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Non ci interessa la ricchezza, ciò che vogliamo è allevare bene i nostri figli. La ricchezza non è di nessuna utilità e non si può portarla con noi una volta morti. Noi non vogliamo ricchezze. Vogliamo amore e pace. (Nuvola Rossa Guerriero Oglala dei Sioux Tetones) Questo Blog vuole essere un punto di incontro per chi crede ancora che"Un altro mondo è possibile",a chi crede ancora negli ideali,a chi crede che oggi ci sia bisogno di una "Resistenza attiva"
martedì 30 novembre 2010
Consiglio Comunale 29 Novembre 2010
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lunedì 29 novembre 2010
Dario Fo incontra i ragazzi della gru - Auditorium scuola media Bettinzoli di Brescia
ore 20.30
Auditorium scuola media Bettinzoli
via Caleppe 13, Brescia
PARLIAMO CON LORO
INCONTRO PUBBLICO
con
Arun, Jimmy, Sajad, Rachid
interverranno:
prof. Antonio D'Andrea - docente di diritto costituzionale
Edda Pando - comitato immigrati Milano
Manlio Vicini - avvocato di Arun e Jimmy
padre Marcello Storgato - missionario saveriano
con la straordinaria partecipazione di
DARIO FO
modera
Irene Panighetti
partecipano:
Isaia e L'Orchestra di Radio Clochard
Barbara Pizzetti (voce narrante)
Scarica qui il volantino
mercoledì 24 novembre 2010
Il governo italiano spreca i nostri soldi comprando questo aereo
In questi giorni abbiamo letto che la crisi finanziaria che imperversa in tutta l'Europa ha portato i vari governi a tagliare le spese militari.
Il Financial Times il 20 ottobre commentava così il taglio previsto da Cameron in Inghilterra: "La manovra britannica per tagliare il bilancio della difesa dell'otto per cento in quattro anni corrisponde su scala globale a un piatto di fagioli".
Ebbene sì, il taglio delle spese militari previste ovunque non è poi così terribile eppure l'Italia decide il contrario di tutti i paesi europei.
La Difesa inglese in particolare rinuncia alla versione più costosa del caccia multiruolo F-35B (variante a decollo corto o verticale e atterraggio verticale (STOVL) dal costo di 120 milioni di dollari per quella meno costosa, l'F-35C, con una riduzione dei costi generali del 25%.
Anche la Francia (come la Germania) ha annunciato una diminuzione delle spese militari di 3,5 miliardi di euro.
Ma fermiamoci ai paesi che avevano deciso di partecipare al programma F-35.
Il Canada ha rimandato la decisione di comprare 15 F-35 al 2013 così come la Danimarca (rinvio al 2014), l'Olanda ha rinunciato all'acquisto (manterrà 2 prototipi) a favore di un aggiornamento degli F-16, Israele ne riceverà 20 ma l'acquisto degli aerei sarà coperto dagli aiuti che Israele riceve dagli Stati Uniti per la sua difesa: tre miliardi di dollari ogni anno per il prossimo decennio.
E l'Italia? Il Ministro la Russa non solo non intende tagliare il numero degli F-35 italiani, ma manterrà anche la versione B che gli inglesi stessi hanno abbandonato per l'elevato costo.
Riunione di Maggioranza
domenica 21 novembre 2010
Congresso Federazione della Sinistra
Landini: «Una grande battaglia per la democrazia»
Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, ha riscosso nel suo intervento al congresso applausi scroscianti. Una platea attenta ha seguito l’evolversi del suo discorso, scaldandosi soprattutto nei passaggi in cui egli richiamava la necessità di un’ampia battaglia per la democrazia dentro e fuori i luoghi di lavoro e chiedeva risposte chiare da parte delle forze politiche che intendono interloquire con i lavoratori e le lavoratrici, riproponendo l’esigenza di arrivare presto allo sciopero generale non solo contro le politiche governative ma anche per fermare le scelte di Confindustria.
