta essa per scioperare? In Italia l'attacco ai diritti del lavoro è parte integrante della gestione reazionaria e autoritaria della crisi. E' stato approvato il collegato lavoro, che distrugge i principi centenari del diritto del lavoro e che da solo sarebbe motivo sufficiente per uno sciopero generale. Marchionne impone che la Fiat auto esca dal contratto nazionale e addirittura che Mirafiori esca dalla Confindustria, con il solo motivo di impedire alla Fiom di partecipare alle elezioni per le rappresentanze sindacali aziendali. Questo atto di autentico fascismo aziendale sarebbe da solo motivo sufficiente per uno sciopero generale: dal 1945 a oggi mai si era così minacciata la libertà dei lavoratori italiani. E' un autolesionismo privo di senso proporsi di fare un patto sociale con una Confindustria che o sostiene o subisce, ma comunque accetta la linea di Marchionne. (...)

mercoledì 22 dicembre 2010

Stefana, la direzione al sindacato: «Pronti alla solidarietà»

DAL GIORNALE DI BRESCIA 22/12/2010
Dopo la recente manifestazione di protesta dei lavoratori della Stefana di Nave e Ospitaletto, la direzione aziendale, con una nota, precisa alcune questioni aperte.
«A proposito di contratto di solidarietà - si legge nella nota - gli addetti sindacali sanno bene che, come scritto nell'allegato al verbale di consultazione depositato in Regione Lombardia il 15 novembre 2009, la nostra azienda era disponibile all'utilizzo di tale strumento. E anche ora l'azienda mantiene la proposta di ricorrere, con l'accordo sindacale, al contratto di solidarietà».
La direzione Stefana precisa anche la questione del contratto integrativo aziendale. «Ricordiamo alla controparte sindacale - continua la nota - di avere loro proposto una bozza di accordo a fine luglio 2008 che non fu accettata. Dopodiché, in relazione alla situazione economica che ha colpito anche il nostro settore, le trattative sono state sospese. Precisiamo tuttavia che i rappresentanti dei lavoratori erano in linea di massima d'accordo sulla parte economica, mentre non avevano riconosciuto la contropartita richiesta di ottimizzare l'uso degli impianti con una gestione più elastica nell'impiego delle risorse umane».
Sul fronte della formazione, l'azienda sottolinea di essere «impegnata in via continuativa a mantenere efficiente il livello formativo, soprattutto ora che i tempi di maggiore disponibilità dei lavoratori, durante i periodi di cassa integrazione, ne permettono l'incremento». «Ciò nonostante - si legge - i rappresentanti dei lavoratori non hanno dato il loro assenso all'utilizzo dei fondi che sono stati in via istituzionale messi a disposizione».
«Indipendentemente da queste problematiche - si precisa da Nave - l'azienda ha continuato a mantenere invariati i piani di investimento preannunciati, dopo la realizzazione del nuovo treno di laminazione tondo per cemento armato in presa diretta con l'acciaieria in Ospitaletto».
«Abbiamo mantenuto invariato l'organico - prosegue la direzione - come del resto è dimostrato nei fatti, anche dopo l'incorporazione della Profilatinave e ciò per essere pronti quando il trend di mercato ci permetterà di riprendere l'attività in accordo con quella stabilità che dovrebbe riappropriarsi dello spazio oggi occupato dalla volatilità. La dirigenza si augura che queste indicazioni vengano prese in considerazione nello spirito dell'incontro degli interessi reciproci».

