Non ci interessa la ricchezza, ciò che vogliamo è allevare bene i nostri figli. La ricchezza non è di nessuna utilità e non si può portarla con noi una volta morti. Noi non vogliamo ricchezze. Vogliamo amore e pace. (Nuvola Rossa Guerriero Oglala dei Sioux Tetones) Questo Blog vuole essere un punto di incontro per chi crede ancora che"Un altro mondo è possibile",a chi crede ancora negli ideali,a chi crede che oggi ci sia bisogno di una "Resistenza attiva"
domenica 23 dicembre 2012
sabato 22 dicembre 2012
Alle compagne e ai compagni iscritte e iscritti al Partito della Rifondazione Comunista
Roma, 19/12/2012
Care Compagne e Cari Compagni,
come deliberato in varie riunioni della Direzione nazionale e del Comitato Politico Nazionale, stiamo lavorando per la costruzione di una lista unitaria di sinistra che si presenti autonomamente alle prossime elezioni.
E’ questo un obiettivo necessario per evitare che proprio le forze che si sono opposte alle politiche del governo Monti siano escluse dal prossimo Parlamento, e con esse le ragioni dei diritti del lavoro, dell’opposizione al Fiscal Compact e alle politiche europee, della difesa del welfare. Sarebbe un fatto assai negativo per il nostro partito e per il nostro progetto politico.
Nessuna di queste forze, dall’IdV a Rifondazione Comunista, dal movimento di De Magistris ad Alba ha, da sola, la possibilità di eleggere. E’ invece evidente che una lista che tenga insieme l’arco di forze politiche, sociali e culturali che si sono opposte al governo Monti, può rappresentare un punto di riferimento reale per quanti non si riconoscono né nell’alleanza dei democratici e progressisti, né in Grillo.
Questa scelta non ha nulla a che vedere con lo scioglimento del partito o con la sua fine. Come abbiamo detto mille volte, Rifondazione Comunista è necessaria ma non sufficiente, ed in questa linea ci muoviamo.
Necessaria, quindi Rifondazione deve esserci per l’oggi e per il domani.
Non sufficiente, quindi contribuiamo alla costruzione di una lista unitaria.
Ovviamente in questo quadro, dovremo presentarci alle elezioni sotto un simbolo di coalizione, che per forza di cose non potrà coincidere con il nostro simbolo. Si tratta di una situazione presente anche in altri paesi europei – basti pensare al Izquierda Unida in Spagna, al Front de Gauche, in Francia, a Syriza in Grecia - dove i partiti comunisti o di sinistra radicale non si presentano alle elezioni con il loro simbolo ma con il simbolo della coalizione. E’ un passaggio necessario che dovremo gestire direttamente come partito, con una propaganda apposita che specifichi che Rifondazione Comunista invita a votare la lista unitaria.
Questo lavoro di costruzione della lista unitaria è tutt’ora in corso ed ha visto la nostra partecipazione attiva alle assemblee di Cambiare si può, così come abbiamo espresso una valutazione positiva sulla possibilità che sia Antonio Ingroia a svolgere la funzione di candidato presidente per il quarto polo.
Come ogni percorso unitario vi sono svariati problemi e stiamo lavorando affinché questo percorso trovi due primi momenti di sintesi nelle assemblee convocate per il 21 da Ingroia e per il 22 da “Cambiare si può”. In quel contesto si avrà una prima definizione della fisionomia del quarto polo e della lista che lo dovrà concretamente realizzare, alla quale intendiamo partecipare praticando il principio della reciprocità.
Ho ritenuto necessario rivolgervi questa lettera perché la fase è molto complicata ed in assenza del nostro giornale, vi è una seria difficoltà ad informare correttamente i compagni e le compagne su quanto sta avvenendo.
Nella convinzione di operare nella giusta direzione per la causa di tutti noi.
Saluti comunisti,
Paolo Ferrero
Segretario nazionale
MONTI COME MUSSOLINI?
La storia si ripete.Cosi come nel 1939 l'allora capo del governo Mussolini visitava lo stabilimento Mirafiori ,nel 2012 Monti visita Melfi accompagnato da Marchionne e applaudito dagli operai(esclusi quelli della Fiom)invitati.Per completare il quadretto mancava solo Bersani e Vendola complici delle nefandezze del governo monti sulle politiche del lavoro e dei diritti in fabbrica.
lunedì 17 dicembre 2012
IO CI STO'
Ingroia ha rotto gli indugi mettendo in campo la sua candidatura.Oggi ha annunciato che sarà candidato premier con la sua lista "Io Ci Stò" e che farà parte del nuovo progetto politico definito come quarto polo a cui hanno aderito anche IDV-Comunisti Italiani-Rifondazione Comunista.Ecco in dieci punti il manifesto politico di Ingroia.
1) Vogliamo che la legalita' e la solidarieta' siano il cemento per la ricostruzione del Paese.
2) Vogliamo uno Stato laico, che assuma i diritti della persona e la differenza di genere come un'occasione per crescere
3) Vogliamo una scuola pubblica che abbia sia per gli insegnanti che per gli studenti il criterio del merito, con l'universita' e la ricerca scientifica pubbliche non sottoposte al potere economico dei privati e una sanita' pubblica con al centro il paziente, la prevenzione e il riconoscimento professionale del personale medico e infermieristico
4) Vogliamo una politica antimafia nuova che abbia come obiettivo ultimo non solo il contenimento, ma l'eliminazione della mafia, e la colpisca nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con gli altri poteri, a cominciare dal potere politico
5) Vogliamo che lo sviluppo economico rispetti l'ambiente, la vita delle persone, i diritti dei lavoratori e la salute dei cittadini e la scelta della pace e del disarmo sia la strada per dare significato alla parola "futuro". Vogliamo che la cultura sia il motore della rinascita del Paese.
2) Vogliamo uno Stato laico, che assuma i diritti della persona e la differenza di genere come un'occasione per crescere
3) Vogliamo una scuola pubblica che abbia sia per gli insegnanti che per gli studenti il criterio del merito, con l'universita' e la ricerca scientifica pubbliche non sottoposte al potere economico dei privati e una sanita' pubblica con al centro il paziente, la prevenzione e il riconoscimento professionale del personale medico e infermieristico
4) Vogliamo una politica antimafia nuova che abbia come obiettivo ultimo non solo il contenimento, ma l'eliminazione della mafia, e la colpisca nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con gli altri poteri, a cominciare dal potere politico
5) Vogliamo che lo sviluppo economico rispetti l'ambiente, la vita delle persone, i diritti dei lavoratori e la salute dei cittadini e la scelta della pace e del disarmo sia la strada per dare significato alla parola "futuro". Vogliamo che la cultura sia il motore della rinascita del Paese.
6) Vogliamo che gli imprenditori possano sviluppare progetti, ricerca e prodotti senza essere soffocati dalla finanza, dalla burocrazia e dalle tasse
7) Vogliamo la democrazia nei luoghi di lavoro e ripristinare il diritto al reintegro sul posto se una sentenza giudica illegittimo il licenziamento
8) Vogliamo che i partiti escano da tutti i consigli di amministrazione, a partire dalla Rai e dagli enti pubblici e che l'informazione non sia soggetta a bavagli
9) Vogliamo selezionare i candidati alle prossime elezioni con il criterio della competenza, del merito e del cambiamento
10) Vogliamo che la questione morale aperta in Italia diventi una pratica comune, mentre ci vogliono regole per l'incandidabilita' dei condannati e di chi e' rinviato a giudizio per reati gravi, finanziari e contro la pubblica amministrazione. Vogliamo ripristinare il falso in bilancio e una vera legge contro il conflitto di interessi.
