giovedì 24 dicembre 2009

Tra burocrazia e razzismo, l'allarme discriminazioni lanciato dalla Cgil.

È un vero e proprio allarme discriminazione quello lanciato dalla Cgil;
un invitoad alzare il livello di guardia, e possibilmente a mobilitarsi, contro i crescenti episodi discriminatori messi in atto dalle amministrazioni di alcuni comuni bresciani: le borse di studio riservate ai cittadini italiani di Castelmella, l'uso obbligatorio della lingua italiana a Trenzano, il tristemente famoso «White Christmas» di Coccaglio, l'accanimento burocratico contro gli immigrati a Ospitaletto, Villa Carcina e Montichiari, le restrizioni igienico-sanitarie imposte solo per alcuni edifici, abitati da immigrati, il fenomeno è in espansione, purtroppo. Siamo di fronte a una strategia politica ben precisa messa in atto dalla Lega nord; una strategia volta ad aumentare la tensione sulle tematiche dell'immigrazione e a raccogliere consensi».

ringraziamo il compagno Werner per le immagini.
Quando un'Amministrazione fa un'ordinanza che obbliga a tenere le riunioni pubbliche rigorosamente in lingua italiana, ci sono due strade: si può fare ricorso contro la burocrazia che nasconde intenti razzisti o si prende in giro, in modo giocoso, l'Amministrazione stessa.
La Cgil di Brescia ha deciso di percorrere entrambe le strade. E così, se nei giorni scorsi (insieme all'Asgi, Associazione studi giuridici sull'immigrazione) la Cgil ha annunciato il ricorso contro l'ordinanza dell'Amministrazione di Trenzano (e contro altre ordinanze discriminatorie a Castelmella e Montichiari).


Oggi pomeriggio mercoledì 23 dicembre 2009, ha promosso un brindisi multilingue nella piazza del municipio del paese della bassa bresciana. In tutto un centinaio di persone tra cui una trentina di immigrate residenti in paese per uno scambio di auguri in italiano, inglese, francese, arabo, albanese.
Il segretario della camera del lavoro Marco Fenaroli, prima degli auguri in multilingue, ha letto un brano in dialetto bresciano di un poeta di Brescia, che racconta le vicissitudini della sacra famiglia; da un assurdo censimento che ha fatto spostare di centinaia di km povera gente, al respingimento dal paese di queste persone perchè non benestanti, fino alla nascita di quel povero bambino nella stalla fredda. Maria e Giuseppe erano migranti perseguitati, Gesù era loro figlio.
In attesa di capire se in futuro potranno essere organizzati corsi di lingua inglese a Trenzano, una parte della delegazione della Cgil e dei partecipanti, si è recata poi a Desenzano, davanti ai cancelli della Federal Mogul, azienda del settore dell'automotive che a fine anno, secondo le intenzioni della multinazionale proprietaria, dovrebbe cessare l'attività, lasciando senza lavoro i 196 lavoratori e lavoratrici, e una parte invece, si è recata a Coccaglio, dove le donne marocchine auguravano buon Natale in piazza, servendo il The marocchino.
(alcuni passaggi, tratti dal sito della camera del lavoro)
Natale, un giorno (di Hirozaku Ogura)
"Perché/ dappertutto ci sono cosi tanti recinti?/ In fondo tutto il mondo e un grande recinto./ Perché/ la gente parla lingue diverse?/ In fondo tutti diciamo le stesse cose./ Perché/ il colore della pelle non è indifferente?/ In fondo siamo tutti diversi./ Perché/ gli adulti fanno la guerra?/ Dio certamente non lo vuole./ Perché/ avvelenano la terra?/ Abbiamo solo quella./ A Natale - un giorno - gli uomini andranno d’accordo in tutto il mondo./ Allora ci sarà un enorme albero di Natale con milioni di candele./ Ognuno ne terrà una in mano, e nessuno riuscirà a vedere l’enorme albero fino alla punta./ Allora tutti si diranno "Buon Natale!" a Natale, un giorno.

lunedì 21 dicembre 2009

Per Natale vogliamo altri regali: usiamo in maniera più utile 14 miliardi dei caccia F35!


Il super-caccia F35 costa di più... e anche Lockheed Martin dovrà pagare!

