Con l'applauso di solidarietà all'ad della ThyssenKrupp Herald Espenhahn, recentemente condannato in primo grado a 16 anni e mezzo per la morte dei sette lavoratori nel rogo di Torino, la Confindustria dimostra «un cinico disprezzo verso la vita dei lavoratori»: lo sostiene l'associazione Legami d'Acciaio, che riunisce i familiari delle vittime ed ex operai ThyssenKrupp Torino. Nel definire «gravissime la posizione e le dichiarazioni di Confindustria, in particolare del Presidente Emma Marcegaglia», l'associazione afferma che «Confindustria, anzichè prendere le distanze dagli assassini della ThyssenKrupp, che - a suo parere - non hanno esitato a lucrare ignobilmente sulla pelle dei lavoratori, esprime loro solidarietà e vicinanza, dimenticando il terribile calvario patito dalle vittime e dai loro familiari e parenti, dimostrando un cinico disprezzo verso la vita dei lavoratori».
L'associazione sostiene che i sette operai sono stati «uccisi in nome del profitto» e afferma che «le parole della Marcegaglia lasciano intendere che sarebbe più conveniente investire laddove norme e controlli in fatto di sicurezza sul lavoro siano meno vincolanti per le imprese». «Queste - scrive l'associazione dei familiari delle vittime di Toirno - le orribili aspettative che i vari Marcegaglia, Espenhahn, Marchionne, Carbonato, Di Girolamo e Cicchitto vorrebbero veder avverarsi in questo Paese. La scelta sembra essere: impunità o delocalizzare dove si può uccidere senza subire processi?» «Non possiamo che ritenerci profondamente indignati e offesi da tali dichiarazioni - conclude l'associazione - La sicurezza nei luoghi di lavoro è un obbligo delle imprese e delle istituzioni e non può essere delegata in alcun modo ai lavoratori e chi non rispetta le norme e uccide in nome del profitto deve pagare. Continueremo a portare avanti la lotta per avere non solo giustizia ma un lavoro sicuro e dignitoso per tutti i lavoratori». (ANSA)
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