Adriana,donna libera emancipata,innamorata
Ci ha lasciati a 91 anni Adriana Zarri,“poetessa orante, teologa, donna libera, eremita comunicante, critica, preveggente, viva” .Nel ricordarla con profonda ammirazione, riporto l’epigrafe che si è scritta:
IN MEMORIA DI ME
Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un’epigrafe d’erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri.
sabato 20 novembre 2010
Un riarmo da un miliardo di euro
Nei giorni scorsi, nonostante le difficoltà finanziarie in cui versano le casse dello Stato, le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno approvato in fretta e furia, e con il silenzio-assenso dell'opposizione Pd, un programma di riarmo del valore di quasi un miliardo di euro, buona parte dei quali finiranno alle aziende belliche del gruppo industriale guidato Pier Francesco Guarguaglini.
Il programma pluriennale di acquisizione armamenti, legato al crescente impegno bellico dell'Italia sul fronte di guerra afgano e alle esigenze strategiche della Nato, prevede una spesa complessiva di di 933,8 milioni di euro nell'arco dei prossimi quattro/nove anni.
Vediamo il dettaglio di quella che potrebbe essere l'ultima lista della spesa del ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
200 milioni di euro sono destinati a fornire i nostri elicotteri da guerra A-129 Mangusta, operativi in Afghanistan, dei nuovi sistemi di puntamento Ots fabbricati dalla Salex Galileo di Finmeccanica, che consentiranno di colpire al meglio gli obiettivi ''nei nuovi scenari di impiego degli elicotteri, in situazioni caratterizzate da fluidità e indeterminatezza della posizione delle forze amiche e nemiche''. Nella stessa cifra è compresa una fornitura, sempre per gli elicotteri Mangusta, di nuovi missili anticarro Spike, di fabbricazione israeliana, che andranno a sostituire gli attuali missili Tow, meno potenti.
22,3 milioni di euro verranno spesi per l'acquisto di 271 mortai da 81 millimetri di nuova generazione, fabbricati all'estero, e del relativo munizionamento, prodotto invece negli stabilimenti di Colleferro (Roma) dell'azienda di armamenti italo-britannica Simmel Difesa. Pezzi d'artiglieria più precisi, destinati a ''elevare le capacità operative delle unità terrestri attualmente impiegate nei diversi teatri operativi'' (leggi: sul fronte afgano).
125 milioni di euro sono stanziati per la costruzione, alla Fincantieri di Genova, di una nuova unità navale della Marina militare con funzione di appoggio alle forze di incursori, ricerca e soccorso, destinata a sostituire la vecchia nave A-5306 Anteo. Sarà una nave da guerra, armata di cannoni e mitragliatrici, di quelle con i portelloni anteriori per lo sbarco di mezzi anfibi.
87,5 milioni di euro verranno spesi per dotare i sommergibili classe U-212 (il 'Salvatore Todaro', lo 'Scirè' e altri due in costruzione) di un nuovo siluro 'pesante' (6 metri lunghezza per 1,2 tonnellate), evoluzione dell'attuale modello A-184. A costruire questi nuovi missili subacquei sarà la Whitehead Alenia Sistemi Subacquei (Wass) di Livorno, del gruppo Finmeccanica.
63 milioni di euro serviranno a realizzare, presso l'aeroporto militare di Pisa, un grande 'hub' aereo militare nazionale ''dedicato alla gestione dei flussi, via aerea, di personale e di materiale dal territorio nazionale per i teatri operativi''. In pratica, si tratterà della più grande base aera della Nato d'Europa, destinata a funzionare come piattaforma logistica di tutte le future missioni militare alleate all'estero.
236 milioni di euro sono stati stanziati per creare una rete informatica militare sperimentale, detta Defence Information Infrastructure (Dii), ''necessaria per la trasformazione net-centrica dello strumento militare, elemento essenziale ed abilitante per la pianificazione e la condotta delle operazioni''. Un progetto che vede coinvolta, tra gli altri, la Elsag Datamat, altra azienda del gruppo Finmeccanica.
200 milioni andranno infine all'AgustaWestland di Finmeccanica per l'acquisto di dieci nuovi elicotteri Aw-139: velivoli militari di soccorso da utilizzare in operazioni all'interno del territorio ''nazionale o limitrofo''.
venerdì 19 novembre 2010
Sciopero Cgil:Zarrella(Rsu Stefana Ospitaletto) interviene dal palco di Piazza Loggia
mercoledì 17 novembre 2010
martedì 16 novembre 2010
LETTERA DI DILIBERTO A BERSANI: "L'11 DICEMBRE IN PIAZZA ASSIEME. TU E FINI IRRIDUCIBILMENTE DIVERSI"
Caro Bersani,
ho ascoltato con attenzione ed una certa emozione i valori della sinistra da te enunciati alla trasmissione di Fazio. E’ difficile per ogni uomo e ogni donna di sinistra non riconoscersi in essi. Ma proprio per questo, proprio per la forte condivisione, per il sincero apprezzamento, risultano ancor più incomprensibili tanti atteggiamenti e tanti silenzi del Pd.