La Lochkeed Martin deve pagare parte dei costi maggiorati del programma F-35 Joint Strike Fighter di cui è capocommessa! Non si può rimanere in silenzio di fronte ad una crescita della spesa di 16,5 miliardi di dollari maggiore del previsto!" Chi dice questa parole?Chi lancia questi strali? Saranno dei pacifisti, dei disfattisti, degli anti-militaristi convinti? No, tutt'altro. Queste sono le parole pronunciate a più riprese da alti esponenti politici del Pentagono che, per la prima volta in un comparto così protetto come quello dell'industria militare, hanno fatto sapere di non poter più reggere il gioco al rialzo delle aziende. Soprattutto se condotto contemporaneamente a continui ritardi sulle tabelle di marcia. L'azienda, a capo del più grande progetto di sviluppo di armamento della storia a cui partecipa anche Finmeccanica tramite Alenia Aeronautica, si difende dicendo che i dati forniti dal Pentagono costituiscono il "peggior caso possibile tra le stime. In tutto questo come si colloca l'Italia, che è partner primario del progetto? Sembra che nulla tocchi il silenzio di tomba che è stato scelto sul tema dal nostro Governo, nonostante la mobilitazione in corso di Rete Disarmo e Sbilanciamoci (www.disarmo.org/nof35). Eppure queste ultime notizie confermano i dubbi espressi da tempo dalle associazioni disarmiste sui reali costi dell'operazione F-35 per il nostro paese: se addirittura il Pentagono si preoccupa di far pagare le spese in più alle industrie militari perché da noi non esiste alcuna riflessione seria in merito? E il nostro Governo continua a non dire perché, quando e quanti soldi andrà a sborsare per il super-caccia di nuova generazione (ma dai progetti e costi traballanti, come visto). Al posto di usare questi fondi per asili, scuole, sanità, prevenzione dei disastri naturali, occupazione, economia, ricostruzione dei luoghi terremotati...

domenica 20 dicembre 2009

Mi vergogno di essere Bresciano

Il video si commenta da solo!!

Presidio Hotel Vittoria

Pubblico alcune foto del presidio degli operai della Stefana di Nave e Ospitaletto davanti all'Hotel Vittoria di proprietà del Sig. Ghidini.Il presidio voleva far conoscere all'opinione pubblica la situazione degli operai della Stefana che dopo un anno di Cig sono stati messi per altri 12 mesi in Cigs a 850 euro mensili senza avere neanche un euro di integrazione salariale(come avvenuto nella altre aziende siderurgiche Bresciane).Questo presidio è solo l'inizio di un conflitto che si è manifestato all'interno delle fabbriche del Sig.Ghidini e con la quale la direzione dovrà misurarsi quando la ripresa dell'attività produttiva avrà bisogno della collaborazione degli operai.

Auguri a tutti gli operai del gruppo Stefana

sabato 19 dicembre 2009

Copenaghen flop

Impegni volontari e su base nazionale, senza verifica né scadenze. Il vertice si chiude con un accordo che delude le speranze del mondo.


Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche. (Toro Seduto)

Lavoro, il ritorno del mutuo soccorso

A Brescia raccolgono fondi per aiutare gli operai senza lavoro. In Emilia le casse di resistenza. Una risposta socialmente organizzata alla carenza di politiche nazionali. E il sabato sera si organizza la sagra del tortellino per auto-finanziarsi

di Antonio Fico

Per uno strano parallelismo della storia questa crisi, innescata da sofisticati meccanismi finanziari, sarà anche ricordata per il ritorno di forme di solidarietà antiche che sembravano relegate agli albori del movimento operaio. A 150 anni dall'esordio delle casse operaie – le prime società nacquero ai tempi della Prima Internazionale ed ebbero il loro apice nel 1904 con oltre 900 mila soci prima che il fascismo le mandasse in soffitta – a Brescia rilanciano il mutuo soccorso. Mentre in molte fabbriche i lavoratori in lotta stanno recuperando le vecchie casse di resistenza. In particolare in Emilia, storica roccaforte rossa, si moltiplicano nelle forme più spontanee i fondi istituiti dagli stessi lavoratori per sostenere quelli che presidiano le fabbriche.

Nella Leonessa d'Italia, di fronte ai morsi della congiuntura economica sfavorevole, che si annuncia ancora lunga e imprevedibile, l'idea di istituire un fondo per sostenere i lavoratori licenziati o in cassa integrazione, è stata lanciata dalla Cgil. Ma perchè ripescare dal pozzo della storia? “Abbiamo discusso a lungo su come dare un aiuto in modo organizzato – racconta Marco Fenaroli, segretario della camera del Lavoro – e ci siamo convinti che è l'unico modo per mantenere un legame con chi sta perdendo il posto di lavoro e il reddito, e rischia di rimanere solo. Il mutuo soccorso è una risposta socialmente organizzata, un secolo fa come oggi, alla carenza di politiche nazionali”.

A Brescia sono 60 mila i lavoratori in cassa integrazione a 700 euro al mese, e circa 30 mila i licenziati. Una situazione devastante che rischia di provocare un vero e proprio terremoto sociale. Da questa considerazione è partita l'iniziativa, che sta sortendo i primi frutti. Nel giro di un mese, la Camera del lavoro ha raccolto 50 mila euro, soldi provenienti per il momento dai dirigenti e dai quadri sindacali. “Abbiamo deciso inizialmente di autotassarci – spiega il segretario – 250 euro a testa per funzionario. Ci è venuto un aiuto anche da tutte le strutture territoriali e di categoria e presto partiremo con la raccolta nei mercati rionali, presso gli uffici pubblici”.

