domenica 23 settembre 2012


Madrid, la polizia si toglie il casco e invece di reprimere aderisce ai cortei

È SUCCESSO IN QUESTI GIORNI: GLI AGENTI HANNO SOLIDARIZZATO CON I DIPENDENTI PUBBLICI E NON SOLO, SI SONO SEDUTI VICINO A LORO TRA GLI APPLAUSI. «ANCHE NOI  SIAMO PENALIZZATI DAI TAGLI, MOLTE NOSTRE FAMIGLIE LAMENTANO UNA SITUAZIONE DRAMMATICA». IL GOVERNO È INFURIATO, VALUTA SANZIONI E PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

Alberto Di Vita
Poliziotti solidarizzano con i manifestanti a Madrid. Alcuni si sono tolti il casco e siedono insieme a loro
MADRID - Poliziotti a Madrid che si tolgono il casco e solidarizzano con i manifestanti. Si siedono con loro, parlano con loro, in aperto contrasto con i colleghi che in altra parte della città reprimono duramente i manifestanti. Sembrano scene di “combutta col nemico”, degne d’altri tempi, invece è accaduto in questi giorni in Spagna. Gesti significativi, carichi di comprensione, da parte degli agenti, per chi protesta e anzi ne condivide i destini, come speigano essi stessi. Gesti silenziosi,  ma sembrano dire molto: “Noi non siamo qui a picchiare le brave persone, il nostro ruolo è reprimere il crimine, non la genete onesta che lavora e viene penalizzata”. Una sorta di “ammutinamento” – ma che in realtà tale non voleva essere – che ha fatto infuriare il Governo.
Tutto è iniziato domenica, quando migliaia di dipendenti pubblici si sono mobilitati, dandosi appuntamento dopo il calare del sole: così per diverse ore il centro di Madrid è stato bloccato dalla protesta contro i tagli del governo centrale che prevede, tra le altre cose, provvedimenti pesantissimi, come la soppressione della tredicesima, la riduzione delle ferie e dei permessi sindacali. Tra i manifestanti, c’erano insegnanti, operatori sanitari, funzionari e dipendenti della pubblica amministrazione, pompieri compresi.
Poliziotti solidarizzano con i manifestanti a Madrid. Alcuni si sono tolti il casco e siedono insieme a loroPRIMO SGARRO: CORTEO NON PERMESSO - La marcia, svoltasi senza il consenso delle autorità, è stata organizzata grazie ai social network. L’intento degli organizzatori era di accamparsi davanti al Parlamento spagnolo, ma le strade erano bloccate per cui la folla si è radunata a “Plaza de Neptuno”. Poi hanno sfilato per alcune vie di Madrid e, vista l’impossibilità di raggiungere il luogo prefissato, si sono accampati di nuovo a “Plaza de Neptuno”.
Ed è qui che è avvenuto il fatto straordinario: l’approccio dei manifestanti, così diverso da quello che ha generato gli scontri violenti dei giorni scorsi; l’atmosfera festosa e pacifica ha suggerito ad alcuni poliziotti di togliersi i caschi e accamparsi assieme ai concittadini, tra gli applausi e le urla dei presenti. «Sì, possiamo» è stato il motto della serata, cantato sotto uno striscione con su scritto «Uniti si può»: tante le foto che stanno facendo il giro dei social network iberici.
ARRIVANO ANCHE GLI AGENTI FUORI SERVIZIO – Nel corso delle ore, altri applausi per agenti fuori servizio e con cani al guinzaglio che si sono aggiunti alla spicciolata. Finché, attorno alle due del mattino, un centinaio di agenti antisommossa è arrivato per lo sgombero e far riprendere normalmente il traffico. La partecipazione di altre forze dell’ordine e il clima ha impedito qualunque incidente: la manifestazione si è dispersa dopo qualche minuto di serena discussione.
Un fatto davvero insolito e che coinvolge lavoratori che, per natura e inclinazione, sono lontani da proteste e atteggiamenti eversivi, a dimostrazione dell’impopolarità del premier Mariano Rajoy dopo le misure anti-crisi. La carta dei diritti e dei doveri militari impedisce però ai militari di unirsi alle manifestazioni e la reazione del Governo e del Ministero degli Interni spagnolo non si è fatta attendere. L’agenzia di stampa Reuters, infatti, rende noto che si stanno valutando sanzioni e provvedimenti disciplinari, ascrivendo ai partecipanti i reati di ammutinamento e insubordinazione.
«CI UNIAMO AI CITTADINI» - A seguito dell’accaduto, lunedì i principali sindacati delle forze di sicurezza civili e militari hanno espresso l’intenzione di assecondare le proteste e parteciparvi. Il segretario della Asociación Unificada de Militares Españoles (AUME), Mariano Casado, si è fatto portavoce del malessere dell’esercito per le misure adottate dal Governo che «potrebbero portare molte famiglie a una situazione veramente drammatica» e lanciato un monito: «Siamo stati pazienti, tolleranti e solidali col Governo. Ma la nostra capacità di sopportazione ha un limite». Ha poi aggiunto che si uniranno alle proteste dei cittadini e che gli organi direttivi dell’associazione valuteranno l’opportunità proteste specifiche, pur garantendo il «pieno rispetto della legge».
Anche il Sindacato della Guardia Civile ha invitato ufficialmente i facenti parte del corpo armato ad unirsi alle proteste, anche in forma anonima. Esempio seguito dalla polizia municipale di Madrid, con la protesta che si estende a macchia d’olio.
Come riporta El Paìs, ieri diverse centinaia di agenti di polizia non in divisa, ma perfettamente riconoscibili per via dei berretti blu e delle magliette sindacali, si sono uniti alle proteste di Madrid. Alcuni di loro hanno accolto il Direttore Generale della Polizia, Ignacio Cosidó Gutiérrez, a suon di fischi e rumorosissime vuvuzelas prima di una cerimonia per la presentazione di nuovi agenti, per poi tornare a protestare a mani alzate e al grido di «dimissioni di Rajoy, mani in alto questa è una rapina».
AUMENTO DEGLI IMMIGRATI SPAGNOLI - La situazione dell’economia spagnola desta preoccupazione per la tenuta dell’ordine pubblico e non lascia molte speranze.  Aumentano gli spagnoli che decidono di emigrare, con un dato in crescendo del 44% rispetto al 2011, circa 12mila persone in più rispetto al solito.  Dopo tante proteste e malcontento, arrivano gesti simbolici da parte delle istituzioni più alte. Il re Juan Carlos e il principe Felice si sono ridotti del 7% lo stipendio in linea con le misure di rigore predisposte dal Governo: 21mila euro in meno per il re (percepirà 272mila euro circa) e 10mila per l’erede al trono (percepirà 141mila euro). Su richiesta della stessa Casa Reale, il budget a disposizione era già stato diminuito del 2% rispetto al 2011.
Sono gesti  non sufficienti a fermare l’ondata di protesta e le manifestazioni già programmate per giovedì, che non si fermeranno neanche dopo l’annuncio del Ministro delle Finanze, Cristobal Montoro, del ripristino della tredicesima natalizia per i dipendenti statali con stipendi inferiori a 962 euro, per allentare una situazione di esasperazione profonda.

http://www.ilvostro.it

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