martedì 31 agosto 2010

FESTA di LIBERAZIONE Ospitaletto 3 - 4 - 5 Settembre 2010 al parco ex piscine

Da venerdì 3 a domenica 5 Settembre 2010, a Ospitaletto si svolgerà la Festa di Liberazione, ultima delle feste di Rifondazione Comunista nel territorio bresciano.
Tre serate, con buona musica, un fornito ristorante e un efficiente servizio Bar, con Spiedo domenica a pranzo.
Venerdì 3 settembre dalle ore 21 serata Pop/Jazz, si comincerà con un gruppo giovane i LANONAMINORE, per poi continuare con Roberto Soggetti/jazz trio, ( con Sandro Massazza e Valerio Abeni)Sabato 4 Settembre dalle 20,30 circa, serata di ballo liscio con il gruppo Nichi Saund e il saxofonista Ivan, per finire domenica 5 sempre dalle 20,30 con il bravo DJ Vittorio e la sua musica a richiesta.Alle ore 22 la estrazione a premi.

Domenica mattina alle 10.45, non mancherà il momento politico con la presentazione del libro ”lotte operaie nella crisi” di Matteo Gaddi, dove interverranno il segretario della camera del lavoro di Brescia Damiano Galletti e il resp. lavoro del PRC di Brescia Achille Pelucchetti.
Sono state invitate le RSU delle fabbriche più rappresentative della zona, per dar vita ad un attualissimo dibattito “sul futuro per i diritti in tempo di crisi”.

Durante tutta la durata della festa saranno esposte, una mostra con immagini sulla Palestina e per la sua libertà e un’altra con immagini su Peppino Impastato, una vita contro la mafia.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!!

martedì 24 agosto 2010

Lettera del figlio di un operaio

di Luca Mazzucco
Per anni l'ho visto alzarsi alle quattro del mattino, salire sulla sua bicicletta e scomparire nella nebbia di Torino, in direzione della Fabbrica. L'ho visto addormentarsi sul divano, distrutto da ore di lavoro e alienato dalla produzione di migliaia di pezzi, tutti uguali, imposti dal cottimo...
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Intervista a Lina Grosso, avvocato della Fiom a Melfi: «Il reintegro non si fa così. Li denunceremo»

di Fabio Sebastiani
La Fiat parla di legittimità delle misure adottate. La Fiat dimentica che il decreto del giudice la condanna per condotta antisindacale.

La Fiat pensa di risolvere la questione pagando la busta paga. E’ tutto lì il reintegro dei lavoratori?
Nemmeno per sogno. Il pagamento non è la reintegrazione. Il reintegro deve essere effettivo e non formale. Il comportamento della Fiat di non dare esecuzione all’ordine del giudice è già previsto nell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori. Il datore di lavoro che non ottempera a quanto previsto dalla sentenza di reintegro incappa nell’articolo 650 del codice penale. C’è poi una sentenza penale della Corte di cassazione che dice che nel caso in cui il datore di lavoro pensa di offrire la retribuzione questa non si può considerare equivalente della reintegrazione e anche in questo caso ci sono tutti gli estremi dell’articolo 650 del codice penale

C’è la questione dei diritti sindacali, ovvero due dei tre lavoratori da reintegrare sono rappresentanti sindacali.
La Fiat ha pensato di risolvere la questione permettendogli l’accesso nella saletta sindacale, prevedendo che quello è sicuramente un punto delicato di tutta la vicenda. Ma anche in questo caso hanno dato una loro interpretazione. Il punto è che per poter esercitare la loro attività di rappresentanza i due lavoratori devono poter lavorare, stare insieme agli altri sulle linee. I diritti sindacali sono connessi all’attività lavorativa. Uno dei due, poi, è pure rappresentante della sicurezza.

L’articolo 650 del codice penale è perseguibile d’ufficio?
Abbiamo ribadito che avremmo fatto la denuncia penale e ci siamo riservati di decidere altre azioni che possiamo mettere in campo in un secondo momento. Possiamo sicuramente ritornare dal giudice per farci esplicitare le modalità di attuazione del provvedimento e specificando come deve essere effettuato il reintegro sul posto di lavoro.