I soldi raccolti con la sottoscrizione di biglietti da 2,5, 5 e 10 euro (la Cgil ne ha fatti stampare 50 mila) saranno periodicamente girati alla Caritas che confezionerà pacchi da distribuire alle famiglie in difficoltà o usati per diffondere il microcredito. In poche settimane le richieste di prestiti hanno superato quota 350 e serviranno ai lavoratori per fara fronte soprattutto alle bollette, che divorano, in assenza di entrate, i magri bilanci familiari.

“Quello che sta accadendo – evidenzia Fenaroli – è che la gente sta risparmiando anche sulla luce e sul gas, il cui costo annuo varia tra gli 800 e i 1000 euro; fa sorridere amaramente l'epiteto di 'privilegiati' lanciato ai cassintegrati da qualcuno”.

Un altro aspetto di rilievo è che circa il 60 per cento delle richieste di finanziamento arriva da immigrati. Una risposta al razzismo della Lega, che qualche tempo fa lanciò la proposta di dare incentivi ai lavoratori stranieri che sarebbero tornati ai loro Paesi. “Sia chiaro – sottolinea Fenaroli – il muto soccorso non sostituisce le responsabilità dello Stato, che deve varare misure adeguate a questa crisi”.

Sono, intanto, molti i casi in cui i lavoratori promuovono le casse di resistenza. E' accaduto all'Ideal Standard. Ne hanno istituita una all'Agile, ex Eutelia, dove da quattro mesi i dipendenti sono senza stipendio, e alla Phonemedia, entrambe società controllate dalla Omega, al centro di una vicenda giudiziaria dai contorni poco chiari.

Ma è in Emilia che in modo diffuso molte fabbriche stanno rispolverando le casse di resistenza. A Reggio, in particolare la Spx, azienda di macchinari, 60 licenziati su 210 dipendenti, chi entra a lavoro versa un quinto del proprio stipendio ai lavoratori che rimangono a turno in presidio, e il sabato sera si organizza la sagra del tortellino per auto-finanziarsi. Così alla Tecnogas, dove ai 400 dipendenti che rischiano il posto danno una mano tra i fornelli delle cene di solidarietà i dirigenti e gli operai di altre fabbriche della provincia.

Il sociologo del lavoro Luciano Gallino sottolinea due aspetti del fenomeno: “E' un chiaro ritorno alle origini. Con questa crisi il sistema che era stato messo in piedi negli anni 70 ha mostrato limiti e problemi: dopo pochi mesi, le persone sono di fatto senza reddito. E così si riscoprono forme di solidarietà come la condividione degli orari o il mutuo soccorso. Vedo un aspetto positivo nel ritorno ad un sentimento collettivo dopo gli anni della solitudine e dell'individualismo, con cui si cerca di mitigare insieme ai propri anche i problemi degli altri”.

Da Rassegna.it



martedì 15 dicembre 2009

SIDERURGIA

La ripresa più volte sbandierata dal Governo, non sembra trovare riscontri nelle aziende Siderurgiche.La tabella contiene i dati raccolti sulla situazione della cassa integrazione ordinaria (numero settimane fatte, scadenza delle 52 settimane) di quella della CIGS e dei Contratti di Solidarietà nelle aziende Siderurgiche Italiane da sempre termometro della ripresa economica e lavorativa.

CONGRESSO CGIL

Verso il XVI congresso, sabato a Brescia la presentazione della mozione "La Cgil che vogliamo" con Gianni Rinaldini e Marco Fenaroli.

sabato 12 dicembre 2009

Il sindaco imbavaglia i circoli etnici «O parlate italiano o non vi riunite»

Trenzano e il suo Sindaco Andrea Bianchi proprio non se la sono sentita di rimanere fuori dalle cronache giornalistiche cosi si sono inventati una nuova ordinanza per apparire nelle cronache nazionali.L'ordinanza comunale che - come avvenuto per l'operazione «White Christmas» a Coccaglio, rischia di diventare un caso nazionale. Il sindaco Andrea Bianchi ha bandito l'uso delle lingue straniere durante i raduni di circoli e associazioni locali. Una misura che molti hanno già bollato come «ad personam» per un centro culturale islamico, gestito da una piccola comunità marocchina e attivo da qualche settimana a Trenzano. Il centro culturale, ironia della sorte, è stato realizzato in un immobile concesso in locazione da un ex assessore leghista, uscito burrascosamente dalla Giunta in carica lo scorso giugno. Poche settimane dopo l'inaugurazione del circolo, la Giunta di centrodestra ha sentito il bisogno di «di disciplinare le riunioni pubbliche o in luoghi aperti al pubblico da parte di associazioni, comitati o enti che perseguano scopi culturali, religiosi o politici». Il regolamento impone l'obbligo tassativo di tenere le riunioni esclusivamente in lingua italiana.
Oggi alle 16 è stato convocato un Consiglio comunale straordinario, con all'ordine del giorno una mozione presentata dalla maggioranza sulla «contrarietà alla costruzione di moschee e o centri culturali islamici nel comune di Trenzano»