Quando in un Paese si apre tra centrodestra e centrosinistra uno scontro politico delle dimensioni italiane, non si sostituisce un avversario politico con un altro, anche se indubbiamente più “presentabile”. E infatti ieri sera i valori espressi da Fini erano molto distanti dai tuoi. Tutti e due vi siete detti per quello che siete: irriducibilmente diversi.
Ancor più debole è, come motivazione, l’esigenza di una nuova legge
elettorale. Non ho dubbi che sia brutta e sbagliata. Ma ho ancor meno dubbi sul fatto che si possa istituire un governo (come è stato chiamato? di transizione? e la sua durata sarà garantita da atto notarile?) in un paese devastato dalla questione morale, dall’assenza di lavoro, dai conflitti di interesse, dallo strisciante razzismo, ponendo come prioritaria la legge elettorale. Tant’è che non a caso, nella trasmissione di Fazio, hai parlato di ben altro. Hai parlato dei deboli, di salute, di ingiustizia fiscale, di diritto alla studio… Hai parlato di sinistra.
La seconda incomprensione, non meno importante, è relativa alla manifestazione indetta dal Pd l’11 dicembre. Ti chiedo – l’ho già fatto più di una volta – di mettere quella manifestazione a disposizione di tutte le forze del centrosinistra facendone un evento di straordinaria grandezza ed unità. Di farlo in nome di quei valori che ieri sera sono stati ascoltati da dieci milioni di italiani. Un impegno, più ancora di una promessa.
Caro Bersani, è il tempo di chiamare a raccolta il nostro popolo – oggi confuso, disorientato, a volte persino avverso – per riprendere in mano le bandiere della giustizia e dell’eguaglianza.
Un affettuoso saluto
Oliviero Diliberto
Gli immigrati sono scesi dalla gru
«lotta dura senza paura») di oltre un centinaio di persone venute a portare la loro solidarietà e tenute a distanza dalle transenne presidiate dalle forze dell'ordine. Nello scendere i quattro hanno fatto diverse pause lungo la struttura di metallo salutando tutti coloro che sono intervenuti nella piazza. Anche se non si conoscono i dettagli che hanno portato i quattro a interrompere
la loro clamorosa protesta, sembra essere stata fondamentale l'ultima mediazione messa in campo da ieri sera dalla Curia e da Cgil e Cisl.
Prima di scendere gli immigrati hanno calato dalla gru dei
venerdì 12 novembre 2010
giovedì 11 novembre 2010
mercoledì 10 novembre 2010
IL PRESIDIO DI IMMIGRATI E ANTIRAZZISTI CHIEDE 48 ORE DI TREGUA UMANITARIA
IL PRESIDIO DI IMMIGRATI E ANTIRAZZISTI CHIEDE 48 ORE DI TREGUA UMANITARIA
Di seguito il comunicato diffuso nel pomeriggio del 10 novembre nel quale si chiedono alle istituzioni almeno 48 ore di tregua umanitaria
“TREGUA UMANITARIA” PER EVITARE UN’IMMANE TRAGEDIA.