7) Vogliamo la democrazia nei luoghi di lavoro e ripristinare il diritto al reintegro sul posto se una sentenza giudica illegittimo il licenziamento
8) Vogliamo che i partiti escano da tutti i consigli di amministrazione, a partire dalla Rai e dagli enti pubblici e che l'informazione non sia soggetta a bavagli
9) Vogliamo selezionare i candidati alle prossime elezioni con il criterio della competenza, del merito e del cambiamento
10) Vogliamo che la questione morale aperta in Italia diventi una pratica comune, mentre ci vogliono regole per l'incandidabilita' dei condannati e di chi e' rinviato a giudizio per reati gravi, finanziari e contro la pubblica amministrazione. Vogliamo ripristinare il falso in bilancio e una vera legge contro il conflitto di interessi.
domenica 16 dicembre 2012
di Paolo Ferrero
Oggi possiamo dire che si parte! La costruzione unitaria del Quarto polo, rosso e arancione, a cui Rifondazione Comunista ha lavorato con passione e perseveranza da mesi, è diventata un fatto, il fatto nuovo del panorama delle prossime elezioni politiche. Una lista caratterizzata dalla centralità della questione morale e democratica e dal rifiuto delle politiche di austerità e del rigore. In questi giorni migliaia di persone stanno partecipando alle assemblee di Cambiare si può che si tengono in tutta Italia. Ieri sia De Magistris che Di Pietro hanno sciolto le riserve sulla costruzione della lista. Oggi finalmente l'obiettivo di unire tutte le forze sociali, culturali e politiche che si oppongono al governo Monti diventa realtà. Bene! Oggi è una buona giornata per la sinistra, per i lavoratori, per il paese.
giovedì 13 dicembre 2012
mercoledì 12 dicembre 2012
PIAZZA FONTANA
Per non dimenticare
12-12-1969 ore 16,37
17 morti 88 feriti, dopo 43 anni nessun colpevole.
lunedì 10 dicembre 2012
domenica 9 dicembre 2012
di Paolo Ferrero
L’assemblea di Cambiare si può del 1 dicembre scorso rappresenta un passaggio importantissimo. In quella assemblea infatti si è deciso di verificare attraverso assemblee sui territori se vi sono le condizioni per dar vita ad una lista di sinistra, autonoma dal centro sinistra e avversa alle politiche neoliberiste. Quanto andiamo proponendo da mesi sulla necessità di aggregare tutte le forze - sociali, politiche, culturali, associative – disponibili a costruire una lista di sinistra fuori dal centro sinistra trova quindi un primo importante momento di concretizzazione. Si tratta di un punto fermo per noi decisivo. All’interno di questo positivo indirizzo politico vi sono certo diverse culture politiche, tra di loro non di rado in contrasto. Si tratta di una condizione fisiologica di cui non occorre spaventarsi.
Ogni processo di apertura di uno spazio pubblico è destinato ad essere attraversato da diverse ipotesi e sensibilità. Il nodo è affrontare queste diversità con calma e pazienza, nel reciproco ascolto, per cercare di individuare una strada che non faccia fare due passi indietro a nessuno ma piuttosto un passo in avanti a tutti. Il punto fondamentale è infatti il dar vita ad una lista di sinistra che sia in grado contemporaneamente di fare una critica al neoliberismo e alla degenerazione della politica tipica della Seconda repubblica. In questo quadro valuto molto positivamente che queste diversità si possano confrontare all’interno di un processo democratico e partecipato che comincerà con le assemblee provinciali del 14, 15 e 16 dicembre. Il punto fondamentale è quindi operare per la piena riuscita delle assemblee provinciali, allargando al massimo i soggetti coinvolti nel percorso costituente della lista. In altre parole il punto fondamentale posto dall’assemblea del primo dicembre è l’orientamento politico e il tratto innovativo che deve esprimere la lista, il resto verrà discusso democraticamente nel percorso di costruzione che è chiaramente aperto, democratico e plurale.
Nei prossimi giorni vi saranno poi altri appuntamenti che possono costituire un arricchimento e un allargamento della costruzione della lista. Il 12 dicembre De Magistris presenterà il suo movimento arancione che dichiaratamente vuole operare per la costruzione della lista unitaria. Il 15 dicembre da parte sua l’Italia dei Valori scioglierà le riserve riguardo alla collocazione politica nelle prossime elezioni. Ho ragione di credere che anche l’Italia dei Valori deciderà di partecipare alla nostra impresa. Così come, in questo processo di allargamento, confido si possa aprire un dialogo proficuo con i Verdi. Il processo cominciato il primo dicembre si potrà e si dovrà quindi arricchire sia sul piano degli interlocutori politici che sul piano dei soggetti associativi, dei comitati, delle realtà territoriali e sindacali che costituiscono la vera spina dorsale della sinistra diffusa italiana. Non resta quindi che lavorare per la costruzione di questa lista di sinistra, con la precisa consapevolezza che si tratta di un passaggio decisivo per la ripresa e il rilancio della sinistra antiliberista in Italia. Occorre costruire uno spazio pubblico di sinistra che sia in grado di aggregare tutta la sinistra diffusa e di farci uscire da una condizione di minorità che rischia di essere il principale ostacolo al dispiegarsi della nostra proposta anticapitalista. Il Partito della Rifondazione Comunista ne farà quindi parte con spirito unitario e costruttivo. Come avrebbe detto un grande rivoluzionario, si tratta di fare un passo indietro per farne due avanti.
Nei prossimi giorni vi saranno poi altri appuntamenti che possono costituire un arricchimento e un allargamento della costruzione della lista. Il 12 dicembre De Magistris presenterà il suo movimento arancione che dichiaratamente vuole operare per la costruzione della lista unitaria. Il 15 dicembre da parte sua l’Italia dei Valori scioglierà le riserve riguardo alla collocazione politica nelle prossime elezioni. Ho ragione di credere che anche l’Italia dei Valori deciderà di partecipare alla nostra impresa. Così come, in questo processo di allargamento, confido si possa aprire un dialogo proficuo con i Verdi. Il processo cominciato il primo dicembre si potrà e si dovrà quindi arricchire sia sul piano degli interlocutori politici che sul piano dei soggetti associativi, dei comitati, delle realtà territoriali e sindacali che costituiscono la vera spina dorsale della sinistra diffusa italiana. Non resta quindi che lavorare per la costruzione di questa lista di sinistra, con la precisa consapevolezza che si tratta di un passaggio decisivo per la ripresa e il rilancio della sinistra antiliberista in Italia. Occorre costruire uno spazio pubblico di sinistra che sia in grado di aggregare tutta la sinistra diffusa e di farci uscire da una condizione di minorità che rischia di essere il principale ostacolo al dispiegarsi della nostra proposta anticapitalista. Il Partito della Rifondazione Comunista ne farà quindi parte con spirito unitario e costruttivo. Come avrebbe detto un grande rivoluzionario, si tratta di fare un passo indietro per farne due avanti.
venerdì 7 dicembre 2012
Un altro "Oscar" per Lancini
Contributo affitti, condannato il Comune di Adro
Il tribunale di Brescia (sezione Lavoro) ha condannato il Comune di Adro a pagare il contributo affitto chiesto da oltre 10 ricorrenti, sostenuti dalla Camera del lavoro di Brescia, dalla Fondazione Piccini e dall'Asgi, l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione.
La vicenda risale al 2010, quando il Comune di Adro aprì un bando per il contributo affitti che escludeva i cittadini extra Ue. Dopo un primo ricorso fatto dalle associazioni, il Comune fu obbligato a modificare il regolamento e a riaprire il bando ma non ha poi mai pagato materialmente i contributi, appellandosi al fatto che la sentenza gli imponeva di riaprire il bando ma non di pagare i contributi. Inevitabile una nuova serie di ricorsi, fino alla conclusione odierna. Il Comune di Adro è stato condannato a pagare i contributi affitto e le spese di lite (1.200 euro + Iva).
A riguardo è bene ricordare che le somme dovute ai ricorrenti ammontano complessivamente a poco meno di 6 mila euro mentre le spese che il Comune ha dovuto sostenere per i diversi ricorsi (relativi a questa vicenda, non quindi per mense o Soli delle Alpi) sono state di circa 10mila euro, esclusi gli oneri per pagare gli avvocati di parte e per la pubblicazione di alcuni brani di una sentenza su due quotidiani locali.
«Il sindaco ignaro della Costituzione e delle leggi porta avanti campagne ideologiche a spese della collettività - afferma Damiano Galletti, segretario della Camera del Lavoro -. E, nel caso specifico, lo fa addirittura spendendo somme maggiori di quanto avrebbe dovuto se solo avesse avuto l'accortezza di leggere qualche passaggio della Costituzione».
Camera del Lavoro di Brescia
giovedì 6 dicembre 2012
IL CONTRATTO DEI PADRONI
Fim, Uilm e Fismic hanno firmato un accordo per il rinnovo del Contratto dei
metalmeccanici che conviene solo alle imprese.
