martedì 29 gennaio 2013


I candidati nella lista del collegio provinciale di Brescia - Per un'altra Lombardia - ETICO, A SINISTRA

Andrea Distefano
Nato a Milano 06/06/1964
Andrea Di Stefano è giornalista. Dirige la rivista "Valori", promossa da Banca Etica, e collabora con La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Rainews24, i giornali locali de L'Espresso e Popolare Network. È membro della commissione di beneficenza della Fondazione Cariplo, si occupa di comunicazione per la Novamont Spa e ha costituito il primo osservatorio sulle ecomafie con Carlo Monguzzi ed Emilio Molinari.
Raja Arabi
Nata a Aghbala (Marocco) il 02/02/1989
Nata in Marocco, in Italia da quando aveva 6 mesi di vita. Ha incominciato a fare volontariato all'età di 16 anni nell'ambito dell'immigrazione, fino ad oggi. Grafico pubblicitario, ora collabora all'ufficio immigrazione con la Cgil di Chiari. Porta la voce dei giovani immigrati di seconda generazione, e di tutti i giovani col problema del posto di lavoro. Crede nell'uguaglianza dei valori e vuol essere fedele al suo nome che significa SPERANZA.
Vanni Botticini
Nato a Brescia il 03/09/1958
Già Assessore del Comune di Bovezzo nel 1990. Consigliere Provinciale nella passata legislatura. Iscritto allo SPI/CGIL. Volontario Associazione per recupero disabilità
Manuela Bolognini
Nata a Sarezzo il 24/09/1957
Si dichiara orgogliosamente Casalinga, ma, oltre ad accompagnare e sostenere con discrezione l'impegno di militante sindacale e politico del marito, vanta una presenza come consigliere del PCI nel suo comune, ed una presenza costante nelle attività di base e nel lavoro concreto. Ha ora deciso di accettare il ritorno nella esposizione politica diretta nella lista Etico.
Abdelmajid Daoudagh
Nato a Casablanca (Marocco) il 29/06/19672
Operaio metalmeccanico, immigrato in Italia dal 1989. Diplomato in ragioneria nel 1987 in Marocco. Ha compiuto un breve corso universitario in Francia. Tesserato in Rifondazione dal 1994, è sempre presente in tutte le lotte intorno al tema dell'immigrazione, del lavoro, dalla vicenda bresciana della gru, ai diritti negati dei braccianti dell'alessandrino, ma anche nella solidarietà al popolo palestinese e nel sostegno alla lotta per una vera democrazia in Marocco. Crede in un altro mondo possibile e in una Lombardia etica e antirazzista.
Fulvia Soppa
Nata a Brescia il 25/02/1985
28 anni, disoccupata. Diplomata al Liceo delle Scienze Sociali "Veronica Gambara", ha frequentato il corso universitario di Scienze del Servizio Sociale a Verona. Collabora da quasi 4 anni come volontaria presso la Federazione di Rifondazione Comunista di Brescia. Fa parte del gruppo donne del Prc "La Falce e La Luna" e del Comitato Politico Federale di Rifondazione Comunista di Brescia.
Matteo Gaddi
Nato a Mantova il 18/08/1975
Laureato in scienze politiche. Dipendente pubblico, è delegato sindacale per la CGIL. Iscritto al partito della Rifondazione Comunista sin dalla sua nascita, nel 1991. Collabora con l'Associazione Culturale Punto Rosso, è autore di vari libri, è nella direzione della rivista mensile "Progetto Lavoro. Per una sinistra del XXI secolo". Indagatore delle crisi industriali e occupazionali, utilizza gli strumenti dell'inchiesta sul campo per promuovere la partecipazione diretta dei lavoratori nella ricerca di soluzioni positive per i lavoratori. Si è occupato in particolare delle situazioni di crisi del bresciano: Ideal Standard, Iveco, Invatec-Medtronic, Rothe Erde (Gruppo Thyssen Krupp), CF Gomma, Oto Melara, il settore siderurgico di Brescia (Alfa Acciai, Stefana ecc.).
Ivonne Valcamonico
Nata a Brescia il 17/07/1960
Laureata presso l'Università di Brescia in scienze giuridiche, coniugata con Claudio operaio IVECO, ha una figlia di 27 anni, Giulia in cerca di lavoro. Dalla fabbrica a operatore in ospedale psichiatrico, a dipendente ospedaliera negli uffici amministrativi. Consigliere comunale a Bovezzo, con deleghe a Salute ed ambiente, è componente del Comitato Pari Opportunità. Credente. Vede in ETICO la risposta alle necessità delle persone comuni per trasformare la politica in strumento utile e trasparente, col quale si possono raggiungere grandi obiettivi.
Andrea Sciotti

