Adro: giù ancora di un giro nel gorgo di malebolge
A scrivere delle malefatte del sindaco di Adro c'è da riempire volumi: da imprenditore nel ramo della depurazione di rifiuti tossici coinvolto in indagini e processi sullo sversamento di materiali in roggia, fino ad intasare il deflusso delle acque, a sindaco chiamato a far da relatore da sprovveduti "ecologisti" per essere stato premiato come amministratore di un comune "riciclone"; senza parlare dei suoi meriti per aver chiuso una scuoletta in quel di Torbiato, frazione di Adro, per far posto ad un grazioso villaggetto di volumetria moltiplicata per un numero enne volte maggiore di quello occupato dalla suddetta scuoletta; per restare sempre nel ramo dei meriti "ecologisti", ammirevole lo sventramento in colle e in piano intorno al santuario della Madonna della Neve, dove i frati fanno veramente miracoli, riuscendo ad avere finanziamenti strepitosi per i loro alunni da padre Formigoni.
Tutto un discorso a parte, che prima o poi dovremo affrontare, merita l'assalto, sempre in nome dell'ecologia, al laghetto del Sala, sulla strada che da Rovato si dirige verso Iseo, una della pochissime zone umide esistenti in provincia di Brescia. Qui, con vera genialità, si agisce in sinergia: l'ecologia fisica si salda all'ecologia della mente, tramite l'opera dello spirito, sotto forma di Compagnia delle Opere. Infatti, col pretesto di assistere qualche decina di "malati mentali", la Isparo, una cooperativa nata anni fa nell'alveo della corrente antipsichiatrica che aveva nel presidio di Iseo un suo valido caposaldo, e trasformatasi negli ultimi anni in una "longa manus" della piovra innominata, si fa promotrice di un megaprogetto di speculazione edilizia, che coi "malati mentali" ha ben poco a che fare. "I pazzi siete voi" diceva lo striscione che nel giorno di pasquetta è stato steso sul luogo dove si prepara il misfatto.
Ma non si finirebbe più. Per rinverdire l'ormai sbiadito l' "Oscar padano" - un manichino color verde-lega intenso che i "xügatulù" (giocherelloni) antirazzisti della zona gli avevano lasciato sotto le austere arcate del palazzo Dandolo, nobile dimora da dove il nostro Oscar Lancini lancia le sue gesta, un riconoscimento ottenuto nel lontano 2006 grazie alla vittoria strappata al collega-rivale Mazzatorta di Chiari con lo sprint della "taglia" di 500 euro da dare in premio a quei vigili che gli avessero consegnato lo scalpo di un clandestino, che ti inventa il nostro Oscar? Decide di dar libero sfogo alla sua pedofilia, forse anche per mostrare che anche in questo campo non è secondo a nessuno. Un primo saggio di pedofilia il sindaco lo aveva dato 29 novembre del 2005 (vedi qui), quando, constatato che la "Amministrazione Comunale ritiene che i bambini rappresentino il futuro della nostra comunità locale", ne deduceva che il contributo a loro favore venisse erogato a condizione che "I genitori devono essere tra loro coniugati". Adesso, incitato dal suo diretto superiore, il ministro dell'interno Maroni, che interpreta il famoso detto evangelico "ama il tuo prossimo come te stesso" secondo la glossa padana che lo intende così: "bisogna essere cattivi con gli immigrati": mica sarranno prossimi a me costoro?, come ormai noto a tutto il mondo, ha deliberato di togliere il pane di bocca agli affamati.
Ora - oh! la miseria e la grandezza bresciana - un altro adrense - si dice si tratti di un altro Lancini, Silvano, in questo caso - interviene e garantisce il pasto per tutti (vedi qui).
Problema risolto? Per nulla. Non saremo mica ai tempi del comunismo, quando nelle scuole si proiettava "Kapò" di Gillo Pontecorvo, ed i fanciulli venivano traviati dall'esempio di quella militante comunista nel campo di concentramento nazista, che si suicidava quando si rendeva conto che i nazisti avevano vinto sul suo spirito, quando si accorgeva le condizioni di vita del campo di concentramento l'avevano fatta diventare come i cani poco nutriti dal padrone, pronti a sbranare il vicino per una pagnotta. Eh, no! adesso le mamme padane sono pronte a predicare con orgoglio il nuovo vangelo: bisogna essere cattivi, bisogna impedire l'attività ai benefattori!
Ironia della sorte: si sono spostate tanto a destra da diventare di estrema sinistra. Infatti dicono che anche loro si rifiuteranno di pagare. Finalmente siamo d'accordo anche noi: i bisogni di base, come l'alimentazione dei bambini, sono un diritto di tutti, che deve essere garantito a tutti. Cominciamo a tenere fermo questo principio. E poi vedremo che cosa ne consegue.
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