Dopo tre mesi di finta trattativa, escludendo dal negoziato il sindacato maggiormente
rappresentativo nella categoria, senza coinvolgere le lavoratrici e i lavoratori e
senza
mandato degli stessi, la nuova intesa raccoglie solo i contenuti voluti dalla
Federmeccanica e rappresenta il primo frutto avvelenato dell’accordo separato sulla
produttività non firmato dalla Cgil.
Gli aumenti previsti – 130 euro lordi per il quinto livello, in tre rate, l'ultima
nel 2015 – non tutelano il potere d’acquisto dei salari, l’erogazione e le quantità
dichiarate non sono garantite nel triennio di vigenza contrattuale.
Ciò che è garantito, invece, è l’aumento secco dell’orario di lavoro, attraverso il
raddoppio dello straordinario obbligatorio e l’aumento delle ore di flessibilità.
Quest’accordo cancella il ruolo contrattuale delle Rsu in materia di orario e ne
consegna alle aziende la gestione unilaterale, perché dalla sua entrata in vigore per
le stesse sarà sufficiente l’esame congiunto, da effettuare in tempi ristretti, per
applicare nuove turnazioni.
Le aziende potranno pagare 3 Par all’anno, aumentando anche per questa via l‘orario
di lavoro.
Le lavoratrici e i lavoratori non avranno più la garanzia del pagamento dei primi tre
giorni di malattia, così come vedranno svanire l’obbligo dell’automatismo nella
progressione dei passaggi di livello più bassi.
Fim, Uilm e Fismic pensano di liquidare il Contratto nazionale senza passare
attraverso il voto
dei lavoratori, perché consapevoli di aver assecondato le posizioni di Federmeccanica
su
aspetti decisivi della tutela delle condizioni di lavoro.
La Fiom considera questo accordo illegittimo, perché è l’esito di una trattativa che
ha escluso il sindacato maggiormente rappresentativo della categoria e perché
manomette essenziali diritti contrattuali. Perciò la Fiom intensificherà la propria
iniziativa per conquistare un vero
contratto e invita i lavoratori e le lavoratrici a mobilitarsi per rivendicare il
diritto a decideresul proprio contratto e sulle proprie condizioni di lavoro.
FIOM NAZIONALE
Roma, 5 dicembre 2012
|
mercoledì 5 dicembre 2012
lunedì 3 dicembre 2012
BERSANI, UN NOME UNA GARANZIA
ECCO CHI CI GOVERNERA'
Bersani è un politico finanziato da Riva
Bersani è un "senza se senza ma"dalla parte di Monti
Bersani ha votato l'aumento dell'età pensionabile
Bersani ha votato l'abolizione dell'Art.18
Bersani ha sostenuto il governo Monti con PDL-UDC
Bersani è n nome e una garanzia per la lotta contro gli operai
Ferrero: "Con la vittoria di Bersani ha vinto il montismo: quel Pd che con i suoi voti sostiene le politiche di questo governo"
"La sinistra aveva già perso al primo turno con la sconfitta di Vendola - dichiara Paolo Ferrero, Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista. - Ora con la vittoria di Bersani nelle primarie nel centrosinistra ha vinto e prevalso il montismo: quel Pd che ha sostenuto e sostiene con i suoi voti le politiche di questo governo".
Paolo Ferrero difatti resta convinto che la candidatura a premier di Pier Luigi Bersani per il centrosinistra rende "sempre più indispensabile e necessario mettere in campo alle elezioni una lista unitaria di sinistra alternativa alla quale con De Magistris come ora anche Di Pietro stiamo lavorando".
Paolo Ferrero difatti resta convinto che la candidatura a premier di Pier Luigi Bersani per il centrosinistra rende "sempre più indispensabile e necessario mettere in campo alle elezioni una lista unitaria di sinistra alternativa alla quale con De Magistris come ora anche Di Pietro stiamo lavorando".
domenica 2 dicembre 2012
Le strategie economiche? Le faccia la politica
IL DIBATTITO. L´INCONTRO ORGANIZZATO DA RIFONDAZIONE COMUNISTA CON FERRERO, TARANTINI E FENAROLI HA RIMARCATO LA NECESSITÀ DI UN «NUOVO FUTURO»
DAL BRESCIAOGGI DI FEDERICA PIZZUTO
L´AFFONDO SUI TECNOCRATI DEL CANDIDATO ALLA REGIONE DI STEFANO E UNO SGUARDO AL MALCONTENTO BRESCIANO
Il tavolo dei relatori al dibattito organizzato ieri sera da Rifondazione Comunista| Sala gremita ...
«La politica deve prendere in mano i problemi economici. È troppo tempo che sono affidati a tecnocrati, ora dobbiamo occuparcene noi cittadini». Su questo punto quattro ospiti, ieri sera, si sono mostrati d´accordo. Pur appartenendo a realtà diverse, Graziano Tarantini, Marco Fenaroli e Paolo Ferrero, intervenuti all´incontro promosso dalla federazione Brescia del Partito della Rifondazione Comunista, svoltosi nella Sala Piamarta, hanno concordato con le parole espresse da Andrea Di Stefano, candidato di sinistra per la presidenza regionale.
Il dibattito è iniziato con l´intervento di Marco Fenaroli, candidato sindaco per le amministrative di Brescia 2013, che ha subito portato la discussione al nocciolo, sottolineando la gravità dell´errore, a suo parere commesso dalla giunta comunale vigente, di aver sottovalutato la crisi seguendo la lettura fatta a suo tempo da Silvio Berlusconi. «L´impoverimento e la pesantezza sociale devono entrare nel discorso politico», ha dichiarato Fenaroli, esprimendo così la stessa opinione di Di Stefano. Quest´ultimo, già direttore della rivista economica «Valori» ed esperto di economia, partendo dall´analisi esposta all´interno del libro di Paolo Ferrero, «Pigs! La crisi spiegata a tutti», ha illustrato al pubblico la sua idea riguardo alla centralità dell´aspetto finanziario nella crisi.
CONVINTO che la finanza non sia elemento negativo in sé, Di Stefano ha evidenziato il modificarsi del rapporto tra finanza ed economia, andato fuori controllo. «Ad un certo punto la finanza è divenuta una variabile indipendente e distruttiva» ha spiegato alla sala gremita di bresciani Di Stefano, puntando il dito soprattutto contro la deregulation e trovando nella riduzione degli attivi finanziari l´unica soluzione per ristabilire regole protettive all´interno dei sistemi finanziari. Per conto suo, Graziano Tarantini, presidente del Consiglio di gestione A2A, ha potuto offrire ai cittadini che hanno partecipato all´incontro una visione pragmatica e molto tecnica della crisi, ma soprattutto delle sue conseguenze.
Partendo dalla propria esperienza di professore universitario, Tarantini si è detto preoccupato soprattutto per due aspetti che riguardano la quotidianità: da un lato la casa, dall´altro il lavoro. Disoccupazione e sfratti continui sono gli effetti più evidenti e toccanti della crisi e sono ciò per cui le persone possono lottare. Portando il proprio esempio di gestione in A2A, Tarantini ha poi colpevolizzato le agenzie di rating, ree di dichiarare «in default» imprese il cui servizio viene osservato solo nel breve periodo.
«Gli effetti dell´attività industriale sono incompatibili con il breve periodo, perché saranno visibili solo sul lungo periodo», ha ricordato Tarantini.
Sollecitato sul tema dei beni comuni da Giovanni Armanini, giornalista di «Bresciaoggi» che ha moderato l´incontro, Paolo Ferrero ha chiuso il cerchio del dibattito tornando sulla questione della necessità di «una politica che includa la programmazione economica». Spiegando poi le motivazioni che lo hanno portato alla stesura del libro, ha espresso la sua contrarietà nei confronti del governo Monti e delle sue scelte politiche: «Tutto ciò che fanno aggrava la crisi» ha evidenziato, suscitando applausi e cogliendo il malcontento sempre più diffuso anche tra i bresciani.