Nato a Chiari il 27/10/1987

Abita da sempre a Cazzago San Martino. Diplomato al Liceo Scientifico di Rovato, ha conseguito la Laurea triennale in Scienze Storiche all'Università di Milano, ora studia per ottenere la Laurea Magistrale. Ha iniziato la carriera politica a 18 anni. Iscritto dal 2008 al Partito della Rifondazione Comunista. Segretario del circolo PRC 28 maggio di Rovato dall´aprile 2011. Membro della segreteria provinciale come Responsabile Cultura e Scuola. Già candidato alle elezioni regionali della Lombardia nel 2010 per la Federazione della Sinistra. Iscritto all'Anpi, è vice-presidente della sezione di Cazzago San Martino e membro del consiglio provinciale.
Sara Volpi
Nata a Brescia il 20/05/1975
Abita a Ghedi, mamma, lavora come operatrice sanitaria nell'rsa di botticino. Senza vantare grandi imprese o incarichi, milita con coscienza civile nel circolo di Rifondazione comunista di Ghedi, unica realtà sul territorio in grado, da vent'anni, di sensibilizzare, mobilitare e informare la cittadinanza su temi di sostanziale importanza civile, politica e sociale, come la lotta alla discarica Cava Inferno per la quale sono state raccolte più di 2000 firme.

i segreti della casta: I numeri parlano chiaro: pronto il governo Monti-B...

i segreti della casta: I numeri parlano chiaro: pronto il governo Monti-B...: L'ultimo sondaggio in ordine di tempo è quello di Tecnè, commissionato dal canale televisivo Sky. Con quella porcata di legge elettorale i...

sabato 26 gennaio 2013

MAL DI FASCISMO


Riflessioni nel «giorno della memoria» in seguito agli arresti di militanti di Casapound

A proposito dell’associazione neofascista Casapound che ricordiamo ha la propria sede provinciale a San Vigilio di Concesio e senza dimenticare l’altra formazione razzista e xenofoba Forza nuova, che ha una propria sezione a Lumezzane - riteniamo utile nella ricorrenza del «giorno della memoria» estendere alcune riflessioni, prendendo spunto da quanto è accaduto giorni fa a Napoli, dove sono stati arrestati sette militanti di Casapound, tra cui tre candidati alle elezioni. Il ricorso alla violenza di questa formazione neofascista non è un’eccezione. Ricordiamo la strage compiuta poco più di un anno fa (13.12.2011) a Firenze, quando un militante ha assassinato due venditori ambulanti ferendo gravemente altri tre ragazzi senegalesi, di cui uno ancora immobilizzato in ospedale.
23 gennaio 2013
I carabinieri del Ros hanno eseguito dieci provvedimenti cautelari, emessi nei confronti di esponenti dell'estrema destra partenopea, ritenuti responsabili tra l'altro di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo e attentati incendiari. Si indaga sul movimento di estrema destra Casapound, ma anche su altre formazioni. I destinatari delle misure cautelari sono accusati anche di lesioni, aggressione a pubblico ufficiale e riunione non autorizzata in luogo pubblico, progettazione e realizzazione di attentati con lancio di bottiglie incendiarie contro un centro sociale di Napoli, manifestazioni non autorizzate presso la Facoltà di Lettere, aggressioni di tipo "squadrista" contro avversari politici e sistematico indottrinamento di giovani militanti all'odio etnico e all'antisemitismo.

Questi alcuni titoli giornalistici e brani di colloqui fra gli arrestati intercettati:

In sede tra lezioni di molotov e Mein Kampf. “La Shoah è un falso, ma non ditelo in pubblico”. “L’ebrea è da violentare”, le minacce di CasaPound.
Come faccio a sapere che quello è ebreo? Tiene la kippa in testa. E allora, non vogliamo incendiarci il negozio? Ho parlato con Roma, dicono che dobbiamo essere pronti, portarci caschi, mazze e bombe a mano, hai capito?