Nel suo comunicato, la Fiat parla di procedimento penale ancora in corso, ossia si riferisce all’accertamento dei fatti.
C’è una denuncia penale che hanno depositato dopo la condanna rimediata sull’articolo 28. Si basa sulle dichiarazioni di alcuni capi-Ute. Dichiarazioni che, intanto, non hanno trovato riscontro nel processo civile e non avranno rilevanza in quello penale. Noi ci riserveremo di produrre i nostri testimoni. Ne abbiamo portati ben 42 nel processo civile. E poi non è detto che la procura aprirà un processo penale. Che loro si vogliano riservare le opposizioni è legittimo, ma non possono continuare dire che i lavoratori hanno bloccato il carrelli.

Che cosa accadrà il 6 ottobre?
Il 6 ottobre si deciderà sull’opposizione al decreto da parte della Fiat. In quella sede daremo altri elementi con i quali riusciremo a smentire la loro versione dei fatti. Vorrei però mettere in evidenza come sempre l’articolo 28 dice che nelle more del giudizio di opposizione il decreto è comunque esecutivo, e non si sospende.

http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=7966&catid=36&Itemid=68

FIAT FUORILEGGE

''Finora non era mai accaduto che la Fiat non ottemperasse ad una disposizione di un giudice del lavoro per il reintegro di un operaio per il quale un’organizzazione sindacale era ricorsa all’articolo 28. Marchionne sta attuando una vera e propria repressione”. Lo ha sottolineato Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale dello Slai Cobas, ricordando alcuni dei tanti licenziamenti contro i quali il sindacato autonomo è ricorso negli ultimi anni.
“A Pomigliano d’Arco nel 2006 – ha aggiunto Granillo – il reintegro degli otto lavoratori appartenenti allo Slai Cobas e licenziati ingiustamente dal Lingotto, fu immediato. Allora ricorremmo all’articolo 28 ed il giudice ci diede ragione: la Fiat fece rientrare subito gli operai in fabbrica. Con la situazione di Melfi, l’azienda sta andando incontro a problemi con risvolti penali, in quanto il ricorso al giudice è stato chiesto dalla Fiom, e non dai singoli lavoratori, che pure penso presenteranno un’azione legale. Ed un respingimento del pronunciamento del giudice in merito, non fa altro che avallare l'ipotesi, ormai certa, di un’azione antisindacale dell’azienda”.

www.lagazzettadelmezzogiorno.it

domenica 22 agosto 2010

Fiat: operai reintegrati restino a casa lunedi'

(ANSA) - POTENZA - La Fiat ha inviato ai tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) licenziati nel luglio scorso e reintegrati dal giudice del lavoro circa due settimane fa un telegramma in cui ha comunicato loro che ''non intende avvalersi delle loro prestazioni'', invitandoli a non presentarsi in fabbrica, lunedi' prossimo, 23 agosto, alla riapertura dello stabilimento dopo la pausa estiva. L'azienda ha precisato ai tre operai (due dei quali sono delegati della Fiom) che rispettera' gli obblighi contrattuali nei loro confronti, fino al 6 ottobre, quando sara' discusso il ricorso dell'azienda contro la sentenza del giudice del lavoro che ha reintegrato i tre dipendenti.
Il segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele Di Nicola, ha definito la decisione della Fiat "un reiterato comportamento antisindacale dell'azienda. Con i nostri legali valuteremo già oggi come ribattere a tale posizione". Lunedì prossimo la Fiom aveva già deciso - e De Nicola ha confermato tale scelta - di istituire un presidio davanti alla fabbrica di Melfi della Fiat, "per spiegare ai lavoratori i contenuti del ricorso sul licenziamento dei tre operai, accolto dal giudice del lavoro". Il presidio si farà "e i tre operai - ha aggiunto De Nicola - saranno a disposizione dell'azienda a partire dal turno delle ore 14". Il dirigente della Fiom ha definito "assurdo e incomprensibile l'atteggiamento della Fiat che appena due giorni fa aveva comunicato ai tre operai la decisione di reintegrarli, rispettando la decisione del giudice del lavoro". I tre operai furono licenziati nello scorso mese di luglio. Il 9 agosto scorso, il giudice del lavoro di Melfi ha accolto il ricorso della Fiom e ha disposto il reintegro dei tre dipendenti. Ieri i legali della Fiat hanno depositato il ricorso contro tale decisione, che sarà discusso a partire dal prossimo 6 ottobre.
Lunedi' i tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi ''devono rientrare in fabbrica'', altrimenti ''siamo pronti ad agire sotto tutti i punti di vista legali, anche a chiedere l'intervento delle autorita' competenti e delle forze dell'ordine''. Cosi' il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, commenta il telegramma inviato dal Lingotto ai tre lavoratori, due dei quali delegati del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, in cui li invita a restare a casa. ''Non lo permetteremo'', aggiunge all'ANSA. Per questo, fa sapere, ''in queste ore stiamo lavorando con i nostri legali ad una diffida da presentare all'azienda perche' rispetti il decreto esecutivo di reintegro emesso dal giudice del lavoro''. ''Se la Fiat - dice ancora Landini - lunedi' non fa rientrare i tre operai in fabbrica commette un reato e continua con una condotta antisindacale''.