Il dibattito è iniziato con l´intervento di Marco Fenaroli, candidato sindaco per le amministrative di Brescia 2013, che ha subito portato la discussione al nocciolo, sottolineando la gravità dell´errore, a suo parere commesso dalla giunta comunale vigente, di aver sottovalutato la crisi seguendo la lettura fatta a suo tempo da Silvio Berlusconi. «L´impoverimento e la pesantezza sociale devono entrare nel discorso politico», ha dichiarato Fenaroli, esprimendo così la stessa opinione di Di Stefano. Quest´ultimo, già direttore della rivista economica «Valori» ed esperto di economia, partendo dall´analisi esposta all´interno del libro di Paolo Ferrero, «Pigs! La crisi spiegata a tutti», ha illustrato al pubblico la sua idea riguardo alla centralità dell´aspetto finanziario nella crisi.
CONVINTO che la finanza non sia elemento negativo in sé, Di Stefano ha evidenziato il modificarsi del rapporto tra finanza ed economia, andato fuori controllo. «Ad un certo punto la finanza è divenuta una variabile indipendente e distruttiva» ha spiegato alla sala gremita di bresciani Di Stefano, puntando il dito soprattutto contro la deregulation e trovando nella riduzione degli attivi finanziari l´unica soluzione per ristabilire regole protettive all´interno dei sistemi finanziari. Per conto suo, Graziano Tarantini, presidente del Consiglio di gestione A2A, ha potuto offrire ai cittadini che hanno partecipato all´incontro una visione pragmatica e molto tecnica della crisi, ma soprattutto delle sue conseguenze.
Partendo dalla propria esperienza di professore universitario, Tarantini si è detto preoccupato soprattutto per due aspetti che riguardano la quotidianità: da un lato la casa, dall´altro il lavoro. Disoccupazione e sfratti continui sono gli effetti più evidenti e toccanti della crisi e sono ciò per cui le persone possono lottare. Portando il proprio esempio di gestione in A2A, Tarantini ha poi colpevolizzato le agenzie di rating, ree di dichiarare «in default» imprese il cui servizio viene osservato solo nel breve periodo.
«Gli effetti dell´attività industriale sono incompatibili con il breve periodo, perché saranno visibili solo sul lungo periodo», ha ricordato Tarantini.
Sollecitato sul tema dei beni comuni da Giovanni Armanini, giornalista di «Bresciaoggi» che ha moderato l´incontro, Paolo Ferrero ha chiuso il cerchio del dibattito tornando sulla questione della necessità di «una politica che includa la programmazione economica». Spiegando poi le motivazioni che lo hanno portato alla stesura del libro, ha espresso la sua contrarietà nei confronti del governo Monti e delle sue scelte politiche: «Tutto ciò che fanno aggrava la crisi» ha evidenziato, suscitando applausi e cogliendo il malcontento sempre più diffuso anche tra i bresciani.
giovedì 29 novembre 2012
di Michele Primi
«Buongiorno signore e signori. Cosa facciamo? Parliamo del mio disco? È nuovo, e sarà anche l’ultimo». Francesco Guccini è umanità e qualità d’altri tempi: «Sono nato nella prima metà del secolo scorso, che suona come un’epoca lontanissima. Ad una certa età si comincia ad essere spaventati dal mondo intorno». Il Circolo dei Combattenti e Reduci di via Cadomosto, a Milano, è una finestra sul passato. Una balera, luci sgargianti e specchi d’annata, pane, salame e vino, prezzi popolari e un altro ritmo, musicale e di vita. Lo ha scoperto sua figlia Teresa, giovane e bella.Leggi qui
«Buongiorno signore e signori. Cosa facciamo? Parliamo del mio disco? È nuovo, e sarà anche l’ultimo». Francesco Guccini è umanità e qualità d’altri tempi: «Sono nato nella prima metà del secolo scorso, che suona come un’epoca lontanissima. Ad una certa età si comincia ad essere spaventati dal mondo intorno». Il Circolo dei Combattenti e Reduci di via Cadomosto, a Milano, è una finestra sul passato. Una balera, luci sgargianti e specchi d’annata, pane, salame e vino, prezzi popolari e un altro ritmo, musicale e di vita. Lo ha scoperto sua figlia Teresa, giovane e bella.Leggi qui
mercoledì 28 novembre 2012
martedì 27 novembre 2012
CAMBIARE SI PUÒ
sabato 24 novembre 2012
Elezioni: Lista arancione, anti-Monti in attesa ritorno Ingroia (Punto)
(ASCA) - Roma, 23 nov - Lista dei sindaci, Lista de Magistris (il sindaco di Napoli), accordo con Alba (Alleanza Lavoro Benicomuni Ambiente) - il movimento promosso dallo storico Paul Ginsborg e dal sociologo Marco Revelli - confluenza del Prc di Paolo Ferrero e di alcuni fedelissimi di Fausto Bertinotti (tra cui l'ex sottosegretario Alfonso Gianni, l'ex deputato europeo Roberto Musacchio, l'ex viceministro Patrizia Sentinelli) che ormai hanno preso le distanze da Sel e da Nichi Vendola, forse anche della redazione de ''il manifesto'' e della Federazione dei Verdi guidata da Angelo Bonelli. C'e' molto attivismo nell'area di sinistra che non si riconosce nell'intesa Pd-Sel e che sta tentando di mettersi insieme per presentarsi con un'unica lista alle elezioni e superare l'handicap della soglia di sbarramento per accedere alla Camera, che ora e' fissata al 4% e che potrebbe essere innalzata qualora si riuscisse a trovare l'accordo per una nuova legge elettorale.
Si inizia sabato 1* dicembre con una assemblea al Teatro Ambra Jovinelli di Roma. Qui non ci sara' Luigi de Magistris, ma ci sara' invece - secondo molte indiscrezioni - il giudice Antonio Ingroia, che giungerebbe appositamente dal Guatemala, sua nuova residenza dovuta a incarico Onu e al desiderio di stemperare le polemiche, per intervenire a favore di un'intesa. Questa assemblea e' promossa da Alba e raccogliera' le adesioni di movimenti e associazioni - anche di esponenti della Fiom come Giorgio Cremaschi - che non accettano come inevitabili le terapie di austerity per fronteggiare la crisi economica. Assicurata pure la presenza dei No tav.
''Stiamo lavorando a una lista unitaria di sinistra dove il punto, per noi, e' riuscire a mettere insieme tutti i vari spezzoni politici e sociali che si oppongono alle politiche del governo Monti'', conferma Ferrero. In questa assemblea dell'1 dicembre, l'Idv dovrebbe rispondere all'invito che sarebbe stato rivolto dal sindaco de Magistris ad Antonio Di Pietro: puoi stare nel nostro rassemblement se ti decidi a sciogliere l'Idv. L'ipotesi di una lista dei ''non allineati'' non dispiace all'ex pm di Mani pulite che per la verita' l'ha lanciata per primo, dopo il divorzio politico dal centrosinistra a causa della dichiarazione di indesiderabilita' da parte del Pd. Di Pietro ha deciso comunque di lasciarsi le mani libere fino all'assemblea nazionale dell'Idv fissata per il 15 dicembre, dove si dovra' decidere se rilanciare il partito o prendere atto della sua crisi e tentare una nuova avventura politica.
De Magistris, leader in pectore, di una lista arancione - quando fu eletto a sorpresa sindaco di Napoli uso' come simbolo questo colore -, ha invece indetto una assemblea nazionale a Roma per il 12 dicembre per presentare ''alcune persone che hanno deciso di mettere a disposizione la loro storia''. Il suo obiettivo e' presentare liste dappertutto per la Camera, prendendo atto che un accordo con Beppe Grillo e' impossibile (''non lo vuole lui'') ma aggiungendo che in Parlamento ''potrebbero essere tante le convergenze''.
Tutto quello che si muove in questa inedita area politica di colore arancione ha come discrimine il secco ''antimontismo''. Ecco perche' e' poco credibile che gli arancioni possano stringere un patto con il Pd per il Senato in modo da evitare il pericolo una doppia e diversa maggioranza tra le due Camere. Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, ha intanto annunciato che di questo rassemblement non fara' parte. Smentisce percio' le voci di un tandem con de Magistris.
Si inizia sabato 1* dicembre con una assemblea al Teatro Ambra Jovinelli di Roma. Qui non ci sara' Luigi de Magistris, ma ci sara' invece - secondo molte indiscrezioni - il giudice Antonio Ingroia, che giungerebbe appositamente dal Guatemala, sua nuova residenza dovuta a incarico Onu e al desiderio di stemperare le polemiche, per intervenire a favore di un'intesa. Questa assemblea e' promossa da Alba e raccogliera' le adesioni di movimenti e associazioni - anche di esponenti della Fiom come Giorgio Cremaschi - che non accettano come inevitabili le terapie di austerity per fronteggiare la crisi economica. Assicurata pure la presenza dei No tav.