Il fascismo ieri
Il fascismo – come in Germania il nazismo - è stato come un cancro molto aggressivo del sistema politico sociale ed economico generato dalla prima guerra mondiale, un mix esplosivo che unito al combattentismo attivo sperimentato in trincea e quindi alleatosi con gli apparati repressivi dello Stato, ha contribuito a rovesciare – con il concorso determinante della monarchia - il vecchio sistema liberale, imponendo la dittatura del nuovo partito-stato creato da Mussolini. Il partito fascista si è quindi rapidamente compenetrato nella burocrazia statale, grazie anche ad apposite leggi liberticide, facendosi stato e imponendo l’iscrizione al partito (unico) quale requisito di base per accedere ai settori della pubblica amministrazione. Con l’ideologia razzista proclamata da entrambe le dittature (mussoliniana e hitleriana), si è arrivati a pianificare e a realizzare – proprio nel cuore della civiltà cattolica -il genocidio degli ebrei d’Europa.
Con la lotta popolare di resistenza e la fine della seconda guerra mondiale questa gravissima «malattia» è stata portata alla remissione, ma non debellata. E’ rimasto attivo – grazie a occulte complicità negli apparati statali e al sostegno di alcuni partiti - un virulento sedimento, incancellato, che ha finito per produrre attentati, colpi di stato, delitti e stragi, il tutto giustificato come mezzo di lotta al comunismo. E ancora continua ad attivarsi nell’ombra – cambiando forma non sostanza – con aggressioni, omicidi, violenze varie contro i cittadini.
Il fascismo oggi
Il fascismo si evolve dopo le carneficine del XX secolo, ma i nuovi militanti sono dunque rimasti prigionieri di quell’ideologia genocidaria. Vediamo molto nazifascismo rinascere in Italia e in Europa, un nazifascismo diverso da quello degli anni passati, con ambigue parole d’ordine anticapitaliste, ma sempre ferocemente razziste e anticomuniste. Non è un fenomeno da sottovalutare, soprattutto perché è alla ricerca di nuovi simpatizzanti da infettare, soprattutto giovani, con parole d’ordine d’opposizione alla politica economica dell’Unione europea; opposizione che se si evolve a destra, rischia di far riemergere l’incubo nazionalsocialista.
Che fare?
Bisogna fare i conti con la memoria collettiva, ma anche mettere le formazioni e i partiti che s’ispirano al nazifascismo definitivamente fuorilegge, chiudendo le loro sedi, antagoniste alla democrazia.

Rete antifascista Valla Trompia

Andrea Sciotti per la Lombardia

Chiari Week
Cliccate sull’articolo per ingrandire!

giovedì 24 gennaio 2013

Ciao

Oggi se n'è andato un pezzo di storia di Cazzago S.M.Il Dott.Marco Passega è mancato improvvisamente nel pomeriggio lasciando un vuoto tra tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo.Antifascista e Partigiano,per anni medico del paese,ha ricoperto il ruolo di Sindaco dal 1993 al 2002 a capo di una Lista Civica che ha governato il paese per 19 anni.

Bersani non fare l’indiano



sms2
Pierluigi Bersani questa mattina ad Agorà ha dichiarato di “non avere in agenda in numero di Antonio Ingroia”. Eppure il 22 dicembre scorso alle 8.59 Ingroia gli aveva inviato questo sms:
“Caro onorevole Bersani, sonoAntonio Ingroia. Questo è il mio nuovo numero. L’ho cercata al telefono ma non mi ha risposto. Avrei bisogno di parlarle se avesse l’opportunità di farlo. Cordiali saluti, Antonio Ingroia”. La risposta non è mai arrivata.
La prova l’ha pubblicata su Twitter questa mattina Ingroia stesso: la foto del messaggio accompagnata dal commento :”Bersani, non hai il mio numero di cellulare, ma gli sms li leggi?”.

