domenica 18 ottobre 2009

Carovana della solidarietà: la cronaca e le immagini dell'umanità che si sostiene

L'iniziativa della Camera del Lavoro:
«L'umanità ha bisogno di sostenersi» dice Marco Fenaroli, che della Cgil è il segretario provinciale, davanti ai cancelli della Federal Mogul di Desenzano,.
Ieri la Camera del Lavoro di Brescia ha organizzato una Carovana della solidarietà ai «presidi in lotta» e alle situazioni difficili, in sostanza un serpentone di una sessantina di automobili addobbate di bandiere e di cartelli che per un intero pomeriggio ha girato in lungo e in largo la provincia. I numeri della crsi bresciana parlano da soli: dall'inizio dell'anno 30mila assegni di disoccupazione e 32 milioni di ore di cassa integrazione. Altri dati: migliaia di atipici che il lavoro l'hanno perso da mesi e sono senza ammortizzatori, il problema cronico dei tanti pensionati con pensioni da fame, il detriorarsi dei diritti nei luoghi di lavoro. Il richiamo all'umanità che si stringe insieme per contrastare il freddo della crisi ricorda che i lavoratori hanno sempre portato a casa qualcosa quando sono stati uniti.
Ma non è questo l'unico messaggio della carovana, l'altro lo spiegano a loro modo i lavoratori all'Ideal Standard di via Milano o alla Federal Mogul quando affermano: «Va bene qualsiasi cosa, ma questo deve restare un sito produttivo». Non è ansia da produttivismo novecentesco, ma è un un interrogarsi su che politica industriale si vuol fare in Italia. La risposta non è semplice, ma quando davanti ai cancelli dell'Ideal spiegano che i water fatti in Italia costano 24 euro e mezzo, mentre in Cina costano quattro ed altri quattro ce ne vogliono per il trasporto, è facile capire che o si immagina una produzione basata sull'alta qualità o si va a fondo.
Ogni presidio ha la sua storia e la sua particolarità. All'Ideal di via Milano, tra presidi e occupazione sono in ballo da oltre 3 mesi e mezzo, i posti a rischio sono 131 e Ivan Maltempi, delegato Rsu Filcem, spiega che il 22 ottobre ci sarà un nuovo incontro ma la multinazionale, la Bain Capital, non sembra molto propensa a cambiare posizione. Alla Mac di via Volturno, sito Iveco, da dove è partito il corteo di auto e dove c'è stata la «punzonatura solidale», i posti che rischiano di saltare sono invece 154.
Alla clinica Sant'Anna, dove la carovana si è fermata per qualche minuto, il posto non è a rischio ma come sottolinea Nicola Ronchi della Fp Cgil solo a Brescia ci sono 2mila lavoratori e lavoratrici della sanità privata che da quattro anni non riescono a ottenere il diritto a un nuovo contratto. Nel frattempo guadagnano tra i 950 e i 1100 euro al mese, comprensivi del turno di notte.
All'Atc Cometal si ritorna a parlare di posti a rischio, 143 per la precisione, e di una gestione dell'azienda quanto meno disinvolta se un lavoratore racconta di manager «che vengono, mangiano quello che c'è da mangiare e poi se ne vanno». C'è tempo per raggiungere la Bassa bresciana, la Metallurgica Rossi del gruppo Thyssen Krupp, dove a 55 lavoratori (su 230) è arrivata la lettera che avvia la procedura di mobilità.
Brevi comizi in giro per la provincia per spiegare la situazione, qualche battuta tra lavoratori in presidio e carovanieri, ringraziamenti reciproci e il dirsi che qualcosa si dovrà pur fare per non uscire a pezzi da questa crisi. Marco Fenaroli, davanti ai cancelli della Federal Mogul di Desenzano, - 196 dipendenti che difendono il posto con un presidio notte e giorno da settimane - ricorda che «la crisi non colpisce tutti allo stesso modo» e che la solidarietà la si esprime simbolicamente con una carovana di auto, ma anche con la concretezza del mutuo soccorso tra lavoratori, iniziativa appena messa in campo dalla Camera del Lavoro che per l'occasione ha anche stretto un'alleanza inedita con la Caritas bresciana. E che dice molto anche delle difficoltà del welfare di oggi a dare risposte adeguate.
Michela Spera, segretaria Fiom Cgil ricorda invece che proprio giovedì Fim e Uilm hanno firmato un'intesa separata sul contratto (la mappa della protesta contro l'intesa), osserva che sulle condizioni dei lavoratori sarebbe bene decidessero i lavoratori attraverso una consultazione, proprio quella che «chiede la Fiom e che Fim e Uilm invece negano».
Già nel tempo della crisi, «in crisi entra anche la democrazia» e a Michela Spera non resta che annunciare l'appuntamento di giovedì 22 davanti ai cancelli della Mac, quando ci sarà l'assemblea dei delegati con il segretario nazionale Gianni Rinaldini. E soprattutto a invitare «Al lavoro e alla lotta».
dal sito della camera del lavoro di Brescia.

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