''Stiamo lavorando a una lista unitaria di sinistra dove il punto, per noi, e' riuscire a mettere insieme tutti i vari spezzoni politici e sociali che si oppongono alle politiche del governo Monti'', conferma Ferrero. In questa assemblea dell'1 dicembre, l'Idv dovrebbe rispondere all'invito che sarebbe stato rivolto dal sindaco de Magistris ad Antonio Di Pietro: puoi stare nel nostro rassemblement se ti decidi a sciogliere l'Idv. L'ipotesi di una lista dei ''non allineati'' non dispiace all'ex pm di Mani pulite che per la verita' l'ha lanciata per primo, dopo il divorzio politico dal centrosinistra a causa della dichiarazione di indesiderabilita' da parte del Pd. Di Pietro ha deciso comunque di lasciarsi le mani libere fino all'assemblea nazionale dell'Idv fissata per il 15 dicembre, dove si dovra' decidere se rilanciare il partito o prendere atto della sua crisi e tentare una nuova avventura politica.
De Magistris, leader in pectore, di una lista arancione - quando fu eletto a sorpresa sindaco di Napoli uso' come simbolo questo colore -, ha invece indetto una assemblea nazionale a Roma per il 12 dicembre per presentare ''alcune persone che hanno deciso di mettere a disposizione la loro storia''. Il suo obiettivo e' presentare liste dappertutto per la Camera, prendendo atto che un accordo con Beppe Grillo e' impossibile (''non lo vuole lui'') ma aggiungendo che in Parlamento ''potrebbero essere tante le convergenze''.
Tutto quello che si muove in questa inedita area politica di colore arancione ha come discrimine il secco ''antimontismo''. Ecco perche' e' poco credibile che gli arancioni possano stringere un patto con il Pd per il Senato in modo da evitare il pericolo una doppia e diversa maggioranza tra le due Camere. Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, ha intanto annunciato che di questo rassemblement non fara' parte. Smentisce percio' le voci di un tandem con de Magistris.
http://www.asca.it
lunedì 19 novembre 2012
Raid su Gaza, strage di bimbi L´Onu: cessate il fuoco subito
GUERRA IN MEDIORIENTE. La giornata più sanguinosa nella Striscia, 100 missili sul Neghev. Trattativa in corso al Cairo
Undici bambini uccisi nei raid Distrutti i centri stampa di Gaza Trentamila soldati già sul confine Tel Aviv: tregua dopo stop ai razzi
TEL AVIV
Il quinto giorno di raid israeliani per la gente di Gaza è «il giorno della strage degli innocenti»: 11 bambini uccisi in poche ore, su 29 morti in totale nella giornata.
L´aviazione d´Israele promette un´azione «chirurgica». Ma le vittime civili sono già decine. E ieri è stata la giornata più sanguinosa dall´inizio dell´offensiva: nel solo rione Nasser, di Gaza City, una famiglia di 11 persone (sei bambini, quattro donne e un anziano), gli Aldalu, è scomparsa sotto le macerie della palazzina in cui abitava, centrata da un missile. Altri quattro piccoli sono tra i «danni collaterali» delle ore precedenti: due nel nord della Striscia, una nel campo profughi di al-Shati (Tasneem, 9 anni, uccisa con il papà), e un bebè, Eyad, di appena 18 mesi, in un altro campo profughi, quello di al-Bureji. Il totale dei morti palestinesi da mercoledì è salito a oltre 70, con almeno 650 feriti.
Il segretario generale dell´Onu Ban Ki-moon è «profondamente addolorato» per la strage della famiglia Aldalu: «Tutto questo deve finire», tuona chiedendo «un immediato cessate il fuoco». «L´acuirsi della crisi aumenterà inevitabilmente la sofferenza della popolazione civile, e questo deve essere evitato». Ban Ki Moon arriverà oggi al Cairo per incontrare il ministro degli Esteri egiziano, il premier e il presidente Mohamed Morsi. In seguito è atteso anche in Israele e nei Territori palestinesi.
«Non avvicinatevi ai santuari di Hamas», ha intimato intanto Israele agli abitanti della Striscia, inserendosi sulle frequenze della radio Al Aqsa, vicina a Hamas. Ma i miliziani e i loro arsenali si celano anche nelle scuole, nelle moschee, fra gli impianti sportivi. Tra i più di 50 obiettivi centrati dall´aviazione israeliana, anche due edifici che ospitavano uffici di diverse emittenti, locali e internazionali, con otto feriti segnalati. Chi può se ne va, qualcuno ha raggiunto l´Egitto, il Sinai del nord. Ma chi vive nelle zone più vicine al territorio israeliano non ha nemmeno questa possibilità.
Anche su Israele solo ieri sono piovuti altri 100 razzi, su tutte le città del sud, da Ashdod a Beer Sheva, da Ashqelon a Ofakim ed altre, con feriti (sette, secondo i media), gente traumatizzata, scuole chiuse e sirene in allarme continue. Mentre la paura è tornata anche a Tel Aviv, dove due razzi sono stati intercettati dalle batterie difensive del sistema Iron Dome.
Il sud, alle porte di Gaza, resta intanto presidiato da 30.000 soldati israeliani in attesa di un ordine per entrare nella Striscia. Ordine che sembra poter arrivare da un momento all´altro, come confermano le fonti militari .
I NEGOZIATI. La tregua è affidata alla trattativa «a oltranza» al Cairo. I colloqui si tengono nella sede dei servizi segreti egiziani. In serata il presidente egiziano Mohammed Morsi ha incontrato la delegazione di Hamas guidata da Khaled Meshaal e quella della Jihad islamica. Hamas ha fatto sapere che le sue condizioni sono la rimozione del blocco a Gaza e l´alt alle uccisioni dei suoi dirigenti, riprese il 14 con quella del comandante della sua ala militare, Ahmed Al-Jabaari e proseguite anche oggi con quella del «responsabile dei lanci» dalla Striscia, Yihia Abbia. Da Tel Aviv il presidente Shimon Peres sostiene la mediazione egiziana, accusando Hamas di volerla boicottare. Il ministro degli esteri Avigdor Lieberman, pone la condizione che da Gaza smantellino i lanciarazzi puntati contro Israele. Lieberman ha incontrato il suo omologo francese Laurent Fabius, impegnato per disinnescare la crisi. Anche Londra interviene: un´invasione di terra israeliana «sarebbe difficile da sostenere» avverte il ministro degli esteri britannico William Hague.
Oggi arriverà il portavoce del Quartetto, Tony Blair, forte anche dell´appello dei ministri degli Esteri Ue per uno stop dell´escalation di violenze. Mentre martedì arriverà nella Striscia una delegazione della Lega araba guidata dal segretario generale Nabil el Araby,mentre continuano le manifestazioni anti-israeliane nel mondo musulmano.
Il quinto giorno di raid israeliani per la gente di Gaza è «il giorno della strage degli innocenti»: 11 bambini uccisi in poche ore, su 29 morti in totale nella giornata.
L´aviazione d´Israele promette un´azione «chirurgica». Ma le vittime civili sono già decine. E ieri è stata la giornata più sanguinosa dall´inizio dell´offensiva: nel solo rione Nasser, di Gaza City, una famiglia di 11 persone (sei bambini, quattro donne e un anziano), gli Aldalu, è scomparsa sotto le macerie della palazzina in cui abitava, centrata da un missile. Altri quattro piccoli sono tra i «danni collaterali» delle ore precedenti: due nel nord della Striscia, una nel campo profughi di al-Shati (Tasneem, 9 anni, uccisa con il papà), e un bebè, Eyad, di appena 18 mesi, in un altro campo profughi, quello di al-Bureji. Il totale dei morti palestinesi da mercoledì è salito a oltre 70, con almeno 650 feriti.
Il segretario generale dell´Onu Ban Ki-moon è «profondamente addolorato» per la strage della famiglia Aldalu: «Tutto questo deve finire», tuona chiedendo «un immediato cessate il fuoco». «L´acuirsi della crisi aumenterà inevitabilmente la sofferenza della popolazione civile, e questo deve essere evitato». Ban Ki Moon arriverà oggi al Cairo per incontrare il ministro degli Esteri egiziano, il premier e il presidente Mohamed Morsi. In seguito è atteso anche in Israele e nei Territori palestinesi.