Nella Cgil scoppia il caso Ingroia alla conferenza solo Pd e Sel

Alla prossima Conferenza di programma del sindacato dal palco parleranno i leader di Pd e Sel, il ministro Barca e Giuliano Amato. L'ex pm sarebbe stato ignorato. Protestano Gianni Rinaldini e Giorgio Cremaschi. La replica della segreteria: «Favole, sono invitati i candidati di tutte le liste». Marano (Rivoluzione civile): «Mai ricevuto nessun invito»

Nella Cgil scoppia il caso Ingroia. L'ex pm recentemente assurto a leader di «Rivoluzione civile» non è stato invitato a parlare alla prossima Conferenza di programma della Cgil, grande kermesse che invece offrirà una platea di enorme visibilità ai due ospiti di onore, Pierluigi Bersani e Nichi Vendola, asse Pd-Sel. La Conferenza sarà l'occasione - dopodomani e sabato a Roma - per presentare l'ambizioso «Piano per il lavoro» del sindacato. E non si deve dimenticare che a parlare sono ugualmente invitati, accanto a Bersani e Vendola, anche due pezzi da novanta del prossimo scacchiere politico, ovvero l'attuale ministro per la Coesione Fabrizio Barca, e Giuliano Amato, dato in corsa per la Presidenza della Repubblica.
Insomma la mastodontica nave della Cgil - 6 milioni di iscritti e incalcolabili simpatizzanti nel Paese - ha tirato le ancore, e si muove in una direzione precisa. Ma ha lasciato sulla banchina diversi personaggi che forse si sarebbero aspettati un posto in crociera. Si tratta di Rivoluzione civile, che riunisce partiti ormai frammentati come Prc-Pdci, l'Idv, i Verdi e tanta parte della società civile che pure avrebbero forti legami con la Cgil. E la protesta per la «mancanza di pluralità», non a caso, è emersa all'ultimo Direttivo, lunedì scorso.
La segreteria guidata da Susanna Camusso aveva sottoposto al Direttivo il programma della Conferenza e il Piano del Lavoro: ma non chiedendo l'approvazione, che si ottiene dopo una votazione, bensì una semplice «assunzione». «Il Piano è in fieri - spiega il segretario confederale Nicola Nicolosi - per questo ci sembrava prematuro votarlo». A questo punto è arrivata una contestazione da parte di Giorgio Cremaschi, che ha chiesto invece di votare e ha protestato per il fatto che non fossero stati invitati tutti i leader della sinistra.
Gianni Rinaldini, portavoce della minoranza Cgil, lamenta «la mancanza di autonomia» scelta dalla segreteria: «Si sono invitate specifiche forze politiche, rendendo di fatto la Conferenza un'iniziativa di propaganda elettorale». Dalla Fiom, che ha «donato» Giorgio Airaudo al Sel, per ora nessun intervento.
«L'autonomia la garantiamo presentando le nostre proposte - replica Nicolosi - Gli inviti sono stati fatti quando ancora Ingroia non era a capo di Rivoluzione civile. Abbiamo coinvolto chi ha un'interlocuzione storica con la Cgil, mentre Ingroia, che io sappia, non ci ha chiesto neanche un incontro. Prendiamo il Prc: se sostiene in primis Cobas e Rdb, poi non può lamentarsi se non è interpellato. In ogni caso, abbiamo invitato gli ex cigiellini candidati in tutte le liste, e chi chiederà di parlare dal palco non verrà rifiutato».
Lamentele ufficiali non sono arrivate, ma il casus Cgil tra gli «ingroiani» sta creando disagio. «Io non ho ancora ricevuto nessun invito - ci spiega Giovanna Marano, ex segretaria Fiom e oggi candidata di Ingroia - Ma certo proverei un certo disagio a intervenire a una iniziativa dove il mio leader non è invitato. Mi sembra un cambio di passo per la Cgil, io l'ho sempre conosciuta come pluralista». 
 
