domenica 21 agosto 2011

Prc: A2A? Via dalla Borsa Sel: Serve un progetto



Fiorenzo Bertocchi
Dibattito aperto anche nei partiti della sinistra sul futuro della partecipazione bresciana in A2A. Rifondazione comunista ha un'idea chiara e radicale: fuori dalla Borsa che sta facendo danni, restituire all'azienda il ruolo di collettore tra aziende del territorio che ha creato lavoro e crescita ai tempi di Asm. E se servisse «non si deve escludere la via del referendum» afferma il segretario cittadino Fiorenzo Bertocchi. Per Donatella Albini di Sinistra e libertà, invece, serve un quadro chiaro da parte della Loggia che affronti il problema di tutte le partecipate, fermo restando che A2A è l'ultima azienda da considerare alla voce dismissioni.
«SE PER QUALCUNO non è un tabù aumentare le quote in mano ai privati - spiega Bertocchi - per noi non è un tabù che A2A ritorni tutta in mano pubblica e che venga tolta da quel maledetto gioco d'azzardo che in questi giorni sta mostrando tutti i suoi limiti ed è la Borsa. Rolfi chiede prudenza perchè qualsiasi cosa dicano o facciano viene sistematicamente smentita nell'arco della giornata dai loro stessi uomini di Governo. Noi chiediamo proprio che sia il caso che il dibattito si apra e diventi pubblico». L'idea è inserita in un quadro più ampio: «La finanziaria non taglia i costi della politica ma la democrazia, e lo stesso atteggiaemnto viene ribadito non volendo parlare pubblicamente. Allo stesso tempo c'è un attacco ideologico che tende a ribadire le politiche neoliberiste come pensiero unico, ma sono le stesse idee che ci hanno portato a questa situazione di crisi. Gli italiani si sono espressi nel referendum contro le privatizzazioni. Che ora si parli di liberalizzazioni è uno schiaffo alla volontà dei cittadini».
Il Prc chiede uno sforzo strategico: «Va ribaltata la logica che riguarda A2A. Senza dimenticare i rischi delle alienazioni: solo realtà con grosse disponibilità economiche potrebbero entrare, e se questi soggetti fossero vicini alla Compagnia delle Opere si aprirebbe un grosso conflitto di interessi visto e considerato chi guida il Consiglio di sorveglianza. Adesso va cambiata l'impostazione operativa di A2A: l'azienda ha un senso ed è utile non come elemento che produce dividendi, ma come realtà che garantisce posti di lavoro di qualità e sicuri ed al contempo servizi essenziali di base». Per questo Bertocchi si augura che: «Gli utili in futuro vadano reinvestiti maggiormente per sviluppare l'azienda potenziando i servizi e le reti e l'occupazione creata. Tornare a quello che fu il ruolo di Asm che sosteneva una rete di attività ad essa legate. Se il processo di privatizzazione dovesse andare avanti chiederemo un referendum per far esprimere i cittadini».
PER ALBINI sostanzialmente si è perso un anno di tempo per immaginare il futuro: «Quando c'è stata la discussione sulle partecipate circa un anno fa in consiglio comunale dissi che serviva un cronoprogramma delle potenziali dismissioni per vendere il più tardi possibili le più redditizie. Mi aveva poco convinto la parata di audizioni in commissione, avremmo dovuto ragionare sulla base di un piano della Giunta». E Sel non dimentica che: «A2A è l'azienda che in questo momento consente la sopravvivenza dell'economia amministrativa della nostra città. Parlarne al di fuori di una visione d'insieme è un punto di partenza sbagliato privo di ragionevolezza economica e politica. È l'ultima cosa che si deve vendere, primo peril valore delle azioni, secondo perchè bisogna concertare una azione con Milano».ARMA

Dal Bresciaoggi 21 agosto 2011

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