«Non avvicinatevi ai santuari di Hamas», ha intimato intanto Israele agli abitanti della Striscia, inserendosi sulle frequenze della radio Al Aqsa, vicina a Hamas. Ma i miliziani e i loro arsenali si celano anche nelle scuole, nelle moschee, fra gli impianti sportivi. Tra i più di 50 obiettivi centrati dall´aviazione israeliana, anche due edifici che ospitavano uffici di diverse emittenti, locali e internazionali, con otto feriti segnalati. Chi può se ne va, qualcuno ha raggiunto l´Egitto, il Sinai del nord. Ma chi vive nelle zone più vicine al territorio israeliano non ha nemmeno questa possibilità.
Anche su Israele solo ieri sono piovuti altri 100 razzi, su tutte le città del sud, da Ashdod a Beer Sheva, da Ashqelon a Ofakim ed altre, con feriti (sette, secondo i media), gente traumatizzata, scuole chiuse e sirene in allarme continue. Mentre la paura è tornata anche a Tel Aviv, dove due razzi sono stati intercettati dalle batterie difensive del sistema Iron Dome.
Il sud, alle porte di Gaza, resta intanto presidiato da 30.000 soldati israeliani in attesa di un ordine per entrare nella Striscia. Ordine che sembra poter arrivare da un momento all´altro, come confermano le fonti militari .
I NEGOZIATI. La tregua è affidata alla trattativa «a oltranza» al Cairo. I colloqui si tengono nella sede dei servizi segreti egiziani. In serata il presidente egiziano Mohammed Morsi ha incontrato la delegazione di Hamas guidata da Khaled Meshaal e quella della Jihad islamica. Hamas ha fatto sapere che le sue condizioni sono la rimozione del blocco a Gaza e l´alt alle uccisioni dei suoi dirigenti, riprese il 14 con quella del comandante della sua ala militare, Ahmed Al-Jabaari e proseguite anche oggi con quella del «responsabile dei lanci» dalla Striscia, Yihia Abbia. Da Tel Aviv il presidente Shimon Peres sostiene la mediazione egiziana, accusando Hamas di volerla boicottare. Il ministro degli esteri Avigdor Lieberman, pone la condizione che da Gaza smantellino i lanciarazzi puntati contro Israele. Lieberman ha incontrato il suo omologo francese Laurent Fabius, impegnato per disinnescare la crisi. Anche Londra interviene: un´invasione di terra israeliana «sarebbe difficile da sostenere» avverte il ministro degli esteri britannico William Hague.
Oggi arriverà il portavoce del Quartetto, Tony Blair, forte anche dell´appello dei ministri degli Esteri Ue per uno stop dell´escalation di violenze. Mentre martedì arriverà nella Striscia una delegazione della Lega araba guidata dal segretario generale Nabil el Araby,mentre continuano le manifestazioni anti-israeliane nel mondo musulmano.
dal BresciaOggi
COMUNICATO DEI COOPERANTI ITALIANI A GAZA dopo le parole dell'infame ministro Terzi
Siamo al quinto giorno di attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza.
Scriviamo questo comunicato nel mezzo del suono incessante dei bombardamenti, che proseguono ininterrottamente giorno e notte, tenendoci svegli e nel terrore assieme a tutta la popolazione di Gaza. Sentiamo sulle nostre teste il rumore continuo
Siamo al quinto giorno di attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza.
Scriviamo questo comunicato nel mezzo del suono incessante dei bombardamenti, che proseguono ininterrottamente giorno e notte, tenendoci svegli e nel terrore assieme a tutta la popolazione di Gaza. Sentiamo sulle nostre teste il rumore continuo
dei droni e dei caccia F16 che sorvolano il cielo della Striscia. Ogni attacco di questa offensiva militare indiscriminata e sproporzionata riaccende i terribili ricordi di Piombo Fuso. Al momento le strade di Gaza, solitamente caotiche e affollatissime, sono surrealmente deserte, la gente non può far altro che cercare rifugio nelle proprie case.
L’esercito israeliano con l’operazione militare “Pilastro della Difesa” sta colpendo tutta la Striscia di Gaza, spesso in aree densamente popolate mettendo a rischio la vita dell’intera popolazione civile.
Da mercoledì 14 novembre le forze aeree israeliane hanno condotto più di 1000 bombardamenti, decine di attacchi dalle navi militari, portando a 50 il numero dei morti, di cui 13 bambini e 4 donne. Circa 500 persone sono state ferite dagli attacchi, l’80% dei quali sono civili e molte sono in condizioni critiche. Nella notte del 18 novembre sono stati bombardati gli uffici dei principali organi di informazione palestinesi, un gravissimo attacco deliberato alla stampa e all’informazione che ha causato il ferimento grave di sei giornalisti.
Il Ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha dichiarato che l’escalation è iniziata con un’"enorme offensiva partita da Gaza" a cui Israele avrebbe legittimamente risposto con una reazione “molto dura, anche se ampiamente anticipata". Ha inoltre affermato che "è necessaria e urgente un'azione che riduca le tensioni, dia sicurezza a Israele e restituisca un minimo di tranquillità alla Striscia di Gaza".
Non possiamo condividere queste posizioni.
Le ostilità sono cominciate giovedì 8 novembre con l’incursione via terra dell’esercito israeliano a est di Khan Younis che ha causato la morte di Hamid Abu Daqqa, un adolescente di 13 anni che giocava a pallone davanti casa.
Quella israeliana non è una “dura reazione” ma piuttosto un’offensiva indiscriminata che colpisce principalmente la popolazione civile di Gaza, soggetta da sempre alle incursioni via terra, mare e aria sul suo territorio.
I bombardamenti di cui siamo testimoni in questi giorni colpiscono una popolazione imprigionata dal blocco israeliano, illegale secondo il diritto internazionale umanitario, che da cinque anni impedisce il movimento delle persone e isola quasi completamente la Striscia di Gaza dal resto del mondo.
Il lancio di circa 400 razzi dalla Striscia di Gaza ha causato 3 vittime tra i civili israeliani. Condanniamo ogni attacco nei confronti dei civili. Non possiamo accettare che il Governo Italiano parli di piena sicurezza da un lato e di un “minimo di tranquillità” dall’altro. Crediamo però che anche la popolazione di Gaza così come quella israeliana abbia diritto ad una piena sicurezza e alla massima tranquillità. Ciò può essere possibile solo con la fine dell’assedio e dell’occupazione, con il pieno rispetto dei diritti umani e della dignità del popolo palestinese.
Ci appelliamo al governo italiano e alla comunità internazionale affinché si adoperino per mettere fine a questa aggressione illecita contro i civili palestinesi.
I cooperanti italiani presenti a Gaza
L’esercito israeliano con l’operazione militare “Pilastro della Difesa” sta colpendo tutta la Striscia di Gaza, spesso in aree densamente popolate mettendo a rischio la vita dell’intera popolazione civile.
Da mercoledì 14 novembre le forze aeree israeliane hanno condotto più di 1000 bombardamenti, decine di attacchi dalle navi militari, portando a 50 il numero dei morti, di cui 13 bambini e 4 donne. Circa 500 persone sono state ferite dagli attacchi, l’80% dei quali sono civili e molte sono in condizioni critiche. Nella notte del 18 novembre sono stati bombardati gli uffici dei principali organi di informazione palestinesi, un gravissimo attacco deliberato alla stampa e all’informazione che ha causato il ferimento grave di sei giornalisti.
Il Ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha dichiarato che l’escalation è iniziata con un’"enorme offensiva partita da Gaza" a cui Israele avrebbe legittimamente risposto con una reazione “molto dura, anche se ampiamente anticipata". Ha inoltre affermato che "è necessaria e urgente un'azione che riduca le tensioni, dia sicurezza a Israele e restituisca un minimo di tranquillità alla Striscia di Gaza".
Non possiamo condividere queste posizioni.
Le ostilità sono cominciate giovedì 8 novembre con l’incursione via terra dell’esercito israeliano a est di Khan Younis che ha causato la morte di Hamid Abu Daqqa, un adolescente di 13 anni che giocava a pallone davanti casa.