venerdì 20 agosto 2010

Distruggere lo Statuto dei lavoratori per renderci schiavi questo è l'obiettivo del Piano Triennale per il lavoro del Ministro Sacconi

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 30 luglio 2010 il disegno di legge su un Piano triennale per il lavoro, battezzato “Liberare il lavoro per liberare i lavori”. Lo ha elaborato il ministro Sacconi con l'assenso di Cisl-Uil-Ugl e sarà la base per stravolgere i diritti dei lavoratori e cancellare lo Statuto e i contratti.L'obiettivo di Sacconi è piegare i lavoratori ai piani delle imprese perché abbiano totale libertà di azione e generalizzare i contratti sfavorevoli e da fame per i neo assunti, chiudendoli in gabbie salariali e assenza di diritti.Dopo l’accordo-quadro separato del 22 gennaio 2009 e la sua formalizzazione nell’accordo interconfederale, sempre separato,del 15 aprile dello stesso anno, tra governo, Confindustria e Cisl-Uil-Ugl,sul modello contrattuale, il disegno di legge sarà la base per un nuovo giro di vite sulle relazioni sindacali, in perfetta continuità e complicità col modello Marchionne per Pomigliano, già in via di estensione a tutto il gruppo Fiat, oltre che ad altre aziende, non solo metalmeccaniche, ma anche tessili.C’è da aggiungere che il ministro cosiddetto del lavoro sta scrivendo unaltro dei suoi capolavori legislativi, quello della pratica cancellazione deldiritto di sciopero, non solo nei trasporti, ma anche nella generalità dei rapporti di lavoro, pubblici o privati che siano. Più che “liberare il lavoro perliberare i lavori”, sarebbe giusto intitolare il Piano di Sacconi “liberare i padronida ogni vincolo di legge e di contratto, per rendere schiavi i lavoratori”. Aiquali non sfuggirà la necessità di liberarsi da Sacconi e da tutta la sua cricca di padroni e sindacalisti-fantocci.



giovedì 19 agosto 2010

A VOLTE RITORNANO


Ombre rosse. Indiani sul sentiero di guerra. Sono ritornati. Ma non hanno lance dalla punta avvelenata,né cavalli bianchi né clamorosi copricapi di piume colorate. Non fumano il columet e non fanno più augh. Però ai visi pallidi, anche se non è più tempo di scalpi, mettono lo stesso una gran paura. Infatti non assaltano la diligenza; ben peggio, attaccano la banca delle banche, quella centrale degli Stati Uniti, la Federal Reserve. Il cuore dell’Impero. Quantum mutatus ab illo, ,la banca delle banche questi nipotini di Nuvola Rossa la attaccano non con urla e tatuaggi di guerra, ma pacificamente, educatamente,legalmente. Non sono più selvaggi, si sa, si sono evoluti, conoscono persino la class action.

