giovedì 9 settembre 2010

L'attacco non riguarda solo i metalmeccanici. Mettere in campo lo sciopero generale

di Roberta Fantozzi

La decisione di Federmeccanica di disdettare formalmente il contratto sottoscritto nel 2008 con tutti i sindacati e validato dal voto democratico di tutte le lavoratrici e i lavoratori è un segnale inequivoco dell'obiettivo che il padronato italiano, sotto la guida della Fiat, si pone. E' un obiettivo generale, anzi generalissimo: è il ridisegno complessivo della società. La posta in gioco è la distruzione di qualsiasi idea di mediazione sociale tra interessi diversi e riconosciuti come tali, e l'affermazione che il solo potere esistente, a cui tutto deve sottomettersi e conformarsi, è il comando unilaterale dell'impresa. L'impresa come macchina da guerra, secondo la metafora preferita da Marchionne, che non accetta l'esistenza di altre regole che non siano la propria, e che dunque non tollera prima di tutto l'organizzazione dei lavoratori: l'esistenza della coalizione del lavoro, che esprima interessi, bisogni, punti di vista autonomi che si organizzano in forma collettiva, contrattano e determinano per questa via la propria condizione di lavoro e di vita.
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