http://www.ilmanifesto.it

mercoledì 23 gennaio 2013

Alcune considerazioni rivolte alle compagne e ai compagni che voteranno SEL e centrosinistra


ingroiarivoluzionedi Eugenio Pari
Quando si parla di “voto utile” come fanno Bersani e come gli fa eco Vendola, si dovrebbe dire voto utile per chi? Per fare cosa?
Voto utile per battere le destre? Bene, allora Bersani dovrebbe ricordare come mai ha sostenuto per un anno insieme a Berlusconi il governo presieduto da Mario Monti appoggiandone tutti, ma proprio tutti, i provvedimenti. Citarne alcuni è importante:controriforma delle pensioni Fornero, grazie alla quale l’età pensionabile è stata aumentata al minimo di settanta anni per tutti; disarticolazione dei diritti dei lavoratori attraverso l’abrogazione dell’art. 18; spendig review, ovvero tagli lineari alla spesa sociale e sanitaria a tutto svantaggio dei cittadini più deboli;  fiscal compact, manovra imposta dalla BCE e dai poteri finanziari che taglia 47 miliardi all’anno per  i prossimi venti anni la spesa, pesando su lavoratori e fasce deboli; conferma delle spese militari per l’acquisto dei famigerati F35 che costerà all’Italia la cifra di 18 miliardi di euro.
E SEL di Vendola ha scelto di allearsi con quel partito e di approvare delle regole capestro che le imporranno di accettare le scelte già prese dal Pd e che costituiscono la base del loro futuro sodalizio di governo. A ciò si aggiunga che niente è stato fatto per far pagare le tasse a chi evade enormi ricchezze.

Bersani ha sostenuto che con Monti si alleerà “anche se al Senato il Pd dovesse ottenere il 51%”. Quindi voto utile per cosa? E a chi?

Lo spauracchio di Berlusconi di nuovo al governo? È un’ipotesi altamente improbabile, e comunque evocare questo scenario da parte di chi come Bersani e D’Alema hanno governato 7 anni negli ultimi 18 fa ancora più arrabbiare: chi doveva approvare leggi sul conflitto d’interessi non l’ha fatto perché come sostenne Violante (da capogruppo dei Ds – l’Ulivo, precursore del Pd) il 28 febbraio 2002 “Ieri l'onorevole Adornato ha ringraziato il presidente del nostro partito [Massimo D’Alema] per aver detto che non c'è un regime. Io sono d'accordo con Massimo D'Alema: non c'è un regime sulla base dei nostri criteri. Però, cari amici e colleghi, se dovessi applicare i vostri criteri, quelli che avete applicato voi nella scorsa legislatura contro di noi, che non avevamo fatto una legge sul conflitto di interessi, non avevamo tolto le televisioni all'onorevole Berlusconi... Onorevole Anedda, la invito a consultare l'onorevole Berlusconi perché lui sa per certo che gli è stata data la garanzia piena – non adesso, nel 1994, quando ci fu il cambio di Governo – che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l'onorevole Letta. [...] A parte questo, la questione è un'altra. Voi ci avete accusato di regime nonostante non avessimo fatto il conflitto di interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni... [...] Durante i governi di centrosinistra il fatturato di Mediaset è aumentato di 25 volte”.

Rivoluzione Civile viene attaccata perché, come dice un Vendola un po’ titubante, “è un guazzabuglio” di “vecchi” politici che si nascondono dietro la prestigiosa figura di Ingroia, come se, stando solo al suo caso, lui non fosse stato eletto alla Camera a partire dal 1992 per poi lasciarla nel 2005 e da allora ricoprire l’incarico di Presidente della Regione Puglia.

Io non ho l’autorevolezza per inviare alcun appello a nessuno, una cosa però mi sento di dirla alle compagne e ai compagni che, lo dico con assoluto rispetto, decideranno di votare SEL e quindi il centrosinistra: poi non facciano finta che non si sapeva come stavano le cose. Non si sorprendano se poi le scelte del governo prenderanno altre strade rispetto a quelle che tutti i progressisti e le persone che si dichiarano di sinistra si aspettano ovvero un po’, dico un po’, di giustizia sociale in più.

Rivoluzione Civile non si presenta certo per governare, io lo considero giusto perché non penso ci siano, nelle condizioni date e imposte, le congiunture per avviare un processo di risanamento economico, sociale e culturale del Paese in senso popolare e democratico. Occorre prenderne atto e provare a ricostruire un movimento politico alternativo e progressista in grado di unire le lotte e le rivendicazioni dei cittadini, per provare a dare forza alle istanze di giustizia che sempre più sono represse dalle compatibilità economiche e dalle tattiche politiche.