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DEMOCRAZIA SINDACALE

Nel momento in cui la FIOM è impegnata in una durissima battaglia nella tutela dei diritti dei lavoratori,pesantemente attaccati dal Governo e dalla confindustria, è particolarmente negativo che alla Marcegaglia di Milano nelle elezioni delle RSU sia la FIOM stessa a rivendicare un terzo dei delegati di diritto per i firmatari di contratto escludendo cosi il candidato della FLMU-CUB.
La rappresentanza sindacale democratica, rivendicata proprio dalla FIOM con la legge popolare recentemente presentata in Parlamento, deve trovare coerente conferma nell' elezione svoltasi nella fabbrica di proprietà della Presidente di Confindustria, con la rinuncia da parte della Fiom di un terzo, anzichè prendere quattro su quattro delegati con il 74% dei voti.

domenica 15 agosto 2010

Lettera aperta di Paolo Ferrero ai segretari dei partiti dell’opposizione


Cari amici e compagni, penso che non si possa continuare a tergiversare. A me pare del tutto evidente che la crisi interna al centro destra più che determinare la fine del berlusconismo stia producendo un ulteriore imputridimento della crisi politica. Che i destini del governo e per certi versi della repubblica – visti i propositi anticostituzionali di Berlusconi – siano riassumibili nella diatriba legal giornalistica su un appartamento di Montecarlo non è null’altro che il segno di un degrado senza fine. Nessuno può pensare che il fango tocchi solo gli altri. In questa Weimar al rallentatore che stiamo vivendo da anni lo schifo tocca in egual misura chi lo provoca e chi non è in grado di arrestarlo. Questa crisi ha indebolito il Berlusconi presidente del consiglio ma certo ha rafforzato il disgusto per la politica che milioni di italiani provano verso una classe dirigente che è incapace anche solo di ragionare sui temi che riguardano la vita quotidiana dei propri concittadini. Non so se sarà ancora Berlusconi a beneficiare di questo degrado o se sarà qualcun altro ma so che la ricerca di uomini della provvidenza si è oramai drammaticamente generalizzata. La carica antidemocratica di questa domanda non sarà semplice da smaltire. Quella odierna è la crisi della seconda repubblica, se ne può uscire con un ristabilimento della democrazia o con il suo ulteriore restringimento in senso antidemocratico.
Per questo la proposta di un governo di garanzia a me pare oramai completamente inadeguata. Non l’ho mai condivisa ma ne potevo capire le ragione nelle settimane scorse. Vi pare seriamente che si possa continuare così ancora a lungo, con le destre che ammorbano il panorama, la Lega che si erge a paladina della moralità e il paese che sprofonda dentro la crisi? Questo scenario potrebbe durare per mesi. Vi pare possibile che lo sbocco di questo putridume sia un governo istituzionale frutto di una manovra di palazzo, privo di mandato democratico e che avrebbe probabilmente l’unico effetto di permettere a Berlusconi di dipingersi – una volta ancora – come vittima? Persino Bossi descrive ormai il centro destra come una palude.
Vi scrivo per proporvi di cambiare registro, di prendere atto della gravità della situazione e del fatto che per uscire da questo pantano occorre una proposta politica forte e netta. Si chiedano le elezioni anticipate per porre fine al degrado prodotto dal fallimento delle destre e si dia vita ad uno schieramento democratico con cui presentarsi alle elezioni. In questa situazione nessuno ha la bacchetta magica ma si può costruire un’alleanza democratica basata su pochi punti chiari: la difesa della costituzione e il ristabilimento pieno delle regole democratiche, la modifica della legge elettorale in senso proporzionale, una politica sociale redistributiva.
Smettiamola con questo impotente aventino che da troppo tempo caratterizza l’opposizione.