Presido Antifascista

A brescia presidio antifascista contro Casapound

Ieri sera, promosso dalla rete antifascista, un centinaio di compagni hanno presidiato e manifestato contro l'associazione fascista casapountd.
ANTIFASCISMO E' ANCORA UN VALORE CULTURALE DA DIFENDERE!!!!!

giovedì 10 dicembre 2009

Casapound a Brescia vuol celebrare piazza Fontana appropriandosi del Chè


Domani 11 dicembre presidio in via Montesuello

Anche a Brescia Casapound, coloro che si autodefiniscono i "fascisti del terzo millennio", tenta di piantare le sue velenose radici.
Rifondazione Comunista aderisce al presidio indetto dalla "Assemblea antifascista bresciana" per le ore 19.00 di domani 11 dicembre in via Montesuello, ed invita tutti a partecipare. Scarica e diffondi il volantino

L'ACQUA NON E' PIU' UN BENE COMUNE!.....GRAZIE ALLA LEGA NORD.....


E' soprattutto la Lega ed il ministro Calderoli in particolare,che dobbiamo ringraziare,se con il Decreto Legge 09/09/2009,entrato in vigore il 9 novembre,la gestione dell'acqua passa nelle mani dei privati,e di quelle imprese multinazionali(spesso compartecipate da società con sede in paesi dei paradisi fiscali)come HERA/IRIDE/A2A/ACEA etc.
Nei prossimi anni e nell'immediato futuro,l'acqua bene essenziale,sarà sempre più un bene di grande valore,grazie allo spreco indiscriminato,che il nostro sistema di vita e il sistema economico capitalistico in generale ne fa.Sempre più,chi avrà a disposizione il "bene acqua" avrà potere,ECONOMICO nel disporne a suo piacimento per la vendita e POLITICO,per gestirlo in senso monopolistico.
Grazie a questo decreto,la gestione di un bene tanto necessario,sarà regolata dal tornaconto di pochi affaristi,e noi li pagheremo e ingrasseremo.
Gran parte dei cittadini ha sempre identificato la LEGA NORD,come un partito legato al bene dei territori,attento alle realtà locali e alla distribuzione"federalista"delle risorse.
NON E' PIU' COSI!! Calderoli firma la nostra condanna togliendo l'acqua ai poveri per regalarla ai ricchi.
In questo senso,ha imparato in fretta la lezione del suo amico Berlusconi,fare affari,fare businnes,fare soldi anche a scapito e alle spalle dei cittadini,della gente che lo vota e dei territori.
Questa è la regola che determina le scelte dei nostri governanti,e lo si vede in ogni loro decisione.Non ce n'è una che non faccia l'interesse di qualcuno di loro,dei loro gruppi imprenditoriali,quando non quella del Presidente del Consiglio stesso o della sua famiglia.E LA LEGA NORD IN QUESTO LI SOSTIENE!COSA FARE ALLORA?INDIGNARSI E' UN DOVERE!E' difficile per un cittadino cambiare le cose,ma ora la parola la dobbiamo passare ai SIndaci,al nostro Sindaco,perchè anche lui si indigni con noi e con noi si mobiliti in questa battaglia per riportare l'acqua ai cittadini.Ai Sindacati,ai giornali liberi,alle persone di cultura,perchè trovino la capacità di indignarsi anch'essi contro questo abuso.Perchè,prima di tutto,a partire dai comuni si faccia pressione per cambiare statuti,accordi e leggi affinchè si affermi che l'acqua è un bene pubblico,privo di interesse economico!

mercoledì 9 dicembre 2009

Calciopoli_tica

Vende il Milan per una squadra più forte

Si fanno sempre più insistenti le voci di una possibile cessione del Milan a personaggi Arabi(extracomunitari).
Il Cavaliere sarà Presidente ed allenatore della"Ghe pensi mi"una squadra più forte che gioca un 3-4-3 trasformabile in 5-6-4 all'occorrenza.

Titolari della squadra sono:
  • Portiere:Vespa pronto a parare qualsiasi siluro riesca a perforare l'aricgna difesa e capace di effettuare rilanci da Porta a Porta che diventano preziosi assist per i tre colleghi attaccanti;
  • Difensori:Ghedini,Dell'Utri,Pecorella;
  • Centrocampisti:Bondi e Bonaiuti per fare melina,affiancati da Brunetta e Capezzone per rompere il gioco avversario;
  • Attaccanti:Bel Pietro,Feltri e Arditti,capaci di sferzare bordate impressionanti.
Altra rilevante novità calcistica è il nuovo regolamento di gioco,predisposto dall'Avvocato Ghedini
che ha la facoltà di modificarlo di volta in volta anche a partita in corso.
Per evitare inutili discussioni,tutte le partite avranno come terna arbitrale Rossella,Minzolin e Fede;quarto uomo Alfano e raccatapalle Gasparri a destra e Cicchitto a sinistra,addetto ai palloni Rotondi.
La sicurezza negli stadi sarà garantita da ronde volontarie coordinate da Maroni e La Russa.