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Fà piacere leggere dalle pagine dei giornali la piena disponibilità da parte dell'azienda sui contratti di solidarietà,ma ci si dimentica(volutamente)di ricordare che il contratto di solidarietà,cosi come l'azienda intendeva praticare e come aveva presentato al tavolo della Regione lo scorso anno,non avrebbe avuto il consenso da parte del Ministero del Lavoro,come più volte ricordato ricordato anche dal funzionario della Regione.
Il cronista non spiega le ragioni che hanno portato alla bocciatura del contratto di solidarietà,che la direzione intendeva sfruttare a modo suo.La totale flessibilità dei lavoratori,l'uso dello straordinario sono strumenti che non possono esistere in regime di contratto di solidarietà.
L'uso che si è fatto della Cig in questi anni ha portato i lavoratori a perdere salario e istituti contrattuali che la Stefana ha deciso di non integrare in nessun caso.
Mentre nella maggior parte delle aziende siderurgiche Bresciane,le direzioni aziendali hanno intrapreso con il sindacato un percorso teso a salvaguardare il salario, alla Stefana si cerca di colpire i lavoratori in tutti i modi possibili.Proprio ieri si è concordato cn la direzione il fermo produttivo fino al 10 gennaio,utilizzando 3 settimane di Cig.Dopo un anno di cassa integrazione straordinaria a partire dal 16 Novembre si è fatto ricorso alla Cig ordinaria che risulta essere disponibile per 16 settimane che si incrementeranno fino ad avere una copertura totale fino a Novembre, quindi i lavoratori sanno per certo di essere colpiti ancora per tutto il 2011.Nell'articolo del giornale di brescia, viene rispreso anche il discorso sul contratto integrativo scaduto da 36 mesi,non voglio ritornare su cose già dette, ma voglio dire alla direzione che gli operai non sono disposti a rinunciare ai loro diritti , in cambio di due soldi rendersi totalmente flessibili come Marchionne stà tentendo di fare alla Fiat ma che molti vorrebbero poter esportare in tutti i settori.

mercoledì 15 dicembre 2010

Stefana, lavoratori in piazza


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Il corteo dei lavoratori della Stefana ieri a Nave: gli addetti chiedono maggiori garanzie sul futuro, dopo mesi di cassa integrazione
NAVE«Il gruppo Stefana è sordo alle richieste dei lavoratori che chiedono, innanzitutto, la tutela del loro salari. Inoltre di poter discutere sul rinnovo del contratto aziendale e, infine, di fare chiarezza sul futuro degli stabilimenti del gruppo» (Nave, Ospitaletto e Montirone).
Sono queste, in sintesi, le richieste avanzate dalla Fiom-Cgil, nel corso di una manifestazione sindacale, svoltasi ieri mattina a Nave. A guidare la protesta Francesco Bertoli della segreteria della Fiom, affiancato dai delegati sindacali degli stabilimenti del gruppo Stefana.
Lo sciopero si è svolto in modo ordinato. Striscioni e distribuzione di volantini per sensibilizzare i cittadini di Nave, denunciando la gravità della situazione, hanno caratterizzato la manifestazione che ha sottolineato lo stato di disagio degli operai, «costretti a rapportarsi quotidianamente con una realtà produttiva che non intende confrontarsi in un dialogo costruttivo nell'interesse della proprietà e dei lavoratori». Questa analisi è stata ribadita da Bertoli, al termine del corteo, concluso in via Bologna, davanti allo stabilimento Stefana, dopo una mattinata caratterizzata da un freddo intenso.
Ma la temperatura polare (la colonnina di mercurio segnava -4°) non ha fermato la volontà di questi lavoratori, alle prese con la cassa integrazione ordinaria o straordinaria, orari a singhiozzo, l'incertezza del domani, che finisce con il ripercuotersi in ambito familiare, con conseguenti disagi e rinunce per arrivare alla fine del mese.
Circa 250 lavoratori hanno aderito alla manifestazione, partita davanti al piazzale dell'ex Profilati (ora Stefana), percorrendo via Brescia (sp 237 del Caffaro). Hanno aderito anche colleghi della Valtrompia, venuti in pullman ad esprimere la loro solidarietà.
Lo sciopero ha creato problemi di traffico, in quanto in direzione est si sono create lunghe code, mentre in quella opposta il traffico è proceduto a singhiozzo. Ma il tutto è stato regolato dai carabinieri della stazione di Nave e dalla polizia locale. I manifestanti si sono poi fermati al mercato settimanale di Nave per distribuire volantini.
Per la Fiom-Cgil la manifestazione è stata coronata da successo. La richiesta più significativa? «Utilizzare lo strumento dei contratti di solidarietà - ha concluso Bertoli - come altre imprese hanno fatto, senza dimenticare che alla Stefana il rinnovo del contratto integrativo manca da tre anni».
Dal Giornale di Brescia 15/12/2010 Sergio Botta