Le Associazioni che, pur non avendo promosso l’occupazione della gru, hanno fin da subito garantito pieno appoggio politico ed umano ai 6 giovani migranti, costretti a salire a 30 metri di altezza per rendere visibili le proprie ragioni,
in nome della salvaguardia del bene supremo rappresentato dalla vita di queste persone:
CHIEDONO ALLE ISTITUZIONI COMPETENTI
UNA SORTA DI “TREGUA UMANITARIA” DI ALMENO 48 ORE
- per far abbassare la tensione che si e’ pericolosamente alzata lunedi’ con le operazioni di sgombero del presidio, con cariche, violenze e arresti che hanno esacerbato ancora di piu’ lo stato d’animo dei giovani sulla gru, portandoli a mettere in atto comportamenti estremamente rischiosi per la loro incolumita’
- per consentire in un contesto di maggiore tranquillita’ l’individuazione di possibili sbocchi e soluzioni ad una situazione che si trova in una pericolosa fase di stallo
Chiediamo quindi che per almeno 48 ore
- si allenti la presenza di forza pubblica in assetto antisommossa consentendo anche il passaggio in via S Faustino
- si realizzino le condizioni per una comunicazione continua con i giovani sulla gru per impedire che l’esasperazione, la stanchezza fisica, le privazioni e l’isolamento telefonico possano compromettere la loro tenuta psicologica
- si sospendano i tentativi di porre una rete di protezione che i migranti vedono come preliminare ad un eventuale blitz e che quindi anziche’ rappresentare un elemento di sicurezza alimenta condotte per loro pericolose
Realizzandosi queste situazioni si creera’ un clima piu’ propizio alla possibilita’ che le Associazioni, che sottoscrivono questa proposta, riescano a convincere i migranti sulla gru ad astenersi da comportamenti che mettono seriamente a repentaglio la loro vita e a restare nella cabina o nella zona protetta da ringhiere. Si chiede infine che possano essere mandate sulla gru delle imbragature di sicurezza normalmente utilizzate in edilizia.
Brescia 10-10-2010
Le comunita’ egiziana, indiana, pachistana, marocchina, senegalese del presidio permanente, Associazione Diritti per tutti, Coordinamento immigrati CGIL, Partito della Rifondazione comunista, CSA Magazzino 47, CSA 28 maggio, Conf. COBAS, USB (Unione sindacale di base), Associazione senegalesi Brescia e provincia Associazione islamica Muhammadiah (moschea pachistana), sinistra critica.
martedì 9 novembre 2010
martedì 9 novembre 2010
Brescia la protesta sulla gru resiste dopo le cariche di lunedì 8 novembre
Da: clemenzap | 08 novembre 2010Brescia 8 novembre 2010
questa mattina all'alba polizia e carabinieri hanno caricato gli immigrati che presidiano dal 30 ottobre il cantiere della metropolitana di Brescia dove sei ragazzi sono saliti sulla gru per dare voce alla protesta per ottenere il permesso di soggiorno. Ci sono stati diversi arresti e anche feriti. La polizia ha creato un cordone intorno al cantiere, blindando una parte della città. Sono stati anche maltrattati e caricati comuni passanti. La repressione che in questi giorni stiamo tutti subendo sembra il disperato colpo di coda di un governo che non ha più senso di esistere. La federazione PRC di Brescia - federazione della sinistra sarà sempre al fianco dei più deboli, dei più sfruttati, per la difesa dei diritti e della costituzione che ripudia ogni forma di razzismo e di xenofobia. Appena si è sparsa la voce dello sgombero del presidio centinaia di cittadini e di immigrati fin dalla mattina si sono diretti verso la gru fronteggiando senza paura il blocco della polizia fino a tarda sera.
COMUNICATO STAMPA
E nel momento in cui questo governo sta per spirare, anzi probabilmente è già morto, ecco che mostra il pugno di ferro. Uno Stato che si dice non in grado di intervenire su una chiara manifestazione di separatismo istituzionale, come nel caso della scuola di Adro, dove su edifici pubblici vengono poste, e continuano a fare mostra di sé, le insegne di un altro stato, per quanto presunto come quello della Padania, interviene invece con un imponente schieramento di forze contro persone inermi, carica, arresta.
Come Partito della Rifondazione Comunista ripetiamo che stiamo e staremo sempre dalla parte degli oppressi e degli sfruttati, ed esprimiamo la nostra più ferma condanna di questa cieca violenza, ricordando che l'ingiustizia e la prevaricazione alla fine non hanno mai pagato.
Chiediamo pertanto l'immediata cessazione delle violenze poliziesche ed il rilascio di tutti gli arrestati.