Tutto è stato democraticamente pianificato affinchè "vinca il migliore",il migliore che l'Italia ha avuto negli ultimi 150 anni.

Grazie a Angelo Bersini per la notizia.

martedì 8 dicembre 2009

Ripartiamo Insieme a Sinistra

La sinistra di alternativa, che fino a due anni fa poteva contare su un consenso elettorale del 12 per cento, è stata spazzata via per due motivi.
Perché partecipando al governo Prodi ha deluso le aspettative dei suoi elettori e perché la sua classe dirigente non è risultata credibile, poiché in questi anni ha prodotto solo abbandoni, scissioni e frammentazioni.
Che cosa è la Federazione della Sinistra se non il tentativo di capovolgere questa situazione? Da un lato, infatti, è stato elaborato un documento politico che definisce con chiarezza che la Federazione si muove su un piano di autonomia dal Pd, non si riconosce in un sistema bipolare e ritiene che ciò che serve in questo paese non sia una sinistra che guarda al centro, ma una sinistra che faccia opposizione dura al Governo e alla Confindustria. Dall’altro lato, finalmente, la Federazione unisce, getta le basi per la ricostruzione di una sinistra che abbia una massa critica minimamente significativa.
Il contrario delle scissioni di tutti questi anni. E se lavoriamo bene sono certo che questo può essere l’inizio di un ben più vasto processo riaggregativo.
E’ innegabile che tutte le scissioni che ha subito Rifondazione Comunista siano fallite: hanno indebolito il Prc, ma non hanno costruito nulla di significativo, anzi. Allora: una parte di quelle forze si stanno già rimettendo assieme nella Federazione, c’è posto anche per tutti gli altri!
Facciamo della Federazione la Linke italiana! Possibile che i nostri avversari riescano ad unire tutto per tenere in mano il potere e noi ci sbricioliamo in mille gruppetti?
Ti aspettiamo Sabato 12 Dicembre dalle ore 14 in Piazza V.Emanuele II a Cazzago San Martino.

Pimo:Il lavoro


Sabato 12 Dicembre dalle ore 14 in Piazza Vittorio Emanuele II a Cazzago San Martino banchetto con raccolta di firme per la campagna "Primo:Il Lavoro"promossa da Rifondazione Comunista.
Sarà anche l'occasione per avere informazioni sull'attività dell'amministrazione Comunale


lunedì 7 dicembre 2009

SBILANCIAMOCI!
Ecco i 5 modi per trovare 40 miliardi in funzione anti-crisi


Presentata la contro-finanziaria: stop a spese militari e Ponte. Tasse più eque e scuola pubblica
Riduzione delle spese militari, tassazione delle rendite, tassa patrimoniale e cancellazione di alcune grandi opere. Sono alcune delle «controproposte» per fronteggiare la crisi, finanziare e rilanciare l'economia «sulla base di un nuovo modello di sviluppo» lanciate dal Rapporto 2010 dalla Campagna «Sbilanciamoci!», in alternativa alla finanziaria e agli altri decreti anticrisi presentati nel 2009. Il rapporto è stato illustrato ieri nella sede della Provincia di Roma: 120 pagine, un elenco dei modi con cui reperire e investire le risorse in modo diverso, verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile e di qualità. Quaranta miliardi da spendere in due anni per sostenere «un'economia diversa, al servizio della società e delle persone, non degli speculatori e degli inquinatori». Secondo il portavoce di «Sbilanciamoci!», Giulio Marcon, la finanziaria 2010 appare «vuota e sostanzialmente inutile di fronte alla crisi».

Social card, mini indennità ai precari disoccupati, credito alle famiglie per i nuovi nati, Robin Hood tax, bonus alle famiglie, tassi per i mutui al 4% e così via, sono per «Sbilanciamoci!» «tutte misure assolutamente simboliche ma presentate dall'ufficio marketing di Tremonti come importanti provvedimenti». «Sbilanciamoci!» propone invece un intervento pari all'1,6% del Pil del 2010 e allo 0,9% del 2011: 40 miliardi, coperti in parte da nuove entrate e da risparmi sulla spesa pubblica e in parte generati dal necessario indebitamento per far fronte alla crisi. Gran parte di questi 40 miliardi può essere trovata grazie alla riduzione delle spese militari, dalla tassazione delle rendite, da una tassa patrimoniale e dalla cancellazione di alcune grandi opere. Ci sono 5 modi per trovare i 40 miliardi.