Occorre una Rivoluzione. Una Rivoluzione che non si esaurisca nel momento del voto, ma che attraverso una rappresentanza, anche minima, nelle istituzioni democratiche porti alla ribalta queste lotte che invece sono state dimenticate e derubricate dalla vicenda del Paese. Per me, rivoluzione, significa non il raggiungimento di uno status quo, significa invece la continua ricerca di equilibri sociali e livelli di rappresentanza delle “classi subordinate” più alti, significa un processo di trasformazione continuo delle dinamiche politiche. Fare la “rivoluzione” non è semplicemente raggiungere il traguardo del seggio parlamentare e/o del governo, è, almeno così io lo immagino, un cammino che ci mette in relazione agli altri, che ci fa sentire meno soli nelle nostre aspettative di cambiamento e per il raggiungimento di un futuro migliore. Fare la “rivoluzione” ci richiede uno sforzo quotidiano e richiede che a cambiare prima di tutto siamo noi stessi. Lo so che molti candidati e molti “leaders” inseriti nelle liste di Rivoluzione Civile fanno pensare che questi propositi siano mortificati in partenza, ma diceva qualcuno: “se vale la pena rischiare, io mi gioco anche l'ultimo frammento di cuore”, io penso, come non mai che non solo valga la pena rischiare, ma occorra rischiare. Per cambiare non abbiamo bisogno di leaders carismatici, non possiamo delegare più ad altri le nostre istanze di cambiamento e le nostre aspettative per il futuro, abbiamo bisogno di metterci il nostro cuore e la ragione.

Tutta la verità su Bersani e gli F-35: ieri in aula il PD ha stanziato altri 500 milioni per la guerra in Afghanistan


BERSANI DICE UNA COSA E NE FA UN’ALTRA. DICE DI VOLER TAGLIARE LE SPESE MILITARI E ALLO STESSO TEMPO CONSEGNA AI GENERALI ALTRI 500 MILIONI PER CONTINUARE A FARE LA GUERRA IN AFGHANISTAN NEL 2013. E’ SUCCESSO IERI, 22 GENNAIO, IN PARLAMENTO.

Ecco il testo di legge approvato con i voti di PD e PDL:

Sempre ieri il Partito Democratico ha autorizzato con un semplice ordine del giorno l’ingresso dell’Italia nella guerra in Mali. Con un ordine del giorno ha stracciato l’articolo 11 della nostra Costituzione. Un fatto senza precedenti nella storia repubblicana. Un ordine del giorno e un assegno in bianco consegnato ai Generali per le spese. Nessuno sa quanto ci costerà questa nuova avventura militare in Africa e Bersani naturalmente non ha chiesto neanche un preventivo.
A guardar bene oltre il fumo della propaganda, Bersani non vuole tagliare le spese militari. Vuole solo tagliare le spese per gli F-35. Attenzione alle parole “tagliare le spese per gli F-35”. Bersani non ha detto che non vuole comprare gli F-35, ma solo che ne vuole comprare di meno. Magari non 90, ma 70 o 50 o 30. Qual è il numero giusto per Bersani? Qualcuno glielo chieda per favore.
Nel frattempo gli italiani devono sapere che:
1. l’Italia ha già speso 2,7 miliardi di dollari per comprare questi cacciabombardieri con il pieno consenso del Partito Democratico;
2. il 28 marzo 2012 il Partito Democratico si è rifiutato di approvare una mozione presentata dall’On. Savino Pezzotta che proponeva la cancellazione del programma F-35 (http://www.camera.it/465?area=13&tema=558&Il+programma+Joint+Strike+Fighter+-+F35) ;
3. il Ministero della difesa ha già ordinato nel 2012 tre F-35 impegnando altri 270 milioni con il pieno consenso del Partito Democratico;
4. l’accordo Italia-Usa per l’acquisto degli F-35 porta la firma di Lorenzo Forceri del Partito Democratico (2007);
5. l’anno scorso il governo Monti ha aumentato la spesa militare italiana di altri 1.300 milioni di euro portando la spesa militare italiana dal 18 al 28% con il pieno consenso del Partito Democratico;
6. l’anno scorso il Partito Democratico ha sostenuto e approvato una legge che assegna alle Forze Armate più di 230 miliardi per i prossimi 12 anni senza aumentare di un solo grado la nostra sicurezza;
aumenta di fatto la spesa pubblica; taglia il personale per comperare i cacciabombardieri F35 e altre armi; trasforma le Forze Armate in uno strumento da guerre ad alta intensità incompatibile con l’articolo 11 della Costituzione;
costringerà i comuni alluvionati o colpiti da una catastrofe naturale a pagare il conto dell’intervento dei militari;
non prevede alcuna cancellazione degli sprechi e dei privilegi né una vera riqualificazione della spesa militare.
Quel che si può dire va detto chiaro e forte.
Flavio Lotti