Quella israeliana non è una “dura reazione” ma piuttosto un’offensiva indiscriminata che colpisce principalmente la popolazione civile di Gaza, soggetta da sempre alle incursioni via terra, mare e aria sul suo territorio.
I bombardamenti di cui siamo testimoni in questi giorni colpiscono una popolazione imprigionata dal blocco israeliano, illegale secondo il diritto internazionale umanitario, che da cinque anni impedisce il movimento delle persone e isola quasi completamente la Striscia di Gaza dal resto del mondo.
Il lancio di circa 400 razzi dalla Striscia di Gaza ha causato 3 vittime tra i civili israeliani. Condanniamo ogni attacco nei confronti dei civili. Non possiamo accettare che il Governo Italiano parli di piena sicurezza da un lato e di un “minimo di tranquillità” dall’altro. Crediamo però che anche la popolazione di Gaza così come quella israeliana abbia diritto ad una piena sicurezza e alla massima tranquillità. Ciò può essere possibile solo con la fine dell’assedio e dell’occupazione, con il pieno rispetto dei diritti umani e della dignità del popolo palestinese.
Ci appelliamo al governo italiano e alla comunità internazionale affinché si adoperino per mettere fine a questa aggressione illecita contro i civili palestinesi.
I cooperanti italiani presenti a Gaza
alcune FOTO (molto CRUDE) dal WEB
lunedì 12 novembre 2012
domenica 11 novembre 2012
La leggenda del Jazz a Brescia
Ieri sera ho potuto assistere ad un grande concerto che rimarrà nella storia del Teatro Grande di Brescia e che i pochi fortunati che vi hanno assistito ricorderanno per anni.
Wayne Shorter era accompagnato sul palco da una band eccezzionale che pochi avrebbero immaginato di sentire in città.Brian Blade alla batteria,John Patitucci contrabbasso e Danilo Perez al pianoforte mostri sacri della scena jazz internazionale hanno accompagnato il gurù del sax in una vibrante performance che ha premiato il pubblico presente,tutto in piedi per un ovazione al termine dei 3 bis concessi.
Wayne Shorter era accompagnato sul palco da una band eccezzionale che pochi avrebbero immaginato di sentire in città.Brian Blade alla batteria,John Patitucci contrabbasso e Danilo Perez al pianoforte mostri sacri della scena jazz internazionale hanno accompagnato il gurù del sax in una vibrante performance che ha premiato il pubblico presente,tutto in piedi per un ovazione al termine dei 3 bis concessi.
venerdì 9 novembre 2012
Assemblea pubblica a Rovato sui referendum del lavoro
La raccolta firme in difesa del mondo del lavoro rappresenta una straordinaria occasione non soltanto per difendere il principio che non si può accettare la compressione dei diritti, ma anche per identificare e rilanciare il mondo del lavoro come soggetto vitale della e per la democrazia. Ed è questo anche il migliore antidoto a quel senso diffuso di scollamento e rifiuto verso la politica che troppo frettolosamente viene spesso identificato nella generica formulazione dell'antipolitica.
L'articolo 8 della finanziaria del governo Berlusconi (agosto 2011) ha abolito il valore del contratto nazionale permettendo deroghe sulle disposizioni di legge e sui diritti fondamentali dei lavoratori.
Mentre il governo Monti, con la riforma Fornero, ha cancellato, dall'articolo 18, la norma che imponeva il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa o giustificato motivo a fronte di una sentenza del giudice del lavoro favorevole al lavoratore stesso.
Per tutto questo l'“Anpi Franciacorta” e la “Rete Solidale-Sinistra per Rovato” organizza un'assemblea pubblica per discutere di questi temi e per dar vita al comitato referendario sul lavoro.
L'assemblea si svolgerà venerdì 9 novembre presso il foro Boario in piazza Garibaldi a Rovato alle ore 20:45.
Da qui inizierà la campagna della raccolta firme sul nostro territorio grazie ad una serie di banchetti che verranno messi in campo di volta in volta. Sarà possibile andare a firmare anche negli Uffici Elettorali dei comuni di residenza.
Tutti i cittadini e le forze politiche, sindacali e sociali che hanno a cuore le sorti della democrazia e dei diritti sono invitati a partecipare.
mercoledì 7 novembre 2012
Brescia - ….A furor di popolo! Il nuovo libro di Lidia Menapace
Nel consueto stile di Menapace, partigiana, femminista, senatrice e scrittrice, che mescola riflessioni quotidiane ad analisi teoriche, il libro
...A furor di popolo ! di Lidia Menapace è una mappa di stimoli e spunti per orizzontarsi e capire i movimenti, la società e la politica italiana.
...A furor di popolo ! di Lidia Menapace è una mappa di stimoli e spunti per orizzontarsi e capire i movimenti, la società e la politica italiana.
Ecco un brano dal libro:
“Il fatto è che non riesco a concludere il libro, ogni giorno mi viene da scrivere qualcosa, che si potrebbe aggiungere ancora, disponendolo qua e là. Si potrebbe dire che forse non sto scrivendo un libro, ma un diario. Però non è vero, non è così, dato che molte cose trascuro, non perché inutili o insignificanti, ma perché non sono di (teoria d’) occasione, mentre altre sì, e quelle chiederebbero davvero di essere sempre aggiunte. Ho provato a pensarci ed ecco quanto ho ricavato e che mi convince che ora devo staccare e licenziare il testo senza commiato, ma con un impegno da trasmettere, con una consegna da passare, una cultura politica da costruire e agire. Infatti il libro si snoda con un andamento che è quello dettato dall’occasione e lì fonda la sua metodologia. In sostanza, si tratta di filtrare i fatti e le notizie che quotidianamenteaccadono e registrare attentamente quelli che interrompono la continuità e iniziano una serie, e di prendere spunto per riflettere: non è significativo l’ennesimo segnale di una cosa o tendenza, ma il primo che interrompe la serie statistica: può darsi che si arresti e rimanga un picco solitario, può darsi che disegni una tendenza o mostri un cammino agibile.”
venerdì 2 novembre 2012
Fiom.... bell’esempio di coerenza e di democrazia.
Pubblico la lettera di Eliana Como, la compagna epurata dalla Fiom di Bergamo proprio come accaduto a Sergio Bellavita.L'allontanamento della funzionaria è un chiaro esempio di mobbing.Non servono alla Fiom segretari Stalinisti come quello di Bergamo che pensano di gestire il sindacato come fosse una proprietà privata.
29.10.12 - Bergamo - Lettera ai miei delegati e alle mie delegate
29.10.12 - Bergamo - Lettera ai miei delegati e alle mie delegate
sabato 20 ottobre 2012
D’Alema story - micromega-online - micromega
Dopo la lettura dell'articolo sono ancora una volta più convinto che la scelta fatta da giovane di non votare PCI sia stata la più azzeccata.Non si meraviglino ora gli ex PCI,che devono andare a braccetto con sx DC o si ritrovano il Renzi di turno nelle loro fila.
di Marcello Musto
La mattina dell'11 di ottobre del 1962, 2.540 cardinali, vescovi e patriarchi, provenienti da ogni parte del mondo, si disposero in una solenne fila di abiti bianchi e di nicchi rosso porpora per entrare nella Basilica di San Pietro, dando così inizio a uno dei principali avvenimenti religiosi del Novecento, destinato a mutare il volto della chiesa cattolica: il Concilio Vaticano II (CV II).
Il ventunesimo concilio ecumenico si svolse tra l'ottobre del 1962 e il dicembre del 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI. La sua assemblea deliberativa, la più numerosa nella storia della chiesa, riformò la liturgia ecclesiale, introducendo le lingue nazionali nel rito per le messa, e avviò il dialogo con le religioni non cristiane, tramite la dichiarazione sul principio di libertà religiosa.
Leggi qui l'articolo completo
Il ventunesimo concilio ecumenico si svolse tra l'ottobre del 1962 e il dicembre del 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI. La sua assemblea deliberativa, la più numerosa nella storia della chiesa, riformò la liturgia ecclesiale, introducendo le lingue nazionali nel rito per le messa, e avviò il dialogo con le religioni non cristiane, tramite la dichiarazione sul principio di libertà religiosa.
