lunedì 18 marzo 2013


Scoperta l'ennesima «necropoli» di veleni

OVEST INQUINATO. Le analisi dell'Arpa escludono la presenza di scorie radioattive. La discarica «pirata» portata alla luce dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico. Scarti di fonderia e rottami seppelliti abusivamente sotto una collina estesa su trecentomila metri cubi. Scattano i sigilli a un'area fra Ospitaletto e Travagliato

 I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Brescia hanno sequestrato l’ennesima discarica abusiva
Sempre più ampia, sempre più profonda. Per i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Brescia è stato come riportare alla luce una vera e propria «necropoli» dei veleni. La discarica abusiva scoperta la scorsa settimana al confine fra Ospitaletto e Travagliato si è rivelata una sorta di pozzo senza fondo dove sono state scaricate scorie di acciaieria, scarti di rottami, oli esausti e altri fluidi potenziamente tossici. La prima «cellula» posta sotto sequestro l'8 marzo era larga trecento metri e profonda sette. Ma quel nucleo originale si è rivelato la punta di un iceberg: la massa di terreno inquinato è di 300 mila metri cubi. Una sorta di enorme «bolo» tossico nelle viscere dell'Ovest bresciano. Apposti i sigilli sull'area, le analisi sui campioni di materiale effettuati dall'Arpa sono andati di pari passo agli accertamenti del Noe che ha ricostruito la provenienza dei rifiuti seppelliti abusivamente nell'area posta a poche centinaia di metri dalla linea dell'Alta velocità ferroviaria. I risultati sull'indagine attorno all'ennesimo episodio di inquinamento saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa convocata per questa mattina dal Noe di Brescia. Per quanto riguarda la natura dei rifiuti, stando ai primi referti delle analisi sulla conformazione chimica dei materiali, si tratterebbe di scorie di acciaierie e rottami. Sulla scorta delle concentrazioni di inquinanti e delle stratigrafie della discarica, è stato possibile ipotizzare a grandi linee la cronologia dei conferimenti. I primi risalirebbero ad alcuni anni fa, ma lo smaltimento sarebbe proseguito anche in tempi recenti. È stata esclusa la presenza di materiale radioattivo. A Brescia le discariche per acciaierie e fluff (la parte non ferrosa delle auto rottamate) sono sature: per smaltire a norma di legge i rifiuti le aziende devono rivolgersi a siti fuori regione con un inevitabile aggravio di costi. Una circostanza che rende ancora più redditizio smaltire abusivamente le scorie. La discarica «pirata» sequestrata dal Noe è una delle più estese scoperte in un comprensorio già gravato da una pletora di bacini di conferimento rifiuti autorizzati ed esauriti. Il primato spetta a Castegnato: qui spiccano i 22 ettari della Bosco Sella (5 milioni di metri cubi di rifiuti dell'ex Asm), ma anche i siti Pianera e Pianerino, Codenotti, Gervasoni, Bettoni, Arici e Bonara. A Passirano si trova la Vallosa, a Ospitaletto la Del Bono e la Gottardi. A Paderno la Sorelle Vianelli. Tutti comparti in attesa di bonifiche che per il loro costo sono parenti stretti dell'utopia.

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