Tra burocrazia e razzismo, l'allarme discriminazioni lanciato dalla Cgil.
Quando un'Amministrazione fa un'ordinanza che obbliga a tenere le riunioni pubbliche rigorosamente in lingua italiana, ci sono due strade: si può fare ricorso contro la burocrazia che nasconde intenti razzisti o si prende in giro, in modo giocoso, l'Amministrazione stessa.
La Cgil di Brescia ha deciso di percorrere entrambe le strade. E così, se nei giorni scorsi (insieme all'Asgi, Associazione studi giuridici sull'immigrazione) la Cgil ha annunciato il ricorso contro l'ordinanza dell'Amministrazione di Trenzano (e contro altre ordinanze discriminatorie a Castelmella e Montichiari).
Oggi pomeriggio mercoledì 23 dicembre 2009, ha promosso un brindisi multilingue nella piazza del municipio del paese della bassa bresciana. In tutto un centinaio di persone tra cui una trentina di immigrate residenti in paese per uno scambio di auguri in italiano, inglese, francese, arabo, albanese.
Il segretario della camera del lavoro Marco Fenaroli, prima degli auguri in multilingue, ha letto un brano in dialetto bresciano di un poeta di Brescia, che racconta le vicissitudini della sacra famiglia; da un assurdo censimento che ha fatto spostare di centinaia di km povera gente, al respingimento dal paese di queste persone perchè non benestanti, fino alla nascita di quel povero bambino nella stalla fredda. Maria e Giuseppe erano migranti perseguitati, Gesù era loro figlio.
In attesa di capire se in futuro potranno essere organizzati corsi di lingua inglese a Trenzano, una parte della delegazione della Cgil e dei partecipanti, si è recata poi a Desenzano, davanti ai cancelli della Federal Mogul, azienda del settore dell'automotive che a fine anno, secondo le intenzioni della multinazionale proprietaria, dovrebbe cessare l'attività, lasciando senza lavoro i 196 lavoratori e lavoratrici, e una parte invece, si è recata a Coccaglio, dove le donne marocchine auguravano buon Natale in piazza, servendo il The marocchino.
(alcuni passaggi, tratti dal sito della camera del lavoro)
"Perché/ dappertutto ci sono cosi tanti recinti?/ In fondo tutto il mondo e un grande recinto./ Perché/ la gente parla lingue diverse?/ In fondo tutti diciamo le stesse cose./ Perché/ il colore della pelle non è indifferente?/ In fondo siamo tutti diversi./ Perché/ gli adulti fanno la guerra?/ Dio certamente non lo vuole./ Perché/ avvelenano la terra?/ Abbiamo solo quella./ A Natale - un giorno - gli uomini andranno d’accordo in tutto il mondo./ Allora ci sarà un enorme albero di Natale con milioni di candele./ Ognuno ne terrà una in mano, e nessuno riuscirà a vedere l’enorme albero fino alla punta./ Allora tutti si diranno "Buon Natale!" a Natale, un giorno.