lunedì 18 gennaio 2010

Belle notizie per Cazzago S.M.

Il parco scaccia-discariche compie un balzo in avanti


Il 2010 si apre sotto i migliori auspici per il parco sovracomunale della Macogna, un’oasi già ribattezzata scaccia-discariche perchè vincolerà in modo restrittivo le modalità di recupero delle cave dell'Ate 14. Ottanta dei 402 ettari del nascente spazio verde ricadono infatti nel bacino estrattivo. Il progetto naturalistico ha compiuto ieri mattina un deciso passo in avanti: gli amministratori di Travagliato, Berlingo, Cazzago e Rovato hanno sottoscritto la convenzione per la costituzione dell'ufficio comprensoriale chiamato a gestire il parco.
Un altro tassello nel complesso mosaico dove una sentenza del Tar ha inserito tre giorni fa un’altra tessera «pesante». Il tribunale amministrativo ha bocciato l'ampliamento dell'escavazione (rispetto al piano provinciale) deciso a tavolino dalla Regione per l'ate 14 e 9 su richiesta dei cavatori. Il pronunciamento giunge a poche settimane dalla presa di posizione della Provincia che ha imposto il recupero a fondo cava dell'Ate 14, che vuol dire: niente ritombamento (come pretendeva la Regione), ovvero niente discarica.
«SENTENZA DEL TAR e orientamento della Provincia - ha osservato con legittima soddisfazione il sindaco di Travagliato Dante Buizza -, confermano come le scelte del territorio possono diventare anche indicazioni politiche». Per i Comuni coinvolti nel progetto il parco rappresenta un freno alla devastazione del territorio passata (6 milioni di metri cubi scavati) e futura (cave, discariche, Brebemi, corda molle, Tav), ma deve essere inteso come un'opportunità di sviluppo per attività ricreative, sportive, ludiche. Un parco a una manciata di chilometri dalla città, sulla direttrice per Milano, dove tra pochi mesi si inizieranno già ad individuare piantumazioni e sentieristica. Certo, stride il fatto che nel «cuore» dell’oasi tre ditte (Bettoni, Nord Cave, Cave San Polo) scaveranno altri 2 milioni di metri cubi fino al 2014, anno in cui terminerà il piano cave, salvo prevedibili e proroghe e deroghe. «L'ente parco è ora diventato operativo» ha commentato il sindaco di Rovato Andrea Cottinelli al momento di apporre la firma sull’intesa. «Il prossimo passo sarà la richiesta di sovracomunalità alla Provincia di Brescia» ha aggiunto il primo cittadino di Berlingo Dario Ciapetti.
LA BOCCIATURA DEL TAR. In merito al piano cave della provincia di Brescia, ed in particolare per gli ambiti estrattivi Ate 9 (Bonfadina) e Ate 14 (Macogna) il Tar, dopo la sentenza emessa un mese fa per il ricorso presentato da Rovato, si è pronunciato anche per quanto riguarda il comune di Cazzago. Il pronunciamento è identico: stop all'ampliamento ad ovest della cava Macogna (1,2 milioni di metri cubi) al di là della via Bornadina, nell'Ate 14. Stop anche all'ampliamento a nord della Bonfadina (Ate 9). Due doverosi aggiornamenti. Nell'ate 9 (Bonfadina) i cavatori in agosto avevano iniziato a scavare ancora prima che si pronunciasse il Tar. Ora il Comune di Cazzago potrà chiedere il ripristino dell'area (si stima siano stati scavati oltre 100 mila metro cubi). Già preparata invece un'ordinanza per il ripristino delle cave dell'Ate 14 dove l'estate scorsa è intervenuta la magistratura per indagare su presunte escavazioni abusive (i periti incaricati dei pm parlano di 450mila metri cubi) e il ritombamento con rifiuti inerti. Che dovranno essere rimossi.

Dal Bresciaoggi 17 Gennaio 2010

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