domenica 2 dicembre 2012


Le strategie economiche? Le faccia la politica

IL DIBATTITO. L´INCONTRO ORGANIZZATO DA RIFONDAZIONE COMUNISTA CON FERRERO, TARANTINI E FENAROLI HA RIMARCATO LA NECESSITÀ DI UN «NUOVO FUTURO» 

DAL BRESCIAOGGI DI FEDERICA PIZZUTO

L´AFFONDO SUI TECNOCRATI DEL CANDIDATO ALLA REGIONE DI STEFANO E UNO SGUARDO AL MALCONTENTO BRESCIANO


Il tavolo dei relatori al dibattito organizzato ieri sera da Rifondazione Comunista| Sala gremita ... 
«La politica deve prendere in mano i problemi economici. È troppo tempo che sono affidati a tecnocrati, ora dobbiamo occuparcene noi cittadini». Su questo punto quattro ospiti, ieri sera, si sono mostrati d´accordo. Pur appartenendo a realtà diverse, Graziano Tarantini, Marco Fenaroli e Paolo Ferrero, intervenuti all´incontro promosso dalla federazione Brescia del Partito della Rifondazione Comunista, svoltosi nella Sala Piamarta, hanno concordato con le parole espresse da Andrea Di Stefano, candidato di sinistra per la presidenza regionale.
Il dibattito è iniziato con l´intervento di Marco Fenaroli, candidato sindaco per le amministrative di Brescia 2013, che ha subito portato la discussione al nocciolo, sottolineando la gravità dell´errore, a suo parere commesso dalla giunta comunale vigente, di aver sottovalutato la crisi seguendo la lettura fatta a suo tempo da Silvio Berlusconi. «L´impoverimento e la pesantezza sociale devono entrare nel discorso politico», ha dichiarato Fenaroli, esprimendo così la stessa opinione di Di Stefano. Quest´ultimo, già direttore della rivista economica «Valori» ed esperto di economia, partendo dall´analisi esposta all´interno del libro di Paolo Ferrero, «Pigs! La crisi spiegata a tutti», ha illustrato al pubblico la sua idea riguardo alla centralità dell´aspetto finanziario nella crisi.
CONVINTO che la finanza non sia elemento negativo in sé, Di Stefano ha evidenziato il modificarsi del rapporto tra finanza ed economia, andato fuori controllo. «Ad un certo punto la finanza è divenuta una variabile indipendente e distruttiva» ha spiegato alla sala gremita di bresciani Di Stefano, puntando il dito soprattutto contro la deregulation e trovando nella riduzione degli attivi finanziari l´unica soluzione per ristabilire regole protettive all´interno dei sistemi finanziari. Per conto suo, Graziano Tarantini, presidente del Consiglio di gestione A2A, ha potuto offrire ai cittadini che hanno partecipato all´incontro una visione pragmatica e molto tecnica della crisi, ma soprattutto delle sue conseguenze.
Partendo dalla propria esperienza di professore universitario, Tarantini si è detto preoccupato soprattutto per due aspetti che riguardano la quotidianità: da un lato la casa, dall´altro il lavoro. Disoccupazione e sfratti continui sono gli effetti più evidenti e toccanti della crisi e sono ciò per cui le persone possono lottare. Portando il proprio esempio di gestione in A2A, Tarantini ha poi colpevolizzato le agenzie di rating, ree di dichiarare «in default» imprese il cui servizio viene osservato solo nel breve periodo. 
«Gli effetti dell´attività industriale sono incompatibili con il breve periodo, perché saranno visibili solo sul lungo periodo», ha ricordato Tarantini.
Sollecitato sul tema dei beni comuni da Giovanni Armanini, giornalista di «Bresciaoggi» che ha moderato l´incontro, Paolo Ferrero ha chiuso il cerchio del dibattito tornando sulla questione della necessità di «una politica che includa la programmazione economica». Spiegando poi le motivazioni che lo hanno portato alla stesura del libro, ha espresso la sua contrarietà nei confronti del governo Monti e delle sue scelte politiche: «Tutto ciò che fanno aggrava la crisi» ha evidenziato, suscitando applausi e cogliendo il malcontento sempre più diffuso anche tra i bresciani.

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