martedì 15 gennaio 2013

Campagna di sensibilizzazione promossa dall'Associazione Italia-Tibet

MANIFESTI_TIBET-3
I tibetani in esilio (oggi circa 170.000) stanno faticosamente mantenendo in vita gli elementi essenziali della loro cultura e delle loro tradizioni religiose, artistiche, artigianali, mediche. Si può veramente affermare che grazie ai rifugiati tibetani l'antica e nobile cultura del Paese delle Nevi è stata salvata.

In Italia L'Associazione Italia Tibet dal 1988 è il riferimento più importante per tutto quello che riguarda il lavoro di divulgazione e di sostegno al Tibet. 

L'Associazione Italia-Tibet si è fatta promotrice, ogni anno, di numerosissime conferenze, tavole rotonde e dibattiti sulla questione tibetana. Intensi e continuativi i rapporti con i rappresentati del Governo Tibetano in Esilio e con lo stesso Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet, di cui l'Associazione ha curato l'organizzazione di molti viaggi in Italia.
Incessante è stata l'attività di sostegno e aiuto ai profughi tibetani con interventi e donazioni a favore delle realtà più bisognose, quali i Tibetan Children’s Villages, il Delek Hospital di Dharamsala e le case per anziani di vari centri di rifugiati tibetani. Attraverso la promozione delle adozioni a distanza ha contribuito inoltre al sostentamento e all'istruzione di centinaia di piccoli profughi.

Con la campagna "Mandiamoli a casa" l’Associazione Italia-Tibet intende sensibilizzare su larga scala l'opinione pubblica sull'esistenza e sulla vicenda umana di tanti rifugiati tibetani che vivono fuori dai confini del loro paese. Anche in Italia. Intende mostrare attraverso gli intensi ed eloquenti sguardi di queste persone la profondità della loro cultura e la forza della loro identità. Perché solo dalla società civile verrà quell'aiuto morale e materiale che aiuterà i tibetani a riappropriarsi dei loro diritti e della loro Nazione.

giovedì 10 gennaio 2013

L'attore Gaetano Amato denuncia i brogli alle primarie di SeL


Lettera aperta a Nichi Vendola
Caro Nichi, non so come farti arrivare questa mia, ma a volte il web fa miracoli, per cui spero che in un modo o nell’altro sia possibile. Quello che è successo in Campania alle ultime primarie ribalta tute le considerazioni positive che mi ero fatto su Sel. Brogli o presunti tali che forse qualcuno dovrebbe controllare. Mi chiedo e ti chiedo come mai in alcune sezioni tipo di portici, san giorgio a cremano, procida siano usciti il triplo dei voti che Sel ha in quelle città nonché il triplo dei voti che tu stesso, in occasione delle primarie per la leadership di coalizione, hai ottenuto? Potresti dirmi che qualcuno si è convertito. Magari. Bisognerebbe però spiegare come mai quei voti sono stati apposti su schede fotocopiate e quindi non regolari. E inoltre come mai le operazioni di voto sono proseguite a “seggio chiuso”, e come mai quei risultati sono stati depositati a spoglio pressoché terminato, e come mai in quelle schede alquanto dubbie ci siano sempre gli stessi 4 nomi, e come mai sono stati falsificati gli orari di pubblicazione dei risultati, e come mai il comitato dei garanti non è intervenuto, e come mai i votanti i quelle tre città siano aumentati rispetto alle primarie di leadership in controtendenza con i risultati nazionali, e come mai ad alcune sezioni che le avevano richieste non sono state date schede aggiuntive (quelle tre città invece non avevano fatto alcuna richiesta e hanno provveduto col fai da te) al punto che hanno dovuto sospendere le operazioni di voto anticipatamente malgrado ci fosse gente in attesa di votare, come mai… come mai… troppi come mai, caro Nichi, per non far sorgere dei dubbi sulla regolarità della consultazione. I cittadini sono stanchi dei giochi della politica affidata purtroppo anche in questo caso a gente senza scrupoli che fa spregio della volontà degli altri e soprattutto della legalità. La disonestà non è garanzia di eguaglianza, e questo lo abbiamo imparato bene negli ultimi anni. Quando si propone un cambiamento si dovrebbe partire proprio dall’evitare quello che di negativo altri prima hanno fatto. Peccato. Peccato che anche Sel si sia uniformata all’andamento lento e losco. So che non leggerai perché qualcuno eviterà che tu lo possa fare, ne avrò risposta, ma ti consiglio di guardare bene a chi affidi la tua faccia se vuoi conservarla pulita ed evitare che anche di te si dica: è tutta la stessa brodaglia, so tutti uguali!
Gaetano Amato