Rivolgiamo anche un appello a tutte quelle forze politiche, finora colpevolmente latitanti su questo problema, di uscire dalla loro posizione di furbesco attendismo, perché in gioco ci sono cose troppo importanti, ed ai sindacati ed ai lavoratori una mobilitazione immediata, perché si apra lo spazio per una soluzione politica, che è quello, e solo quello, che i disperati della gru chiedevano e chiedono.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - FEDERAZIONE DI BRESCIA
sabato 6 novembre 2010
giovedì 4 novembre 2010
FIAT ALFA ROMEO POMIGLIANO
LICENZIAMENTI ARBITRARI, NUOVA CONDANNA PER LA FIAT: REINTEGRATO UN ALTRO OPERAIO CUI L’AZIENDA DOVRA’ RISARCIRE 250.000 EURO
Con ripetute sentenze i giudici del lavoro hanno in questi mesi condannato la Fiat Pomigliano a reintegrare tre operai ingiustamente licenziati, nonché un altro della G.M. Sinter di Arzano (dell’indotto Fiat). Questa volta - sull’ennesimo caso - si è pronunciata la Corte di Appello di Napoli, giudici Umberto Marconi, Giovanna M. Rossi, Antonietta Savino che, in accoglimento del ricorso presentato dall’avv. Giuseppe Marziale per l’ufficio legale dello Slai cobas (e riformando la precedente sentenza di primo grado del Tribunale di Nola che lo scorso giugno 2009 dava inopinatamente ragione alla Fiat) ha ordinato la “immediata reintegrazione di Russo Pasquale e condannato la Fiat al pagamento delle retribuzioni maturate dalla data del licenziamento (20 febbraio 2004) oltre agli accessori di legge e alla ricostruzione dei contributi previdenziali”.
Pasquale Russo, operaio, 41 anni e residente a Casoria, assunto alla Fiat Pomigliano dal maggio 1990, aveva cominciato, negli anni, a soffrire di acute patologie osteo-muscolari da sforzo prolungato tipiche degli addetti alle catene di montaggio. Aveva esibito certificazioni mediche e richiesto di essere sottoposto a giudizio di idoneità per essere spostato a mansioni adatte. Richieste rimaste inascoltate dall’azienda. Ciononostante, e venendo meno all’obbligazione di sicurezza e tutela della salute, la Fiat continuava ad impiegarlo al montaggio lastrosaldatura del modello Alfa 147, dove l’operaio, piegato, doveva spalmare il sigillante sottoscocca a 230 vetture, con una scocca lavorata ogni due minuti. Il Russo, essendo divenuta insopportabile la condizione lavorativa, si rivolse poi allo Slai cobas che nel settembre 2003 e poi in novembre 2003 intimava al medico competente l’accertamento dell’idoneità alla mansione, eccependo la violazione dei ritmi di lavoro massimi previsti nella postazione. Il 27 novembre 2003, i sanitari di fabbrica rilasciarono a Pasquale Russo il giudizio di inidoneità alla mansione. A tal punto la Fiat, costretta a togliere il lavoratore dalla catena di montaggio per le prescrizione degli stessi medici aziendali collocò l’operaio in totale inattività a fianco della scrivania del caposquadra (sig. Gennaro De Sena) per essere da questi “controllato” per l’intero turno di lavoro e vietandogli sia di spostarsi che di parlare con gli altri lavoratori: una gravissima condotta palesemente illecita - oltre che illegittima - in evidente e reiterata manifestazione di mobbing.
Poi, il 20 gennaio 2004, la Fiat contestò al lavoratore di …”aver abbandonato il posto di lavoro per 40 minuti senza autorizzazione” e non accogliendo le giustificazioni fornitegli e cumulando il procedimento disciplinare con precedenti ed illegittime sanzioni, il 20 febbraio 2004 lo licenziava. Oltre che a dimostrare che l’abbandono del posto di “lavoro” del sig. Russo durò circa 5 minuti e non i 40 sostenuti dalla Fiat, nel ricorso presentato dal lavoratore è stato, tra l’altro, ribadito che… “a meno che di non assecondare le illecite e discriminanti condotte aziendali, nessun ‘abbandono del posto di lavoro’ era contestabile perché l’azienda non gli aveva assegnata alcuna mansione e postazione lavorativa, rifiutando di spostarlo a compiti diversi, e ciò con premeditata strumentalità dimostrata dalle umilianti condizioni nelle quali la Fiat pretendeva di tenerlo.
UNA SENTENZA QUESTA, CHE DOVRA’ SERVIRE DI MONITO A MARCHIONNE E A QUANTI GIA’, SINDACALISTI E POLITICI, SI SONO SCHIERATI CON LUI PRETENDENDO IL DRASTICO PEGGIORAMENTO DELLA GIA’ INSOSTENIBILE CONDIZIONE OPERAIA.
S.L.A.I. COBAS