In primo luogo accentuare la lotta all'evasione fiscale e politiche di giustizia fiscale. «In due anni - sottolinea il Rapporto - potrebbero entrare 8 miliardi di euro da alcune misure: innalzamento della tassazione delle rendite al 23%; aumento dell'imposizione fiscale al 45% per i redditi oltre i 70 mila euro e al 49% per i redditi oltre i 200mila; introduzione o accentuazione di una serie di tasse di scopo (Suv, diritti televisivi sullo sport spettacolo, porto d'armi, pubblicità)». La seconda proposta prevede l'introduzione di una tassa straordinaria e «una tantum» per i grandi patrimoni (sopra i 5 milioni di euro, il 10% più ricco della popolazione): con l'imposizione minima del 3 per 1000, si avrebbe un introito di 10,5 miliardi. La campagna propone quindi di puntare sulla riduzione delle spese militari. La sola cancellazione del programma di acquisizione del Cacciabombardiere Jsf produrrebbe un risparmio in 10 anni di ben 16 miliardi, mentre la riduzione del 20% delle spese militari, sempre in due anni, un risparmio di 6 miliardi di euro.

Rinunciare alle grandi opere, tra cui il Ponte sullo Stretto e le centrali nucleari, comporterebbe un risparmio di 3,5 miliardi in 2 anni. Il passaggio nella Pubblica amministrazione all'open source, porterebbe un risparmio di 4 miliardi in due anni. L'abolizione dei contributi alle scuole private un ulteriore miliardo e 400 milioni in 2 anni, da investire nell'istruzione pubblica.

Manifesto 02 10 09

venerdì 4 dicembre 2009

Brescia cattolica che ti succede?Caso Coccaglio e altro


Segnalo questa lettera scritta al Giornale di Brescia da Don Fabio Corazzina,pubblicata nell'adizione odierna che invita a riflettere su quanto stà succedendo nella nostra provincia.

Cara Brescia cattolica, fammi un po' capire quello che ti sta accadendo: 700 missionari sparsi per il mondo ad annunciare e testimoniare il Vangelo, tra le prime diocesi d'Italia per il numero di adozioni a distanza di seminaristi, 800 sacerdoti, 5 istituti missionari più diversi istituti religiosi aventi missioni, le adozioni a "distanza" proliferano in ogni associazione, più di 150 associazioni-onlus impegnate per la cooperazione nei paesi del sud del mondo (con forme e modalità diverse), 150 gruppi missionari nelle parrocchie che fanno informazione, formazione e raccolgono fondi per i fratelli del sud del mondo, Banca etica fa la sua parte, il Commercio equo e solidale ha raggiunto i 29 negozi, 7 ONG da anni operano per il sud del mondo... e potremmo continuare. Non manca certo l'attenzione agli ultimi, ai poveri, agli "altri".
"Senza Verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale, e l'agire sociale cade in balia degli interessi privati e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società, tanto più in una società in via di globalizzazione, in momenti difficili come quelli attuali" (Caritas in veritate, 5)
La verità è che c'è qualcosa che non funziona al di là di questa luminosa facciata e di questa gloriosa storia. Siamo sempre stati in grado di far coabitare virtuosamente diavolo e acqua santa. Infatti siamo tra i primi produttori e commercianti di armi al mondo e non se ne può parlare. Cresce, anche nelle nostre parrocchie e fra i preti e religiosi, una cultura leghista ben lontana dal vangelo (si raccolgono firme per difendere il crocifisso, brandendolo come una spada e urlando "nessuno potrà mai privarci dei nostri simboli, della nostra storia e della nostra identità": che tristezza e che vergogna!). Dilaga la violenza verbale, culturale e aumentano i gesti di avversità contro gli stranieri ( ci mancava pure l'ultima trovata del CIE - Centro di Identificazione e Espulsione - che non renderà Brescia più sicura ma certamente più conflittuale). Continuiamo a maltrattare l'ambiente in cui viviamo e privilegiamo logiche di cementificazione e di inutile inquinamento o l'idea di guadagnare su tutto privatizzando ciò che spetta a tutti (vedi l'acqua).
Consumiamo, pro capite, 25 volte più di un abitante dei paesi del sud del mondo. Tolleriamo (e votiamo) leggi apertamente ingiuste e inique. Dimentichiamo la coscienza pur di intrupparci in logiche di potere e di partito. Ci lamentiamo della chiesa e dei vertici (giustamente), per i loro silenzi e connivenze, ma non sappiamo vivere una sincera, libera e adulta vita di fede nell'economia, nella politica, nell'educazione. Chiediamo privilegi che non riconosceremo mai ad altri. Inneggiamo al Papa e poi prepariamo delibere che calpestano la dignità della persona e i diritti umani.
I fatti di Coccaglio e di Rovato ci turbano e ci interrogano. Ci turba la violenza gratuita e insensata contro due giovani tanto quanto l'odio e la violenza che cresce dentro le nostre comunità. 4 manifestazioni in 4 giorni e totale incapacità di dialogare e lavorare insieme per il bene comune. Chiedere giustizia e legalità non ci esime dal coraggio dell'ospitalità e dell'accoglienza. Chiedere sicurezza e meno violenza non ci esime dalla valutazione della mole di violenza che noi abbiamo seminato nel mondo e stiamo seminando nel nostro mondo. Chiedere attenzione alla famiglia non cancella la responsabilità di espellere famiglie intere in nome di leggi fatte dal centrosinistra o di un pacchetto sicurezza scandalosamente ingiusto (il sindaco di Coccaglio avrà formalmente ragione ma la formalità del rispetto delle leggi in questo caso e in molti altri non si coniuga più con la libertà di coscienza e il bene dell'uomo). Chiedere identità significa fare seriamente il punto sulla qualità della nostra vita e scelta cristiana, di singoli e di comunità. Se le destre e le sinistre che in questi giorni hanno innegggiato al crocifisso e al bianco Natale, se chi vuole mettere la croce sulla bandiera italiana si fermassero a leggere e vivessero il Vangelo nulla di questo sarebbe accaduto. Intanto le comunità cristiane balbettano, o tacciono.
Ci domandiamo cosa abbiamo da perdere e perchè abbiamo così tante paure. Ci domandiamo perchè le nostre comunità si sono incattivite. Ci domandiamo perchè, anche nei nostri consigli pastorali e fuori dalle chiese, in paesi a maggioranza cattolica, è più facile sentire una bestemmia piuttosto che una parola di speranza. Ci domandiamo perchè sia rilanciato un cattolicesimo che cerca poltrone e potere piuttosto che uno stile di vita libero, povero e in dialogo costante con il mondo (vi consigliamo di leggere le due interviste a Cesare Trebeschi e a Graziano Tarantini su Bresciaoggi del 7 novembre 2009 per capire cosa c'è in gioco).
Siamo invece certi che Gesù ci chiede di stare con gli ultimi, di servire e non farci servire, di scegliere Dio e non il denaro, di costruire pace e nonviolenza, di essere benedizione e non maledizione. Buoni, liberi, poveri e coraggiosi compagni di viaggio per questo mondo che chiede incontro e non censure e chiusure.
A quando un discernimento veramente comunitario?
Don Fabio Corazzina(Parroco S. Maria In Silva Brescia)