Paolo Ferrero

venerdì 13 agosto 2010

Notizie dal Consiglio Comunale

Si è svolta Giovedì 12 agosto la seduta del Consiglio Comunale di Cazzago S.M.La variante n.3 al PGT era uno dei punti più spinosi e sul quale si è dibattuto.Tra i 27 punti inseriti in questa variante ne erano presenti 3 che non ho condiviso e che hanno avuto pesanti critiche anche da parte del Consigliere Paderni.Ancora una volta nonostante avessi chiesto(e con me Paderni) in maggioranza, la possibilità di stralciare il punto n°18-19-21 la giunta non ha tenuto conto delle nostre osservazioni.
Il punto 18 della variante al PGT riguarda un ampliamento concesso in una zona secondo me di rilevanza ambientale notevole.L'immobile che si andrebbe a ampliare è posto in via Pieve Vecchia.Il proprietario in cambio della variante e della possibilità di costruire cederà una striscia di terreno che servirà per fare una stradina pedonale che collegherà la Piazza della Chiesa di Bornato con la sottostante Via Pieve Vecchia.Credo che questa opera se fosse realmente necessaria alla comunità,la si sarebbe potuta fare usando gli strumenti e le leggi che l'amministrazione ha a disposizione senza regalare nulla al privato.Mi risulta peraltro molto strano vedere come l'iter di questa variante abbia avuto un accelerazione, proprio ora che il recupero dell'antica Pieve Vecchia pare sia diventata l'unica priorità di qualche Assessore.
Il punto n°21 della variante al PGT riguarda Via Roma.Il verde pubblico a ridosso del parcheggio, dove sarebbe dovuto sorgere un piccolo parco per i cittadini di Via Roma è stato ceduto al privato che potrà cosi avere un giardino più grande,mentre i cittadini di Via Roma dovranno attendere giorni migliori per potere avere 2 panchine o qualche gioco per i bambini.
Il punto N°19 riguarda una riclassificazione di area a verde pubblico con permesso di costruire(circa 500 mq)in Via dei Mille a Bornato.
Questi 3 punti sono a nostro avviso dei regali a privati che legittimeranno tutti i proprietari di aree, a chiedere varianti o proporre scambi per edificare in zone non previste dall'attuale PGT.Il territorio di Cazzago S.M. è stato tutelato in questi 15 anni di amministrazione di Centro Sinistra, e vorremmo che l'attuale Amministrazione continuasse sulla strada intrapresa negli anni passati .

giovedì 12 agosto 2010

Melfi: Sentenza del tribunale condanna la Fiat per comportamento antisindacale. Immediato reintegro al lavoro per i tre lavoratori (di cui due delegati della Fiom) ingiustamente licenziati con l'accusa di sabotaggio.

Dichiarazione di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom

E' con grande soddisfazione che apprendiamo della sentenza del tribunale di Melfi, che condanna la Fiat per comportamento antisindacale, che ordina l'immediato reintegro al lavoro per i tre lavoratori (di cui due delegati della Fiom) ingiustamente licenziati con l'accusa di sabotaggio. Giustizia è fatta applicando lo Statuto dei diritti dei lavoratori e grazie ad una Magistratura indipendente che si è basata sui fatti realmente accaduti.

Ci auguriamo che la Fiat valuti tutto ciò con molta attenzione, perché pensare di uscire dalla crisi cancellando il Contratto nazionale, le Leggi e la Costituzione porta solo fuori strada e non risolve nessun problema. La Fiom conferma la disponibilità a riaprire un vero negoziato su tutti i temi aperti con la Fiat, che ricerchi le soluzioni nel rispetto del Contratto nazionale, delle Leggi e della Costituzione.

E' fuorviante pensare che i problemi si possono risolvere con la cosiddetta “Newco” a Pomigliano e con le deroghe al Contratto nazionale, sarebbe utile che anche Fim e Uilm se ne rendessero conto.

La contrattazione collettiva è una risorsa anche per ricercare soluzioni innovative tra le parti, se diventa una reale mediazione tra i diversi interessi del lavoro e dell'impresa. Per uscire dalla crisi il lavoro deve diventare interesse generale per il Paese, ricercando un nuovo e ambientalmente sostenibile modello di sviluppo.

Per questo essere a Roma il 16 ottobre alla Manifestazione nazionale dei metalmeccanici per il lavoro, la democrazia, la legalità ed un vero contratto nazionale significa essere dalla parte giusta: quella del Lavoro e della Giustizia sociale.

Fiom nazionale

Melfi, 10 agosto 2010

sabato 7 agosto 2010

Non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani. Il volantino Cgil sulla controriforma delle pensioni di Tremonti


La riforma delle pensioni che trova spazio nella manovra finanziaria del governo è una vera e propria controriforma contro i lavoratori, soprattutto le lavoratrici, e contro i giovani che non sapranno più se e quando andranno in pensione e come ci andranno.

Non è una riforma quella del governo, ma solo un rialzo brutale dell'età pensionabile che punta a far cassa, creando nuovi e pesanti squilibri e accentuando quelli già esistenti. E non interviene sul futuro pensionistico dei giovani, il grande nodo irrisolto del sistema previdenziale attuale.

