giovedì 17 settembre 2009

Fiom verso lo sciopero del 9 Ottobre


Si è svolto oggi il direttivo della Fiom della zona di Palazzolo,presso la sala del Foro Boario di Rovato.All'ordine del giorno:le crisi aziendali e il contratto nazionale di lavoro.Dopo la relazione di Bertoli che ha spiegato,(se mai ce ne fosse ancora bisogno) la grave crisi che stà investendo le aziende Bresciane che stanno in questi giorni procedendo a mettere in mobilità diversi lavoratori, crisi che il Governo insiste nel dire sia passata,mentre per molte aziende comincia proprio ora, soprattutti dove si è consumata la Cig e si passa alla messa in mobilità dei lavoratori.Del contratto di lavoro si è parlato a lungo mettendo in evidenza le difficoltà che la CGIL avrà se venisse firmata la piattaforma presentata da CISL e UIL.Nel mio intervento, preceduto da quello di Bonassi e in seguito da Corioni, ho fatto presente che dopo 8 mesi(l'ultimo sciopero risale a febbraio) di totale passività da parte della CGIL,lo sciopero indetto dalla Fiom va nella giusta direzione,ma sarebbe un ennesimo sbaglio non dare poi continuità alla lotta,come già si aspettavano i lavoratori scesi in campo a fianco della funzione pubblica nello sciopero del 13 febbraio.Inutile nascondersi o fingere di non vedere,anche all'interno della nostra confederazione qualcuno giudica un incidente di percorso non aver assecondato le scelte ci Cisl,Uil e Confindustria e preme perchè si rientri nei ranghi.La discussione all'interno della Cgil in vista del prossimo congresso dovrà fare chiarezza su molti punti.Rinnovare profondamente il sindacato,ricostruir partecipazione e democrazia,fare del conflitto la cultura è la pratica fondamentale dell'organizzazione.Dopo 15 anni di concertazione, con i salari più bassi d’Europa e la prospettiva che scendano ancora, la Cgil deve scegliere se accettare il meccanismo che ha di fronte oppure provare intelligentemente e radicalmente a rovesciarlo. In conclusione, il no della Cgil alla controriforma del sistema contrattuale non deve essere vissuto come una parentesi o un incidente, ma come la scelta costituente di un nuovo modello di sindacato confederale. Se su questo ci sono opinioni diverse, è un fatto di democrazia che esse non siano sequestrate in confuse mediazioni interne ai gruppi dirigenti, ma vengano presentate con rigore e chiarezza agli iscritti e ai lavoratori. Un congresso della Cgil su posizioni diverse non solo non fa scandalo, ma è un contributo alla democrazia e alla partecipazione.

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