giovedì 3 dicembre 2009

Il TAR annulla l'autorizzazione sulla Bonfadina


Con sentenza del 01/12/2009 il TAR di Brescia ha annullato l'autorizzazione all'escavazione sulla cava Bonfadina.Qui trovi il testo integrale

In soldoni la sentenza dice che la Regione ha quadruplicato l'ambito estrattivo rispetto alla proposta provinciale che era di 400.000 mc.

Il Comune di Rovato doveva essere riconvocato e risentito per vedere come la pensava rispetto a questo quadruplicamento. La Regione ha invece autorizzato senza riconvocare il comune.
Pena, l'annullamento dell'autorizzazione all'escavazione.
Freno subito i cittadini dai facili entusiasmi. Regione, Provincia e privato potranno ricorrere al Consiglio di Stato e lì si vedrà come la pensano. Vi ricordo infatti che il Consiglio di Stato aveva già annullato la sospensiva imposta dal TAR di Brescia nel corso della primavera del 2008.Possiamo solo dire che le motivazioni addotte dai Comuni negli atti portati presso il TAR non erano campati in aria come qualcuno credeva che fossero.

Grazie a Angelo Bergomi

mercoledì 2 dicembre 2009

IL NATALE BIANCO CHE INSULTA TUTTI NOI

A proposito di razzismo,xenofobia,intelleranza e quant'altro stà succedendo nei paesi della Franciacorta in particolare,ma in tutto il paese in generale vi invito a leggere questa bella lettera della regista Francesca Comencini pubblicata da Repubblica.