i segreti della casta: SEL: brogli alle primarie in tutt'Italia. La base ...

i segreti della casta: SEL: brogli alle primarie in tutt'Italia. La base ...: Ricorsi, proteste e polemiche: è caos per le parlamentarie di Sel in Campania  (Il Fatto Quotidiano):   Schede fotocopiate, numero di v...

martedì 8 gennaio 2013

PORTIAMO ANDREA IN LOMBARDIA


Sono nato a Chiari (BS) il 27/10/1987. Abito da sempre a Cazzago San Martino, in provincia di Brescia. Mi sono diplomato al Liceo Scientifico L. Gigli di Rovato, iscrivendomi successivamente all’Università degli Studi di Milano nella facoltà di Lettere e Filosofia al corso di Scienze Storiche. Mi sono laureato per la triennale nell’aprile del 2010. Ora frequento la Laurea Magistrale nella medesima università e nello stesso indirizzo.
Ho iniziato la mia carriera politica a livello comunale a 18 anni e successivamente nel 2008 mi sono iscritto al Partito della Rifondazione Comunista. Sono segretario del circolo PRC 28 maggio di Rovato dall’aprile 2011, circolo in cui sono tesserato. Faccio parte della segreteria provinciale e ricopro la carica di Responsabile Cultura e Scuola del partito (incarichi assegnatimi nel 2011). Sono stato candidato alle elezioni regionali della Lombardia nel 2010 per la Federazione della Sinistra. Dal 2010 sono iscritto all’ANPI nella sezione di Cazzago San Martino, di cui sono il vice-presidente, e faccio parte del consiglio provinciale.
Per contattarmi:
E-mail: andrea.sciotti87@gmail.com
Facebook: Andrea Sciotti
Twitter: AndreaSciotti
Canale Youtube: Andrea101987


Alle elezioni regionali di febbraio ci sarò anche io. E’ un grande onore per me essere candidato come consigliere regionale all’interno della lista “Per un’altra Lombardia”, sostenitrice della candidatura di Umberto Ambrosoli, avente come capolista quell’Andrea Di Stefano, già presente alle primarie regionali.
Ci sarò per portare all’interno del consiglio regionale le idee di tanti cittadini che vogliono un cambiamento forte nella nostra regione. Un cambiamento che deve partire dalla sanità, passando per la scuola pubblica e per il lavoro, terminando sulle questioni ambientali. Sono tutte aree che le amministrazioni formigioniane hanno messo in difficoltà, facendo sì che il privato e il mercato stabilissero le regole e decidessero gli indirizzi. Non dovrà più essere così! Saremo noi, sarà la regione che dovrà decidere cosa sarà veramente utile, non il profitto e l’interesse di pochi.
Mi impegnerò al massimo e con l’entusiasmo che mi contraddistingue in questa campagna elettorale per sostenere e far conoscere le nostre proposte e i nostri valori, ma soprattutto per conoscere i vostri pensieri e le vostre necessità. Se avete proposte, consigli, critiche scrivetemi all’indirizzo mail: andrea.sciotti87@gmail.com
Dobbiamo fare rete, fare squadra per poter realizzare quel grande sogno di cambiare davvero la Lombardia, per far si che la regione sia fatta su misura per noi, per ricordare a tutti che la regione siamo noi. Io ci credo e voi?
Etico