mercoledì 2 dicembre 2009

I lavoratori Stefana: «La cassa integrazione non basta»


La manifestazione dei dipendenti Stefana ieri a Brescia
Hanno manifestato ieri mattina in via X Giornate a Brescia, proprio davanti all’ingresso dell’hotel Vittoria, di proprietà di Giampiero Bosco Ghidini. Sono i lavoratori della Stefana di Nave e Ospitaletto, acciaieria guidata sempre da Bosco Ghidini. La protesta è stata organizzata dalle Rsu aziendali e dalla Fiom Cgil, dopo il mancato accordo sindacale per un’integrazione aziendale degli importi di cassa integrazione straordinaria.
La Stefana, infatti, ha chiesto la cigs per i prossimi dodici mesi, per 500 addetti su 744. «Tuttavia - spiega un comunicato della Fiom - mentre nelle altre aziende siderurgiche bresciane, per affrontare la crisi, sono stati raggiunti accordi importanti con il sindacato, utilizzando strumenti che hanno consentito di garantire ai lavoratori un salario dignitoso, la Stefana ha scelto di non concordare niente con il sindacato, lasciando i lavoratori con la sola erogazione salariale prevista dall’Inps, pari a 850 euro al mese».
I dipendenti dell’azienda, davanti all’hotel bresciano, hanno così chiesto la solidarietà ai cittadini, spiegando che la sola cassa non può bastare per vivere. «La crisi - continua la nota sindacale - ha già comportato una decurtazione rilevante degli stipendi di questi lavoratori e gli altri duecento dipendenti del gruppo Stefana, ex Profilati Nave, con stabilimenti a Montirone e Nave, sono coinvolti dalla cassa ordinaria».
Sindacato e lavoratori, che hanno iniziato ieri un percorso di lotta che continuerà nelle prossime settimane, chiedono all’azienda di ricorrere ai contratti di solidarietà o di integrare la cassa integrazione. Ma, per ora, non sono arrivate risposte convincenti dai vertici del gruppo.

Dal Giornale di Brescia 29 Novembre 2009

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