Repubblica — 19 novembre 2009
Caro direttore, leggo sui giornali dell' operazione "White Christmas", messa in atto dal sindaco di Coccaglio, che consiste nell' individuare, casa per casa, tutte le persone straniere non in regolae cacciarle, in vista del Natale. La notizia mi colpisce, non solo per l' idea di accoglienza, di cittadinanza e di cristianità che la sottende, ma anche perché Coccaglio è il luogo dove riposano i miei nonni, Cesare Comencinie Mimì Hefti Comencini. Per loro mi sento in obbligo di scrivere questa lettera. Mia nonna, figlia di una famiglia svizzera tedesca, si innamorò di mio nonno Cesare e per sposarlo dovette combattere contro tutti i pregiudizi di cui gli italiani erano vittime nel suo paese. Gli svizzeri tedeschi non amavano gli italiani, li consideravano sporchi, primitivi, ne avevano paura, al massimo li impiegavano nelle loro fabbriche o per pulire le loro case. Ma mia nonna non cedette, si sposò con il suo Cesare e venne a vivere in Italia. Mio nonno era di origini modeste, ma con molti sacrifici era riuscitoa laurearsi in ingegneria. Tuttavia in Italia non riusciva ad assicurare una vita sufficientemente degna a sua moglie, e ai loro due figli che nel frattempo erano nati, mio padre, Luigi, e suo fratello Gianni. Vivevano a Salò, dove gli affari andavano molto male. Un giorno mio nonno decise di emigrare in Francia, aveva sentito che lì si compravano terre a basso prezzo, perché i francesi abbandonavano la campagna, e per ogni due francesi c' era un italiano. Così partirono. La loro vita in Francia non fu facile, i miei nonni, poco esperti dei lavori agricoli, dovettero imparare tutto. Nel suo libro, "Infanzia, vocazione e prime esperienze di un regista", mio padre racconta: «Ora riesce difficile immaginare com' era la nostra vita nelle campagne del Sud-ovest francese. Non avevamo né luce, né acqua corrente. Ma avevamo il pianoforte. Ogni sera, dopo cena, mio padre sedeva in poltrona, e, cullato dalla musica di mia madre, lentamente sprofondava nel sonno». A scuola, mio padre, che quando arrivò in Francia aveva sei anni, veniva sempre messo da solo all' ultimo banco, e regolarmente chiamato "Macaroni", come in Francia venivano chiamati gli immigrati italiani. Fu mio nonno Cesare a soffrire più di tutti per la lontananza dall' Italia. Mio padre ricorda che si era costruito una radio a galena, che tutte le sere si ostinava a cercare di far funzionare. Quando mio nonno si ammalò iniziò a dire «non voglio morire in Francia, non voglio morire in Francia». Così mia nonna lo riportò a casa, in Italia, da suo fratello, a Coccaglio. Fu sepolto nel piccolo cimitero di Coccaglio, dove molti anni dopo lo raggiunse mia nonna, che dopo la sua morte era rimasta a vivere in Italia, a Milano. I miei nonni sapevano cos' è lasciare il proprio paese per poter lavorare, cos' è essere stranieri, sapevano cos' è la dignità da salvare, per sé e per i propri figli. Al funerale di mia nonna ricordo che mio padre lesse quel brano del Vangelo secondo Matteo in cui Gesù dice "Ama il prossimo tuo come te stesso". Mia nonna era credente a modo suo, di religione Valdese. Ricordo un giorno, un venerdì santo, era venuta a trovarci a Roma per Pasqua, e io la trovai in camera sua, che piangeva piano e quando le chiesi perché mi rispose, asciugandosi in fretta gli occhi con il fazzoletto che teneva sempre nella manica del suo golfino: «Penso a Gesù, a come doveva sentirsi solo e impaurito nel giardino di Getsemani». I miei nonni riposano nel cimitero di Coccaglio, che non è solo la casa di chi provvisoriamente ne amministra il comune in questi anni, ma è stata anche la loro, e quindi ora è un po' la mia e di tanti altri, che, come me, discendono da chi ha dovuto lasciare l' Italia per lavorare, con fatica, dolore, umiliazione. E sono sicura che i miei nonni, se potessero alzarsi e sorgere dalla memoria, condannerebbero chi ha osato inventare l' operazione "White Christmas". A nome loro, tramite queste righe, lo faccio io.
FRANCESCA COMENCINI

I lavoratori Stefana: «La cassa integrazione non basta»


La manifestazione dei dipendenti Stefana ieri a Brescia
Hanno manifestato ieri mattina in via X Giornate a Brescia, proprio davanti all’ingresso dell’hotel Vittoria, di proprietà di Giampiero Bosco Ghidini. Sono i lavoratori della Stefana di Nave e Ospitaletto, acciaieria guidata sempre da Bosco Ghidini. La protesta è stata organizzata dalle Rsu aziendali e dalla Fiom Cgil, dopo il mancato accordo sindacale per un’integrazione aziendale degli importi di cassa integrazione straordinaria.
La Stefana, infatti, ha chiesto la cigs per i prossimi dodici mesi, per 500 addetti su 744. «Tuttavia - spiega un comunicato della Fiom - mentre nelle altre aziende siderurgiche bresciane, per affrontare la crisi, sono stati raggiunti accordi importanti con il sindacato, utilizzando strumenti che hanno consentito di garantire ai lavoratori un salario dignitoso, la Stefana ha scelto di non concordare niente con il sindacato, lasciando i lavoratori con la sola erogazione salariale prevista dall’Inps, pari a 850 euro al mese».
I dipendenti dell’azienda, davanti all’hotel bresciano, hanno così chiesto la solidarietà ai cittadini, spiegando che la sola cassa non può bastare per vivere. «La crisi - continua la nota sindacale - ha già comportato una decurtazione rilevante degli stipendi di questi lavoratori e gli altri duecento dipendenti del gruppo Stefana, ex Profilati Nave, con stabilimenti a Montirone e Nave, sono coinvolti dalla cassa ordinaria».
Sindacato e lavoratori, che hanno iniziato ieri un percorso di lotta che continuerà nelle prossime settimane, chiedono all’azienda di ricorrere ai contratti di solidarietà o di integrare la cassa integrazione. Ma, per ora, non sono arrivate risposte convincenti dai vertici del gruppo.

Dal Giornale di Brescia 29 Novembre 2009