martedì 14 dicembre 2010

Alla Stefana la crisi la fanno pagare ai lavoratori

I lavoratori della Stefana,acciaieria e laminatoio di Ospitaletto e laminatoio di Nave di via Bologna,sono di nuovo in cassa integrazione ordinaria dopo 12 mesi di cassa integrazione straordinaria e dopo avere già esaurito le 52 settimane di Cig ordinaria in precedenza.Questo lungo periodo di crisi ha già comportato un decurtamento rilevante degli stipendi dei lavoratori e proseguirà probabilmente anche per il prossimo anno.
Gli altri lavoratori del gruppo Stefana,ex profilati Nave,sono ad oggi coinvolti in periodi di Gic,il laminatoio di via Brescia a Nave ricorre periodicamente alla Gig mentre l'acciaieria di Montirone dall'inizio di Ottobre è in Cig straordinaria.
La crisi riguarda anche le altre aziende siderurgiche Bresciane ma le direzioni aziendali e le proprietà di queste aziende hanno concordato con il Sindacato l'utilizzo di strumenti che hanno consentito di garantire ai lavoratori un salario dignitoso ricorrendo ai contratti di solidarietà con integrazioni a carico dell'azienda,oppure ad integrazioni economiche alla Cig,inoltre in molte aziende siderurgiche sono stati sottoscritti anche gli accordi aziendali per il rinnovo del contratto integrativo che alla Stefana manca da 36 mesi.
La manifestazione di oggi ha portato a conoscenza dell'opinione pubblica la situazione che stanno vivendo gli oltre 700 lavortori del gruppo Stefana.Un ringraziamento a tutta la popolazione di Nave,che pur avendo subito dei disagi ha incoraggiato la nostra lotta e ritenuto giuste le nostra lotte contro un "PADRONE"che se ne frega dei suoi lavoratori e delle loro famiglie che stanno vivendo un periodo difficile

lunedì 13 dicembre 2010

Continua la lotta alla Stefana

Martedì 14 Dicembre appuntamento a Nave, davanti la sede della profilati Nave per proseguire in corteo fino alla sede del gruppo Stefana.Gli operai degli stabilimenti di Ospitaletto,Montirone e Nave sfileranno per le vie del paese per portare la lotta per il contratto integrativo scaduto da 34 mesi,all'attenzione dei cittadini.Il gruppo Stefana di proprietà della famiglia Ghidini conta circa 700 dipendenti,che stanno lottando da mesi per vedersi riconosciuto un aumento salariale previsto dalla contrattazione nazionale.Nonostante l'attuale proprietà sfrutti la Cig in modo indiscriminato da 6 anni, facendo pagare alla collettività la crisi in cui verte il comparto siderurgico,gli operai dell'acciaieria di Ospitaletto hanno messo in campo scioperi giornalieri ,che la manifestazione di domani porterà alla conoscenza dei cittadini di Nave.

mercoledì 8 dicembre 2010

In mille per i ragazzi della gru «Sabato una manifestazione»

L'INCONTRO. Alla scuola media Bettinzoli tutto esaurito per una serata che ha portato a Brescia anche il Nobel Fo.

Jimi: «Ho pagato 6.200 euro, non ho fregato proprio nessuno» Arun: «Se vogliono imbrogliarci ci sono tante cose da occupare»