Leggi qui l'articolo completo
martedì 16 ottobre 2012
lunedì 15 ottobre 2012
FormiGoHome
Dal min 17.00 del video l'intervento del segretario di Rifondazione Comunista Fiorenzo Bertocchi intervenuto al presidio del Pirellino.
sabato 13 ottobre 2012
Modena 12 Ottobre Assemblea Nazionale Fiom
C'è ancora qualcuno che ha il coraggio di contestare la segreteria della Fiom.Il video, al min 02.38.40 riporta l'intervento del compagno Giorgio Mauro della Same di Treviglio.
Watch live streaming video from fiomnet at livestream.com
Lecco, 12 ottobre 2012
FORMIGONI CONTESTATO
“Volavi con Daccò, in galera con Daccò”: questo slogan gridato a gran voce, accompagnato dal lancio di centinaia di areoplanini di carta, è stata l’accoglienza riservata da Rifondazione Comunista al presidente Formigoni giunto a Lecco per la serata organizzata dal PdL dal titolo “Una buona politica è possibile”.
Appena arrivato, Formigoni con tutta la sua provocatoria spavalderia nei confronti di chi lo contestava, è stato travolto da uno scroscio di fischi e, mentre esponenti del gruppo Qui Lecco Libera srotolavano uno striscione con le parole di una canzone di Battiato (“ povera Patria schiacciata dagli abusi del potere di gente infame non sa cos’è il pudore”), i militanti di Rifondazione Comunista lanciavano al “celeste” .
areoplanini di carta. Al di là di qualche spintone con le forze dell’ordine che hanno vietato l’entrata in sala dove si teneva l’assemblea pubblica organizzata dal PdL, la contromanifestazione si è svolta in maniera pacifica e senza alcuno scontro.
Rifondazione Comunista, che ha anche distribuito un volantino ad hoc contro le tangenti, la corruzione e le malversazioni che a più non posso stanno investendo Formigoni , assessori e consiglieri regionali oltre che decine di collaboratori cilellino-formigoniani, ha inoltre invitato tutte le forze di opposizione al centro-destra lombardo a partecipare all’iniziativa ILLUMINIAMO LA LEGALITA’ – ELEZIONI SUBITO con fiaccole e lumini, che si terrà venerdì 19 ottobre alle ore 18,00 presso la sede decentrata di Lecco della regione Lombardia (Pirellino), anche in supporto attivo e concreto alla mobilitazione regionale che si terrà poi il giorno dopo, sabato 20, a Milano.
G.Carlo Bandinelli
mercoledì 10 ottobre 2012
Landini e la Democrazia.
Alla luce di quello che stà accadendo in Fiom in questi giorni,penso che la scelta di dare le dimissioni da rappresentante Rsu sia stata giusta e ben ponderata.La Fiom, che ha fatto della Democrazia un cavallo di battaglia di molte lotte, si è comportata in modo indecente nei confronti del compagno Bellavita della segreteria nazionale della Fiom.Chi dissente è estromesso senza diritto di replica.Riporto sotto la lettera di Bellavita invitando i compagni a far sentire la loro voce.
Molti compagni sono davvero increduli rispetto a quanto accaduto intorno alla mia "dimissione" dalla segreteria. Non si capacitano che Landini, unanimemente riconosciuto come difensore dei diritti dei lavoratori e della democrazia stessa, possa rimuovere dalla segreteria un compagno per dissenso. Eppure e' cosi'. Non c'e' nessun altra ragione che ha spinto, per la prima volta nella storia dei metalmeccanici, un segretario Fiom a rimuovere un componente di segreteria. Con questo atto autoritario Landini e Airaudo rompono la maggioranza congressuale degli ultimi 3 congressi estromettendo la rete 28 aprile.
Il dissenso. Di cosa sono accusato? Tralascio le vergognose, false e pretestuose ricostruzioni che vogliono il sottoscritto impegnato a organizzare contestazioni a Landini. Cosi' come e' francamente assurdo dover rispondere alle menzogne che descrivono il sottoscritto d'accordo nelle segreterie e contrario nei comitati centrali... Delle due l'una: o mi sono opposto troppo o troppo poco. La macchina del fango ha lavorato alacremente per screditare le ragioni che ho sostenuto attraverso il discredito del singolo, la denuncia dell'untore. C'e' una vecchia e poco nobile tradizione in questo senso.
Tralasciando tutto cio', l'accusa che mi viene mossa e' riferita alla presunta scelta di rompere con la linea maggioritaria e di aver scelto, in un'ottica Cgil, di ricostruire l'opposizione in tutte le categorie della confederazione.
Tutto cio' e' facilmente smontabile. E' evidente a tutti che la Fiom ha dismesso l'opposizione sociale. Ha dismesso l'alterita' e l'opposizione alla paurosa deriva della Cgil con conseguenze nefaste, sconfitta su art.18 e pensioni.
Dopo il 16 ottobre 2010 la Fiom poteva svolgere uno straordinario ruolo di catalizzatore di un vasto movimento contro le politiche del governo e contro marchionne. Cio' avrebbe portato probabilmente la fiom allo scontro frontale con la cgil. landini e Airaudo hanno deciso di non farlo. Cosi la lotta Fiom si e' mantenuta alta sul terreno mediatico,forte di un consenso e di una domanda sociale straordinaria,ma e' via via scemata nelle pratiche concrete, nella politica contrattuale. Da qui una gestione della vertenza per il contratto tutta piegata al tentativo di cercare uno spiraglio per la riaffermazione della titolarita' Fiom piu' che orientata a costruire conflitto in rapporto con i lavoratori.
Cosi come nella vertenza Fiat, dopo la chiusura con sbagliati accordi sindacali di due stabilimenti al sud, termini imerese e irisbus e la pesante vicenda ex bertone, resta forte lo scontro sul terreno dei diritti sindacali e delle agibilita' fiom e sempre piu' evanescente la battaglia contro il modello autoritario e schiavistico di marchionne. In tutto questo considero profondamente sbagliato e incoerente con le battaglie di questi anni, con il valore che diamo al contratto nazionale, considerare l'accordo del 28 giugno come argine agli accordi separati, come riferimento per la democrazia sindacale. Proprio l'accordo che ha accolto le deroghe al contratto, che ha cancellato ruolo e funzioni del contratto nazionale.
Io non ho cambiato idea. Continuo a rivendicare la Fiom del congresso di Livorno e Montesilvano. Rivendico la Fiom che discute, che cerca, con la fatica che la democrazia richiede, di lavorare sempre all'unita' della categoria e della stessa con i lavoratori. La Fiom che parlando il linguaggio semplice e radicale dei bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici li conquistava alla lotta, dimostrando, in tanto lerciume della politica, che si puo' coniugare dire e fare.
Prendo atto che questo non e' piu' l'orientamento maggioritario in Fiom. C'e' una svolta, profonda dei gruppi dirigenti. Per queste ragioni il dissenso e' particolarmente avversato.
Ho atteso mesi prima di denunciare pubblicamente quanto avviene in Fiom. L'ho fatto per non ledere l'immagine della Fiom, per il bene dei lavoratori.
Oggi, con la rottura netta che landini e airaudo hanno deciso, credo tempo fa, e' necessario organizzare tutti coloro che vogliono salvare la lunga stagione della Fiom. Organizzare coloro, e sono tanti, che vogliono continuare a lottare.
Per mesi ho denunciato negli organismi preposti la gestione scarsamente democratica dell'organizzazione. Ho denunciato le scarse, scarsissime segreterie e quindi l'impossibilita' di poter discutere collettivamente almeno le grandi scelte, su fiat, contratto ecc. Cosi come ho contestato il perenne ricorso al voto di fiducia al segretario nelle discussioni al comitato centrale. Sono stato impossibilitato a esercitare il ruolo a cui il comitato centrale mi aveva chiamato, dalla partecipazione ai direttivi provinciali, agli attivi dei delegati. Persino gli ordini del giorno conclusivi li potevo leggere solo pochi minuti prima del voto.
Queste sono in sintesi le gravissime colpe che hanno indotto landini e airaudo a dimettermi. Oggi ripartiamo, con chi ci sta, a organizzare l'opposizione alla svolta, al rientro nei ranghi della Fiom. Ripartiamo con i tanti e le tante che non vogliono chinare il capo e vogliono lottare contro Monti,Marchionne,Squinzi. E che hanno il diritto e il bisogno di un sindacato democratico, combattivo e di classe. Prossimo appuntamento il 27 ottobre con il "no monti day"
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