Il 29 settembre, come Cgil, torneremo in piazza per dirlo e ripeterlo, in occasione della giornata promossa a livello europeo dalla CES, la Confederazione europea dei sindacati. In tutta Europa la gran parte dei sindacati, anche di diverso orientamento, hanno promosso o stanno promuovendo scioperi e manifestazioni contro gli interventi dei governi. In Italia, purtroppo, siamo soli. Resta da capire se siamo noi o meno l’anomalia.

il volantino

dal sito della camera del lavoro di Brescia.

mercoledì 4 agosto 2010

Si va più tardi in pensione - online il nuovo calcolatore

Con l'approvazione della manovra economica ultimata l'entrata in vigore di una serie di novità previdenziali. Dall'elevazione dell'età per le donne della pubblica amministrazione al prolungamento del tempo di attesa tra la maturazione dei requisiti e l'effettivo pagamento della prima mensilità. E da gennaio 2015 l'età minima agganciata alla speranza di vita. INTERATTIVO: CALCOLA

Per andare in pensione bisognerà aspettare sempre di più. Mentre molto poco si fa per favorire le condizioni e la permanenza degli over 45 nei posti di lavoro, aumenta l'età per le donne nella pubblica amministrazione, viene allungata l'attesa che intercorre tra il momento in cui si maturano i requisiti e quando si riceve effettivamente la prima mensilità, e da gennaio 2015 l'età minima verrà legata all'incremento della speranza di vita. Con l'approvazione alla Camera, avvenuta giovedì 27 luglio con 321 voti favorevoli, viene ultimata l'entrata in vigore di una serie di novità che incidono significativamente sul sistema previdenziale.

Da oggi le principali novità sono state inserite nel calcolatore presente nel nostro network, grazie alla collaborazione con Mefop e Epheso, che permette di conoscere - sulla base della legislazione vigente - la data di pensionamento e l’importo della pensione netta annua. Il calcolatore, inoltre, offre la possibilità anche di fare una stima dell’ultimo reddito netto annuo da lavoro e di scoprire il tasso di sostituzione netto della pensione: ovvero quanto vale la pensione netta in termini percentuali rispetto all’ultimo stipendio netto.

La variazione introdotte. I primi effetti si sentiranno già tra pochi mesi. Da gennaio 2011 verranno ridotte da quattro a una soltanto le finestre per "uscire" dal mercato del lavoro. E così i lavoratori che avranno maturato i requisiti dopo l'ultimo giorno di dicembre del 2010, sia per le pensioni di anzianità, sia per le pensioni di vecchiaia, dovranno aspettare più tempo di quanto succedeva prima. Di fatto, il giorno dopo che si sono maturati i requisiti, i dipendenti dovranno aspettare dodici mesi. Prima poteva capitare un'attesa di qualche mese. Ora sarà sempre di un anno.

Gli autonomi dovranno aspettare ancora di più. Diciotto mesi. Lo stesso tempo che dovranno aspettare anche quei dipendenti che si ritrovano ad avere versato i contributi, anche se da dipendenti, in diversi enti previdenziali. Loro, che fino ad oggi, potevano andare in pensione come dipendenti ora vengono di fatto omologati allo status di "autonomi".

Donne e pubblica amministrazione. C'è poi la norma relativa all'età delle donne impiegate nel pubblico. Dal primo gennaio del 2012, le donne che lavorano nel pubblico matureranno i requisiti all'età di 65 anni e non più a 61 anni. Il passaggio avverrà senza alcuna gradualità. Così, ad esempio, le nate nel 1950 potranno andare in pensione nel 2011, mentre coloro che sono nate nel 1951 dovranno aspettare fino al 2016.

Tra cinque anni. Con la legge 102/2009, a partire dal 2015, l’età pensionabile sarà adeguata all’incremento della speranza di vita. I regolamenti attuativi dovranno essere emanati entro il 2014. Da allora per tutti i lavoratori i requisiti di pensionamento verranno adeguati alla speranza di vita che verrà definita dai parametri Istat. I coefficienti verranno adeguati ogni tre anni. Solo la prima volta l'adeguamento verrà effettuato dopo quattro anni e non potrà superare i tre mesi.

INTERATTIVO:
CALCOLA LA TUA PENSIONE

NOVITA':
Le variazioni introdotte

INFO:
Cosa misura il calcolatore

dal sito della Republica.it