A tre settimane dalla discesa dei quattro immigrati saliti sulla gru del cantiere Metrobus, Brescia incontra i protagonisti di una protesta che ha tenuto i riflettori nazionali puntati a lungo su via San Faustino. Arun, Jimi, Sajad e Rachid arrivano all'auditorium della scuola media Bettinzoli nell'ambito dell'iniziativa «Parliamo con loro» organizzata dal «Presidio sotto la gru», e la sala è talmente piena che gli organizzatori sono costretti a chiudere le porte già prima dell'inizio. Troppe persone, quasi un migliaio, assiepati sulle scale e sotto il palco, persino riunite a crocchi nel giardino ad ascoltare quantomeno la voce degli oratori, tra cui spicca naturalmente l'eccezionale presenza del premio Nobel Dario Fo accompagnato dall'inseparabile Franca Rame. C'è anche Manlio Milani, presidente dell'associazione delle vittime di Piazza Loggia.
L'incontro comincia con la proiezione di un video che ripercorre gli eventi di ottobre e novembre scorsi e lancia un nuovo appuntamento, una manifestazione a Brescia per sabato. Poi le luci di scena calano e l'attrice Barbara Pizzetti legge alcuni messaggi di solidarietà mandate a Radio Onda d'Urto: «Il vostro gesto fa tremare chi ha imparato a tenere gli occhi bassi" è un verso della poesia scritta da "Donne sotto la gru»; «Grazie di essere venuti nel nostro paese e di aver scelto Brescia», ci tiene a dire Elena.
Poi prende la parola Jimi: il ragazzo egiziano di 25 anni racconta la sua storia, co
me è entrato in Italia da clandestino e quanto ha sperato, dopo due anni senza poter nemmeno farsi vedere in un ospedale, di potersi regolarizzare nel 2009: «Ho pagato in tutto 6200 euro, tra contributi e sanatoria - dice Jimi - e non ho cercato di fregare nessuno. Se ci fosse stato un cane, lassù sulla gru, in 12 ore avrebbero fatto di tutto per lui, l'avrebbero aiutato». «Siamo lavoratori - gli fa eco Arun - non ladri o delinquenti. Ma se vogliono fregarci ancora, ci sono tante cose da occupare».
QUANDO DARIO FO e Franca Rame salgono sul palco l'ovazione è generale: Franca racconta una storia analoga accaduta negli anni '70 «ma allora tutta Milano ebbe il portafogli e il cuore in mano per aiutare chi era in difficoltà»; Dario invece ricorda le origini di Brescia nel '500, citando un vecchio editto della nostra città: «Quando un uomo batte alla porta inseguito dagli sgherri, tutto ciò che gli chiediamo è se sa e vuole lavorare con noi». Seguono gli interventi del professor D'Andrea, dell'avvocato Vicini, di Edda Pando e di padre Storgato.

Dal BresciOggi

30 anni mentre aspettavo il treno per partire per il militare mi arrivava la notizia della sua morte.Voglio ricordarlo cosi.

"5 Stelle? Soltanto a parole"
Il J'accuse di una grillina delusa

di Monica Fontanelli"Lascio il Movimento di Beppe Grillo per la mancanza totale di democrazia all’interno, per la povertà culturale, intellettuale, politica. Non c’è un progetto serio di società, solo slogan".
Continua.......

Ricordando un grande rivoluzionario

SABATO 11 NOVEMBRE A BRESCIA

Sabato pomeriggio a Brescia 2 importanti appuntamenti da non mancare.Alle 0re 15 in via S.Faustino partirà una manifestazione dei migranti e degli antirazzisti,mentre sempre nel pomeriggio e durante la serata appuntamento con Don Gallo il prete degli ultimi.Sempre la sera al magazzino 47 cena vegetariana per raccogliere fondi a sostegno della lotta dei migranti.

Don Gallo a Brescia....il prete degli "ultimi"

sabato 4 dicembre 2010

Mirafiori, salta la trattativa Fiom: no a modello Pomigliano

La trattativa sul piano per Mirafiori e' finita. Per l'azienda non esistono le condizioni per raggiungere un'intesa.

Al termine di una riunione ristretta con i sindacati la Fiat "ha preso atto che non esistono le condizioni per raggiungere una intesa sul piano di rilancio dello stabilimento di Mirafiori". E' quanto si afferma in una dichiarazione della Fiat.

Netto il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini: "Si conferma il tentativo di usare l'accordo per superare il Contratto nazionale. Ora è necessario dare la parola ai lavoratori convocando le assemblee". E prosegue: "Si conferma che il modello Pomigliano, proposto anche per lo stabilimento di Mirafiori, punta a superare il contratto nazionale, a cancellare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e ad affermare in Italia un modello aziendalistico e neocorporativo. Il Contratto nazionale senza deroghe, quello del 2008, è l'unico che può permettere di affrontare le nuove esigenze produttive, senza peggiorare le condizioni di chi lavora. A questo punto è necessario coinvolgere i lavoratori e le lavoratrici e farli decidere sulle loro condizioni. Proponiamo che, a partire da lunedì, siano convocate le assemblee."