sabato 6 marzo 2010

Stato di agitazione permanente alla Stefana

Dopo gli incontri tra le Rsu dei 4 stabilimenti della Stafana sono iniziate in questi giorni le lotte contro per far capire ai rappresententi dell'azienda che gli operai per una volta sono uniti e determinati.La politica intrapresa dall'azienda che vuole gestire la crisi da sola, forse nell’ottica di fare a meno del sindacato e di costruirsi un rapporto individuale con i singoli lavoratori,come stà succedendo nel nuovo laminatoio di Ospitaletto ha creato un profondo malumore tra i lavoratori. Una scelta a nostro avviso sempre sbagliata, e non solo dal punto di vista dei lavoratori. Non appare infatti casuale che, al primo manifestarsi della crisi – mentre c’era ancora il contratto integrativo aperto – parte dall’azienda la proposta di affrontarla con un contrattodi solidarietà. Sembrerebbe la soluzione ideale ma i lavoratori si accorgono che la proposta è fasulla. L’azienda vuol decidere tutto da sola: come organizzare la solidarietà, su quante ore applicarla e su quante linee, senza lasciare margini contrattuali al sindacato e senza possibilità di controllo sul suo funzionamento, sul fatto – molto importante per noi -che non penalizzi nessuno a vantaggio di altri.La Fiom non si lascia abbagliare e rifiuta la proposta.Allora parte la cassa integrazione,ordinaria e straordinaria, senza nessuna integrazione e senza rotazione.Riguarda gli stabilimenti di Ospitaletto e di Nave,che sono legati tra loro dal fatto che a Ospitaletto c’è l’acciaieria e a Nave il laminatoio.A Montirone, mentre i lavoratori sono in cassa ordinaria e lo stabilimento lavora,per garantire il turn over in un reparto dove otto operai hanno maturato la pensione,la Fiom ha chiesto l’assunzione di otto interinali.Queste assunzioni erano previste da un accordo e avrebbero già dovute essere attuate entro la fine del 2009.Cos’ha fatto invece l’azienda?E’ andata negli altri stabilimenti a chiedere ai lavoratori in cassa se volevano spostarsi e uscire dalla cassa per tornare in produzione.Alcuni hanno risposto di sì e l’azienda ha fatto in modo che i trasferimenti, per ora tre su otto, risultasserochiesti dai lavoratori stessi. E hanno riorganizzato turni e produzione da soli, unilateralmente.Non poteva andare avanti così: il sindacato ha dichiarato lo stato di agitazione generale e ha dato all’azienda 48 ore di tempo: poi sono partiti degli scioperi. Scioperi che fanno male.E su questa forma di lotta sono tutti d’accordo, anche il sindacato della Lega, Fesal,anche la Fim.Ora tutti gli stabilimenti hanno chiesto un incontro. A margine della vicenda ci preme sottolineare che le scelte della Stefana possono finire per danneggiarel’impresa: questo è un settore dove la professionalità e la specializzazione dei lavoratori è alta e chi viene penalizzato potrebbe decidere di portare altrove le sue capacità.Così, quando la crisi allenterà la morsa, l’azienda scoprirà magari di essere sotto organico…

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